Energia

Iren-Ambrosetti, presentato a Roma lo studio su materie prime critiche

31 maggio 2023

Che relazione c'è tra materie prime critiche e economia circolare? A rispondere, indagando il rapporto tra queste due variabili particolarmente strategiche per lo sviluppo sostenibile, è il position paper “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”.

 

Realizzato da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con il Gruppo Iren, lo studio è stato presentato lo scorso 24 maggio a Roma presso l’Ara Pacis: l’evento ha rappresentato il punto di arrivo di un importante lavoro di ricerca che ha analizzato il valore delle materie prime critiche nelle produzioni industriali green e approfondito le opportunità che l’economia circolare può offrire in questo contesto.

 

A dibattere sul tema Valerio De Molli, Managing Partner e Amministratore Delegato The European House - Ambrosetti; Luca Dal Fabbro, Presidente Gruppo Iren; Fiorenzo Fumanti, geologo e ricercatore ISPRA; Danilo Bonato, Direttore Generale Erion e Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: uno scambio di prospettive con un focus comune, ovvero favorire la transizione ecologica considerando tutte le opportunità derivanti dalla materie prime critiche, che si distinguono per la loro importanza economica e l’alto rischio di fornitura. Ecco cosa è emerso.

 

valerio de molli

Quali sono i dieci messaggi chiave dello studio

“Le materie prime critiche sono centrali per l’industria europea e rientrano in tecnologie chiave per la politica energetica e digitale, in un contesto in cui l’Europa e l’Italia sono oggi fortemente dipendente da Paesi terzi” ha spiegato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House-Ambrosetti. 

Lo confermano le evidenze emerse dallo studio, articolate in dieci messaggi chiave indispensabili per comprendere il contesto di riferimento ed elaborare il contributo attivabile dall’economia circolare per il recupero delle materie prime critiche:

 

1. Le materie prime critiche sono materiali di strategica importanza economica perché sono impiegate nello sviluppo di tecnologie e applicazioni industriali. Inoltre, sono caratterizzate da elevato rischio di fornitura in termini di concentrazione della produzione e possibilità di approvvigionamento. Considerata l’importanza strategica di questi materiali per lo sviluppo economico degli Stati, la Commissione europea censisce regolarmente una lista di materie prime critiche.


La lista che comprende le materie prime critiche è in continuo aggiornamento da parte della Commissione Europea: un primo censimento è stato elaborato nel 2011 e comprendeva 14 materie prime critiche. Una versione aggiornata al 2023, invece, mostra che le materie prime critiche sono oggi 34.

 

2. La Cina gioca un ruolo chiave: detiene il primato nella fornitura (per il 56%) delle materie prime critiche importate dall’Unione Europea e, se interrompesse la fornitura di terre rare all’Europa, da qui al 2030 sarebbero a rischio 241 GW di eolico e 33,8 milioni di veicoli elettrici.

dal fabbro


“Le multiutility come Iren sono lo strumento più potente per abilitare la rivoluzione circolare
– ha spiegato Dal Fabbro -  Più del 90% delle materie prime critiche vengono dalla Cina, se riuscissimo a lavorare in casa quel tesoretto riusciremmo a essere indipendenti, da qui al 2040, per il 30-35% del fabbisogno di materie critiche estratte dai rifiuti”.

 

3. Il ruolo di leadership della Cina sulle materie prime critiche non si basa solamente sulla produzione domestica e sull’estrazione, ma riveste una posizione fondamentale anche nella raffinazione dei metalli e sugli investimenti in giacimenti minerari in Paesi terzi.

 

4.  Il Critical Raw Materials Act, emanato a marzo 2023 dalla Commissione Europea (CE), stabilisce che entro il 2030 l’estrazione, la raffinazione e il riciclo dovranno soddisfare, rispettivamente, almeno il 10%, 40% e 15% del fabbisogno europeo di materie prime critiche. La CE ha inoltre indicato che al massimo il 65% delle materie prime critiche consumate potranno essere importate da un singolo Paese.

