Energia

Parma e Torino città "a impatto zero" entro il 2030, quali sono le strategie previste

12 aprile 2024

Il cambiamento climatico è diventato uno dei problemi globali più gravi che l'umanità deve affrontare oggi. La necessità di agire con urgenza è più evidente che mai e molte città stanno fissando ambiziosi obiettivi per ridurre le proprie emissioni di gas serra e mitigare l'impatto ambientale. Tra queste, Parma e Torino si stanno distinguendo per la loro determinazione a diventare città "a impatto zero" entro il 2030.

Questi due centri urbani italiani hanno riconosciuto la necessità di trasformare radicalmente il loro approccio verso l'ambiente, non solo per garantire un futuro sostenibile per le generazioni future, ma anche per migliorare la qualità della vita dei loro cittadini oggi. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, sono state messe in atto una serie di strategie innovative e progetti.

Parma verso la neutralità climatica

Parma si è impegnata a diventare una delle 100 città europee "a impatto zero" entro il 2030, come parte del piano d'azione dell'Unione Europea per la neutralità climatica. Il comune di Parma ha elaborato un piano ambizioso - il cosiddetto Contratto Climatico di Città (Climate City Contract) - per raggiungere la neutralità carbonica e mirare all’utilizzo totale di energie rinnovabili. Tale contratto sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale e della collaborazione tra le città e l'Unione europea per affrontare la crisi climatica.

 

Una delle strategie chiave della città di Parma è stata la riduzione del 25% dei consumi energetici nel 2023, una mossa significativa verso la sostenibilità.

 

Il Contratto Climatico di Città ha l’obiettivo di promuovere progetti che si rivolgono a cinque settori: edifici, trasporti, rifiuti ed acque reflue, processi e prodotti industriali, agricoltura e forestazione, tenendo in considerazione anche altri usi del suolo. Inoltre, Parma ha intensificato gli sforzi per promuovere l'energia rinnovabile, con investimenti in infrastrutture solari ed eoliche.Tra questi interventi è prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico nel quartiere Lubiana entro il 2024, con l’obiettivo di creare una Comunità energetica rinnovabile (CER). Tutte queste azioni nel loro complesso mirano a ridurre l'impatto ambientale della città e a garantire la transizione verso un futuro più sostenibile.

tram

Torino si impegna nella mobilità sostenibile

Anche Torino ha presentato alla Commissione Europea il suo Contratto Climatico di Città, un impegno formale per diventare una città climaticamente neutrale entro il 2030.

A livello locale, la Città sta già iniziando il dialogo con le principali istituzioni e partner strategici del territorio per portare avanti in maniera congiunta le azioni che potranno permettere di raggiungere l'ambizioso traguardo della neutralità climatica.

 

Tra le strategie previste vi è il focus sulla promozione della mobilità sostenibile. La città sta incentivando l'uso di mezzi di trasporto pubblici a basso impatto ambientale e sta espandendo la rete di piste ciclabili e zone pedonali. Torino, che già nel 2023 si era posizionata nella lista delle 22 città europee che si impegnano nella lotta al cambiamento climatico, sta investendo in progetti di efficienza energetica e nella riduzione dei rifiuti.

Parma e Torino stanno dimostrando che è possibile trasformare le città in modelli di sostenibilità e resilienza ambientale. Con un impegno concreto e una leadership visionaria, queste città italiane si stanno ponendo all'avanguardia nella lotta contro il cambiamento climatico. Se le strategie previste saranno attuate con successo, Parma e Torino potrebbero diventare esempi non solo nazionali, ma anche internazionali, di come essere città “a impatto zero” possa essere un obiettivo raggiungibile.

Cos’è una città “a impatto zero”?

Città "a impatto zero" è un concetto che mira a ridurre al minimo l'impatto ambientale complessivo della città sul pianeta, cercando di bilanciare le emissioni di gas serra e altri effetti dannosi per l'ambiente con azioni volte alla mitigazione e alla compensazione.

