Innovazione

Che cosa prevede la nuova legge sulle materie prime critiche approvata dall'Unione europea

24 aprile 2024

L’Unione Europea è consapevole di aver fortemente bisogno dalle materie prime critiche, vale a dire i materiali e i minerali fondamentali per le tecnologie: dalle turbine eoliche alle batterie delle auto, dai chip per l’intelligenza artificiale alla produzione di fertilizzanti. Il regolamento vuole innescare dei cambiamenti.

 

Per questo motivo il Consiglio Ue ha adottato il regolamento - noto come regolamento sulle materie prime critiche (Critical Raw Materials Act) - che istituisce i punti chiave per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.  Ecco cosa prevede il piano, una delle iniziative legislative cardine del piano industriale del Green Deal.

bandiera europea

Cosa prevede il regolamento sulle materie prime critiche

La nuova legge sulle materie prime critiche dell'Unione europea mira a garantire un accesso sostenibile e sicuro a queste risorse vitali per l'economia europea. Le materie prime critiche includono metalli rari, terre rare e altri materiali essenziali per le tecnologie moderne, come quelle utilizzate nei settori dell'elettronica, delle energie rinnovabili e dell'automotive.

 

Le principali disposizioni del regolamento includono:



  • Valutazione e monitoraggio: valutazione regolare e un monitoraggio delle materie prime critiche per identificare rischi di approvvigionamento e vulnerabilità.



  • Diversificazione delle fonti di approvvigionamento: l'Ue cercherà attivamente di diversificare le sue fonti di approvvigionamento per ridurre la dipendenza da singoli fornitori o regioni.



  • Promozione del riciclo e della circolarità: verrà incoraggiato il riciclo e la circolarità delle materie prime critiche per ridurre la dipendenza dalle nuove estrazioni.



  • Cooperazione internazionale: cercare di stabilire partenariati con altri paesi o regioni per garantire un approvvigionamento più sicuro e sostenibile.



  • Investimenti in ricerca e sviluppo: sono previsti investimenti in ricerca e sviluppo per sperimentare alternative alle materie prime critiche o per migliorare le tecniche di estrazione e riciclo.

Il testo finale della legge individua due elenchi di materiali (34 critici e 17 strategici) che sono cruciali per le transizioni verde e digitale, nonché per l’industria della difesa e dello spazio. Inoltre, stabilisce anche tre parametri di riferimento per il consumo annuale di materie prime critiche nell’Ue: almeno il 10% dovrà arrivare da estrazione locale; il 40% verrà lavorato nell’Ue e il 25% proverrà da materiali riciclati.

 

La legge introduce anche scadenze chiare per le procedure di autorizzazione dei progetti di estrazione mineraria, che riceveranno i permessi entro un periodo massimo di 27 mesi, mentre i progetti di riciclaggio e trattamento dovrebbero ricevere i permessi entro 15 mesi, con limitate eccezioni volte a garantire un impegno significativo con le comunità locali interessate dai progetti e una corretta valutazione di impatto ambientale.

 

Il regolamento sarà ora pubblicato nella prossima edizione della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione.

Lo studio Iren-Ambrosetti su materie prime critiche

Il position paperMaterie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare” (realizzato da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con il Gruppo Iren) ha analizzato il valore delle materie prime critiche nelle produzioni industriali green e ha approfondito le opportunità che l’economia circolare può offrire.

 

Da qui ha delineato dieci messaggi chiave indispensabili per il recupero delle materie prime critiche. Partendo dal riconoscimento delle materie prime critiche come materiali di strategica importanza economica si passa poi a definire il ruolo centrale della Cina. La leadership di questo Paese sulle materie prime critiche non si basa solamente sulla produzione domestica e sull’estrazione, ma riveste una posizione fondamentale anche nella raffinazione dei metalli e sugli investimenti in giacimenti minerari in Paesi terzi.

 

Viene anche sottolineato che a un crescente fabbisogno italiano dalle materie prime critiche si deve rispondere con strategie per ridurre la dipendenza da altri Paesi e fornitori.

 

Per potenziare l’autonomia strategica italiana sarà necessario un incremento della dotazione impiantistica: The European House - Ambrosetti ha stimato che in Italia saranno necessari 7 impianti per riciclare correttamente il quantitativo crescente di rifiuti da qui al 2040.

Gli impianti Iren per raggiungere i target europei

Ad oggi il fabbisogno italiano di materie prime critiche è in costante crescita: Iren, attiva nei settori strategici dell’energia, dell’acqua, dell’ambiente e delle reti, fornirà un contributo sostanziale al raggiungimento dei target richiesti dal Critical Raw Materials Act grazie alla gestione diretta di circa 60 impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, fra i quali innovative linee di trattamento dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) per il recupero delle materie prime critiche contenute.


Nel piano industriale Iren al 2030 è previsto un ulteriore sviluppo impiantistico, fra cui la realizzazione del primo impianto italiano dedicato esclusivamente al recupero dei materiali preziosi e materie prime critiche, la cui costruzione partirà entro il 2023 in Valdarno. Il Piano Industriale prevede inoltre la realizzazione di un secondo impianto, in provincia di Siena, che sarà focalizzato sul riciclo dei pannelli fotovoltaici a fine vita e avrà una capacità di trattamento massima di circa 9mila tonnellate annue per vetro, alluminio, rame, plastica e silici. Creare le condizioni per lo sviluppo di una solida filiera nazionale del riciclo e di utilizzo dei materiali da fine vita: a questo obiettivo risponde anche RigeneRare, Hub sull'economia circolare delle materie prime critiche e dei metalli preziosi che si candida a divenire punto di riferimento a livello nazionale per la promozione e lo sviluppo sostenibile della catena del valore nazionale delle cosiddette “Materie Prime Critiche” (così come definite dal Critical Raw Materials Act) e dei Metalli Preziosi, con la mission di implementare una strategia per garantirne un approvvigionamento sicuro, diversificato, e sostenibile. Investimenti concreti per cogliere tutte le opportunità derivanti dalle materie prime critiche e valorizzarle nelle produzioni industriali italiane.

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