 

5. The European House – Ambrosetti ha “convertito” le materie prime e gli ambiti strategici definiti dall’UE in tecnologie chiave: fotovoltaico ed eolico per il settore delle energie rinnovabili, batterie per il settore della mobilità elettrica, data storage e server e prodotti di elettronica che sfruttano chip per il settore digitale, droni e satelliti per il settore della difesa e dell’aerospazio.

presentazione report iren ambrosetti

 

6. Nel 2020 Il fabbisogno italiano di materie prime strategiche per la produzione delle tecnologie chiave si attestava a circa 2.782 tonnellate. Secondo le stime di The European House - Ambrosetti, per il 2040 questo fabbisogno crescerà tra le 5 e le 11 volte.

 

7. A fronte dell’incremento dei fabbisogni di materie prime strategiche è necessario ridurre la dipendenza dell’Italia da Paesi terzi attraverso la sostituzione delle stesse con altri materiali e con l’estrazione di materie prime critiche in territorio nazionale ed europeo. Ma si riscontrano criticità, come lo scarso numero di materiali sostituti e gli elevati costi di estrazione e raffinazione. Inoltre, i tempi per ottenere le autorizzazioni sono lunghi: in Europa dalla scoperta di un nuovo sito minerario all'estrazione vera e propria possono passare fino a 15/17 anni, contro i 3 mesi della Cina.

8. L’economia circolare rappresenta una leva ad alto potenziale, anche alla luce dei volumi crescenti di tecnologie low-carbon che raggiungeranno il fine vita: lo stock di prodotti riciclabili da qui al 2040 si prevede cresca di 13 volte.

 

9. Per il 2040 il riciclo potrà soddisfare dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuale di materie prime strategiche, con il target del 15% fissato dalla Commissione europea che può essere raggiunto già nel 2030. Lo scenario più ottimistico stima che al 2040 potrà essere soddisfatto dal riciclo il 32% del fabbisogno italiano di materie prime strategiche.

 

10. Per raggiungere tassi di riciclo significativi e potenziare l’autonomia strategica italiana sarà necessario un incremento della dotazione impiantistica: The European House - Ambrosetti ha stimato che in Italia saranno necessari 7 impianti per riciclare correttamente il quantitativo crescente di rifiuti da qui al 2040, per un investimento complessivo stimato in 336 milioni di euro.

 

“I risultati della ricerca - afferma il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro – dimostrano come l’incremento della dotazione impiantistica in termini di recupero e riciclo delle materie prime critiche sia l’azione più urgente da intraprendere a beneficio della sicurezza del sistema economico italiano. Al 2040 l’economia circolare potrà soddisfare fino al 32% del fabbisogno annuo di materie prime strategiche in Italia.”

 

Materie prime critiche: gli impianti Iren per raggiungere i target europei

"Lavorare materie prime critiche ha significativi impatti anche sul piano ambientale. Noi ci stiamo preparando con una legislazione nazionale che seguirà le indicazioni della Commissione Europea, sia per quanto riguarda le estrazioni nel nostro territorio, sia per quanto riguarda la lavorazione delle materie prime nei nostri siti industriali, ma anche per investire di più e meglio nel riciclo" ha affermato durante il convegno Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

 

Ad oggi, come evidenziato dai messaggi chiave del rapporto, il fabbisogno italiano di materie prime critiche è in costante crescita: Iren, attiva nei settori strategici dell’energia, dell’acqua, dell’ambiente e delle reti, fornirà un contributo sostanziale al raggiungimento dei target richiesti dal Critical Raw Materials Act grazie alla gestione diretta di circa 60 impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, fra i quali innovative linee di trattamento dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) per il recupero delle materie prime critiche contenute.

Nel piano industriale Iren al 2030, che prevede circa 10,5 miliardi di investimenti, l’80% dei quali dedicati alla crescita sostenibile, è previsto un ulteriore sviluppo impiantistico, fra cui la realizzazione del primo impianto italiano dedicato esclusivamente al recupero dei materiali preziosi e materie prime critiche, la cui costruzione partirà entro il 2023 in Valdarno. Il Piano Industriale prevede inoltre la realizzazione di un secondo impianto, in provincia di Siena, che sarà focalizzato sul riciclo dei pannelli fotovoltaici a fine vita e avrà una capacità di trattamento massima di circa 9mila tonnellate annue per vetro, alluminio, rame, plastica e silici. Investimenti concreti per cogliere tutte le opportunità derivanti dalle materie prime critiche e valorizzarle nelle produzioni industriali italiane.

 

 

Scarica il Position Paper completo

Da questo link puoi scaricare lo studio "Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare" realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Iren.

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