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Emissioni in calo, l'UE accelera verso il -55% entro il 2030: a cosa serve il Green Deal

12 giugno 2025
  • Nel 2023 le emissioni di gas serra nell’Unione Europea sono diminuite del 7%, portando la riduzione complessiva al -32,5% rispetto al 1990: un passo importante verso l’obiettivo del -55% al 2030 fissato dalla legge europea sul clima.

  • Il Green Deal europeo è il pilastro della strategia climatica dell’UE: una roadmap giuridicamente vincolante che integra azioni su rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare, agricoltura sostenibile e biodiversità, promuovendo una crescita verde e competitiva.

  • Per raggiungere i target climatici, l’UE punta su investimenti in tecnologie pulite, elettrificazione dei trasporti, edilizia efficiente e reti energetiche intelligenti, senza trascurare l’importanza di una transizione equa che supporti lavoratori e territori più esposti.

  • La sfida resta alta, ma i risultati dimostrano che la transizione ecologica può generare benefici economici e sociali: il Green Deal rappresenta non solo una risposta alla crisi climatica, ma anche un’opportunità per innovare, creare lavoro e rafforzare la resilienza europea.

L’Unione Europea ha compiuto passi avanti significativi nella lotta al cambiamento climatico, avvicinandosi sempre più all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Il Green Deal europeo è il fulcro di questa strategia: un piano d’azione varato nel 2019 dalla Commissione Europea con l’obiettivo di trasformare l’UE nel primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Si tratta non soltanto di un piano ambientale, ma di una strategia di sviluppo a lungo termine che punta a coniugare sostenibilità e competitività.

 

Durante la presentazione dei Piani energetici e climatici dei Paesi membri - che delineano le strategie per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 - è emerso come l’UE sia sempre più vicina al -55% di emissioni nette di gas rispetto ai livelli del 1990 (come previsto dalla legge europea sul clima). È innegabile, però, constatare che restano delle differenze tra settori e Paesi: ecco quali sono.

Verso l’obiettivo: la strada della neutralità climatica

I risultati cominciano a emergere con chiarezza: secondo gli ultimi dati del 2023, le emissioni di gas serra nell’UE sono diminuite del 7% rispetto all’anno precedente, portando la riduzione complessiva al 32,5% rispetto al 1990. A trainare questa tendenza è stato soprattutto il settore della fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata, che ha registrato un crollo del 43% delle emissioni, grazie alla rapida diffusione delle energie rinnovabili e alla contrazione del carbone nel mix energetico. Ma anche l’industria, i trasporti e il comparto residenziale hanno visto una leggera riduzione, sebbene restino tra i settori più difficili da decarbonizzare. Nonostante le buone notizie, l’UE è ancora lontana dalla traiettoria ideale per centrare tutti i target al 2030. Alcuni Paesi membri procedono a ritmo più lento e le resistenze politiche e sociali alla transizione ecologica stanno crescendo, complice anche l’impatto economico dell’inflazione e delle crisi geopolitiche.

 

L’obiettivo è armonizzare e trovare un equilibrio tra i piani del clima presentati dai vari Paesi membri e colmare i gap tra i settori. “La buona notizia è questa: ci stiamo avvicinando costantemente ai nostri obiettivi per il 2030. Se gli Stati membri attuano pienamente i loro piani parallelamente alle politiche dell'Ue, siamo sulla buona strada per ridurre le emissioni nette di gas serra di circa il 54%, a solo un punto dal nostro obiettivo del -55%, mentre l’economia è cresciuta del 70% a dimostrazione che crescita e azione climatica possono andare di pari passo”, ha dichiarato il commissario europeo all'Azione climatica, Wopke Hoekstra.

Due persone si stringono la mano in un campo coltivato al tramonto, simbolo di collaborazione nel settore agricolo.

Il Green Deal stabilisce obiettivi vincolanti in materia di riduzione delle emissioni, incremento delle energie rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile, economia circolare, agricoltura sostenibile e biodiversità. Tra i traguardi intermedi, oltre al -55% di emissioni entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), figurano anche il raggiungimento del 42,5% di rinnovabili nel mix energetico, la riduzione dell’uso di pesticidi del 50%, la piantumazione di almeno 3 miliardi di alberi e la ristrutturazione energetica di milioni di edifici entro il decennio. Il piano si articola in diverse iniziative legislative e strumenti finanziari, come il Fit for 55 e il Just Transition Fund, che mirano a sostenere una transizione equa per imprese, territori e lavoratori.

Green Deal, perché è una bussola strategica

Il pacchetto di azioni che compongono il Green deal europeo si articola su una strategia ampia e dettagliata che coinvolge settori specifici e macro-aree e richiede un approccio intersettoriale in cui tutti gli ambiti lavorano sinergicamente per raggiungere una transizione verde e inclusiva.  

 

Il primo obiettivo è stabilito per il 2030, anno in cui la riduzione delle emissioni di gas serra nell'Unione dovrà essere almeno del 55% rispetto ai livelli registrati nel 1990: si tratta di un obiettivo stabilito giuridicamente per cui, quella di raggiungere la neutralità climatica, non è solo un’intenzione politica ma un vero obbligo giuridico per l’intera Unione.

