Rinnovabili

EY Italy Outlook Talk: Energy, il futuro dell'energia al centro del dibattito

22 dicembre 2022

In un contesto energetico mondiale in continua trasformazione e caratterizzato da una situazione di attuale incertezza risulta fondamentale la sinergia tra persone, imprese e istituzioni: da questo presupposto si è sviluppato l’EY Italy Outlook Talk: Energy, tenutosi lo scorso 13 dicembre e organizzato a cura di EY per analizzare gli scenari trasformativi che l’Italia sta affrontando in ambito energetico.

 

L’obiettivo del dibattito - che ha visto tra i protagonisti Gianni Vittorio Armani, Amministratore delegato del Gruppo Iren - è stato quello di concentrarsi sulle priorità e urgenze di breve-medio periodo, accelerando nell’implementazione di piani-soluzioni opportune e senza perdere di vista gli ambiziosi obiettivi di lungo periodo.

 

Come emerso dal confronto, solamente attraverso una strategia che metta a fattor comune tutti gli stakeholder è possibile puntare a realizzare una crescita strutturale sostenibile anche per le nuove generazioni.

Qual è la prospettiva globale e italiana sul futuro dell’energia

Il panorama energetico oggi è caratterizzato da grandi sfide ma anche da importanti opportunità, la cui attuazione richiede investimenti e un piano strategico capace di garantire il graduale processo di adattamento verso un nuovo paradigma produttivo.

 

Puntare sulle fonti di energia rinnovabili è una necessità che acquista preminenza a livello globale, ma ancor più in Italia e nel continente europeo che potrebbe puntare sulle fonti di energia pulita per affermare la sua autonomia energetica.

 

A riguardo i dati EY, attraverso il Renewable Energy Country Attrattività Index (RECAI), classificano i primi 40 mercati del mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili. L’Italia sale al dodicesimo posto, dietro gli Stati Uniti - che guidano la svolta green puntando sull’idrogeno verde - e alla Cina che accelera la transizione verso le fonti rinnovabili mirando alla neutralità climatica entro il 2060.

 

L’Italia guadagna una posizione preminente in Europa, grazie alla ricchezza di fonti rinnovabili sul territorio e a un miglioramento delle performance, dovuto anche alla crescita delle istallazioni sia nell’eolico onshore che nel fotovoltaico. Anche le procedure autorizzative acquistano velocità, agevolando la diffusione dei progetti rinnovabili.

Secondo i dati, dunque, la transizione energetica è in atto e procede secondo la giusta direzione. Tuttavia, è necessario un piano strategico meglio organizzato per poter consolidare la produzione di energia rinnovabile, accelerare la diversificazione delle fonti di produzione di energia e aumentare lo stoccaggio.

 

L’ostacolo principale è costituito dall’assenza di infrastrutture: una mancanza da colmare in modo prioritario per poter garantire una migliore connessione tra il Sud del Paese -  maggiormente ricco delle principali fonti di energia rinnovabile come sole e vento - e il Nord dove la domanda di energia è maggiore. Il problema non riguarda solo l’Italia ma l’intera Europa dove - come sostiene il CEO di Iren Armani - “è complicato realizzare infrastrutture e impianti dedicati alla produzione di energia rinnovabile".

Le aziende grandi investono poco nello sviluppo degli impianti e buona parte delle pipeline è sviluppata da imprenditori individuali che impiegano le proprie risorse per sviluppare progetti infrastrutturali.

Gianni Vittorio Armani, CEO del Gruppo Iren

Occorrono dunque maggiori investimenti per ridurre il gap sulle rinnovabili e agevolare il passaggio verso un nuovo modello produttivo. Diversamente, il pericolo sarebbe quello di un’accelerazione troppo rapida che rischia di condurre ad un‘inefficacia delle azioni di rinnovamento.

 

Il processo di transizione ecologica – come emerge dal dibattito - deve essere progressivo e seguire un modello più ordinato di sviluppo che coadiuvi l’affermarsi di un nuovo paradigma produttivo con l’intensificarsi delle infrastrutture e un’adeguata valorizzazione dell’energia stessa.

 

Gli investimenti e le azioni del Gruppo Iren verso il domani sostenibile

“Ridurre il nostro consumo, sfruttare meglio i prodotti a fine vita e accrescere la produzione di energie rinnovabile sono tre dimensioni in cui la nostra azienda è molto attiva” ha sottolineato Armani.

Come emerge dagli obiettivi esplicitati dal Gruppo Iren nel Piano industriale al 2030, lavorare per il domani dei territori significa per Iren assumersi la responsabilità di un programma fortemente improntato a trovare soluzioni per l’oggi e accompagnare lo sviluppo in un decennio che si prospetta cruciale per trasformazione e crescita. 

Decarbonizzazione, elettrificazione dei consumi, economia circolare ed efficienza energetica sono gli asset portanti dell’azione di Iren al 2030. La strategia industriale si integra fortemente integrata con quella di sostenibilità: circa l’80% degli investimenti – dei 12,7 miliardi previsti - sarà “sostenibile” e circa il 61% sarà destinato allo sviluppo per favorire la crescita dimensionale del Gruppo, di cui 1,6 miliardi destinati all’innovazione e 600 milioni alla digitalizzazione.

 

Lo sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare, è al centro della strategia di crescita di Iren e segue le linee di indirizzo tracciate durante il dibattito EY: il Piano Industriale al 2030 di Iren mira al target di nuova capacità rinnovabile installata al 2030 di 2,2 GW. Ma non solo. Alla crescita di fotovoltaico ed eolico si accompagna lo sviluppo dello storage elettrico, necessario per offrire al sistema elettrico servizi di regolazione utili a compensare l’intermittenza propria degli impianti rinnovabili.

 

Un impegno strategico e integrato a diverse aree intervento – dal settore energetico a quello ambientale - la cui sinergia può fare la differenza per il domani sostenibile.

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