 

Le città a impatto zero cercano di ridurre al minimo le loro emissioni di gas serra, derivanti principalmente dalle attività industriali, dai trasporti, dal riscaldamento e dal raffreddamento degli edifici e dalla gestione dei rifiuti. Questo può essere raggiunto attraverso l'adozione di tecnologie a basso impatto ambientale, l'efficienza energetica, l'uso di fonti di energia rinnovabile e il miglioramento delle infrastrutture urbane.

 

Un altro punto cruciale per una città che mira a diventare a impatto zero è la riduzione del consumo e sfruttamento delle risorse naturali, come l'acqua, il suolo, le foreste. Ciò si può ottenere attraverso politiche di gestione sostenibile delle risorse, ma anche grazie al riuso e riciclo dei materiali e attraverso la promozione di stili di vita più sostenibili.

 

Il modello alla base di una città a impatto zero deve essere basato sull’economia circolare: i materiali e le risorse vengono utilizzati in modo più efficiente e i prodotti sono progettati per essere facilmente riparati, riutilizzati o riciclati alla fine del loro ciclo di vita. A questo si ricollega il tema dei rifiuti e del loro riciclo che necessita dell’implementazione delle infrastrutture predisposte.

 

A fare la differenza per rendere una città “a impatto zero” è la mobilità sostenibile. Le persone devono ripensare il loro modo di attraversare le città riducendo l'uso dei veicoli privati a favore del trasporto pubblico, del car sharing, della bicicletta e degli spostamenti a piedi. Queste strategie contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra e il traffico urbano, migliorando nel contempo la qualità dell'aria e la salute dei cittadini.

I servizi del Gruppo Iren a Parma e Torino

Dalla gestione virtuosa dei rifiuti alla produzione di energia sostenibile: sia a Parma che a Torino il Gruppo Iren è attiva con i suoi servizi. Nel capoluogo piemontese, ad esempio, tramite Amiat copre la raccolta dei rifiuti per oltre 1,1 milione di abitanti serviti. Sempre qui, il termovalorizzatore di Trm, società del Gruppi Iren -  una delle eccellenze nazionali per la chiusura del ciclo dei rifiuti - ha trattato quasi 4.800.000 tonnellate di rifiuti, immettendo n rete 3.000.000 MWh di energia elettrica, equivalente a quella richiesta da quasi 1.500.000 famiglie di tre persone e fornendo calore alla rete cittadina del teleriscaldamento. Sicurezza, minimizzazione dell’impatto ambientale e recupero energetico rappresentano i punti di forza dell’impianto di TRM, che traccia una via sostenibile alternativa alla discarica, attraverso una delle migliori tecnologie disponibili. Il termovalorizzatore, infatti, permette di ridurre del 98% il volume dei rifiuti residui rispetto alla discarica. Oltre alla valorizzazione dei rifiuti, Iren è attiva anche nell’ottimizzazione della resilienza delle reti energetiche che rappresentano il cuore pulsante della società moderna, garantendo la fornitura continua di elettricità per alimentare case, imprese e infrastrutture cruciali.  Attraverso i fondi ottenuti dal Pnrr, Iren si occuperà di rendere il sistema elettrico della città maggiormente resiliente agli eventi climatici, garantendo una maggiore affidabilità e stabilità delle alimentazioni elettriche. Il progetto – dal valore complessivo di 44,3 milioni di euro, di cui 33,1 coperti dai fondi PNRR- mira a ridurre la frequenza e la durata delle interruzioni della fornitura in occasione di condizioni meteorologiche estreme. A tal fine verranno realizzati degli interventi di rinnovo della rete di media tensione e delle cabine secondarie.

 

La condivisione di energia – insieme alla gestione della risorsa idrica con IRETI e alla raccolta dei rifiuti con Iren Ambiente-  è uno dei punti focali su sui Iren lavora a Parma. Qui Iren Smart Solutions, oltre a occuparsi di interventi di efficientamento energetico sul territorio, ha realizzato sulla discarica in disuso di Ravadese, dandole nuova vita, un impianto fotovoltaico che consentirà di produrre energia e condividerla all’interno della comunità energetica. La produzione disponibile per la CER verrà integrata da quella residuale di un ulteriore impianto in corso di realizzazione da un’impresa agricola nelle vicinanze: partecipanti alla CER con i propri consumi saranno PMIimprese agricole e residenze private del territorio.

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