 

Il regolamento prevede, infatti, che fino al 2050 il ritmo della riduzione delle emissioni sarà sistematico e cadenzato per garantire prevedibilità nel lungo tempo e una transizione verde efficiente ed equa che indirizzi verso la neutralità climatica.

 

Per far sì che ciò avvenga, la Commissione prevede di:

 

  •  investire in tecnologie che rispettano l’ambiente
  • promuovere l’impiego di energie rinnovabili per decarbonizzare il settore energetico;
  • ripristinare gli ecosistemi degradati e allargare sempre di più le aree terrestri e marine protette;
  • ridurre l’uso dei pesticidi;
  • favorire la sostenibilità della produzione alimentare;
  • sostenere l’industria attraverso l’innovazione affinché sia motore di cambiamento e crescita;
  • realizzare prodotti di uso comune con un minor impatto ambientale;
  • incentivare una costruzione edilizia con prestazione energetica efficiente;
  • introdurre forme di trasporto pulite ed economiche.

 

Il pacchetto, con le sue linee guida, si propone di revisionare la legislazione degli Stati membri in materia di clima, energia e trasporti per fare in modo che tutti possano allinearsi alla strategia europea per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

 

Per rispettare gli impegni presi e mantenere la rotta verso la neutralità climatica, l’Unione dovrà accelerare ulteriormente, puntando su una serie di strategie già identificate come efficaci. Prima fra tutte, l’ampliamento dell’uso delle energie rinnovabili, con investimenti nelle reti intelligenti, nell’eolico offshore e nel fotovoltaico distribuito. Fondamentale sarà anche l’efficienza energetica. Sul fronte della mobilità, è urgente promuovere il trasporto pubblico, la ciclabilità urbana e l’elettrificazione dei veicoli, sostenuta da infrastrutture di ricarica capillari. Inoltre, per evitare che le industrie europee perdano competitività, bisognerà potenziare la ricerca, la transizione verde delle PMI e l’adozione di meccanismi come la carbon tax. Ma soprattutto, sarà cruciale rendere la transizione “giusta”: supportare le fasce più vulnerabili, coinvolgere le comunità locali e garantire che la transizione ecologica non lasci indietro nessuno.

 

I risultati finora raggiunti a livello europeo sono frutto di politiche climatiche più stringenti, di un'accelerazione sulla produzione e il consumo di energie rinnovabili, e di investimenti in efficienza energetica. Secondo Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la Transizione pulita, giusta e competitiva: “Il costo dell’inazione sta aumentando, impone maggiori costi all’economia e crea danni sociali”. In altre parole, la transizione ecologica è una necessità economica e sociale. Solo un Green Deal inclusivo, ambizioso e ben finanziato potrà scongiurare i rischi economici e sociali.

 

Tutto ciò non si traduce solo in tagli alle emissioni, ma anche in nuove opportunità occupazionali, innovazione tecnologica e resilienza economica. Il Green Deal aiuta le imprese europee a diventare protagoniste della transizione energetica globale, favorendo la nascita di filiere verdi e nuovi mercati.

La roadmap che fissa azioni mirate per rispettare il Green Deal

Come sarà raggiunto? Seguendo una roadmap articolata in azioni mirate capaci di instaurare un nuovo modello di sviluppo: sostenibile e circolare, in grado di tutelare il Pianeta e la sua biodiversità riducendo l’inquinamento e contrastando i cambiamenti climatici. Attraverso misure e investimenti dedicati, le istituzioni europee sono già al lavoro dal 2019, anno in cui il piano è stato avviato.

 

Uno degli argomenti più controversi attorno al Green Deal è il timore che le politiche ambientali possano compromettere la competitività industriale. Ma i dati dimostrano il contrario. La crescente diffusione delle rinnovabili ha contribuito non solo a ridurre le emissioni, ma anche a diminuire i costi energetici, soprattutto in un contesto segnato dalle crisi geopolitiche che hanno reso instabili i mercati del gas e del petrolio.

 

“Bisogna raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e i target per il clima, garantendo competitività alle imprese”, ha dichiarato Ribera. In quest’ottica, l’azione climatica diventa un vantaggio strategico, non un ostacolo.

 

Con l’attuale ritmo di riduzione delle emissioni, l’obiettivo del -55% entro il 2030 è sempre più realistico. Ma non bisogna abbassare la guardia. Le sfide restano molte: dalla decarbonizzazione dell’industria pesante fino alla necessità di investimenti massicci in infrastrutture verdi. Il Green Deal rappresenta una risposta integrata a queste sfide, un patto intergenerazionale che guarda al futuro dell’Europa come continente verde, innovativo e solidale. La transizione è in corso. Il 2030 è dietro l’angolo. E il Green Deal si conferma la strada da percorrere.

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Due persone lavorano insieme al computer viste attraverso un vetro, in un ambiente luminoso con riflessi naturali.

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