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I nuovi obiettivi climatici dell'Unione europea, meno 90% emissioni al 2040: ecco cosa prevedono

4 agosto 2025
  • La Commissione europea propone un nuovo target climatico intermedio: ridurre del 90% le emissioni nette entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, per mantenere l’UE sulla traiettoria dell’Accordo di Parigi e raggiungere la neutralità climatica al 2050.

  • Il piano si basa su pragmatismo e flessibilità: prevede meccanismi come l’uso di crediti di carbonio, il calcolo netto con rimozione della CO₂ e compensazioni intersettoriali, per adattare la transizione alle diverse realtà economiche e tecnologiche degli Stati membri.

  • Il target riceve forte sostegno dall’opinione pubblica, ma anche critiche da parte di esperti e ambientalisti per l’eccessiva fiducia nelle compensazioni e nei crediti, che rischiano di rallentare la decarbonizzazione reale.

  • Se approvato, l’obiettivo offrirà certezza normativa a imprese e investitori e rafforzerà il ruolo dell’UE come leader globale nella lotta al cambiamento climatico, ponendo al centro la sfida della giustizia climatica e della competitività.

La Commissione europea ha ufficialmente proposto l’introduzione di un nuovo traguardo climatico intermedio: una riduzione netta delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. Il target, che rientra nell’ambito della Legge europea sul clima, segna una tappa cruciale nel cammino verso la neutralità climatica prevista per il 2050.

 

L’idea di un target così ambizioso non è nuova: era già stata avanzata al termine del primo mandato di Ursula von der Leyen. Ora la proposta seguirà l’iter legislativo ordinario, passando al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio. 

 

La proposta legislativa verrà presentata sotto forma di emendamenti al regolamento attualmente in vigore, la “European Climate Law” del 2021, che prevede già un obiettivo per il 2030, il 55% (sempre rispetto al 1990), e fissa come traguardo finale per il 2050 la “neutralità climatica”.

 

Ridurre del 90% non è un dato casuale: si trattava infatti della soglia minima definita dal Comitato Scientifico sui Cambiamenti Climatici dell’Unione Europea (The European Scientific Advisory Board on Climate Change - ESABCC), che già nel giugno del 2023 aveva indicato che l’unico modo per l’Unione per rimanere in una traiettoria compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sarebbe stato quello di promuovere un taglio delle emissioni tra il 90 ed il 95% entro il 2040 rispetto al 1990. Solo così l’Unione Europea avrebbe potuto contribuire al mantenimento delle temperature globali entro 1,5°C di riscaldamento medio entro la fine del secolo.

 

Il nuovo obiettivo poggia anche su un solido consenso pubblico: secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro sui cambiamenti climatici, l’81% dei cittadini e delle cittadine dell’Ue sostiene il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. In Italia la percentuale sale all’84%, mentre l’Estonia è l’unico Paese dove il sostegno resta sotto il 50% (46%). I cittadini indicano i governi nazionali (66%), l’Ue (59%) e le imprese (58%) come gli attori che hanno i mezzi e le capacità di azione per affrontare la crisi climatica.

Concetto di neutralità carbonica con l’indicazione “Net Zero by 2050” su sfondo verde, a rappresentare l’impegno globale per ridurre le emissioni.

Un obiettivo ambizioso, ma realistico

“L'obiettivo è chiaro, il percorso è pragmatico e realistico”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

 

L’obiettivo climatico proposto per il 2040 tiene pienamente conto dell'attuale panorama economico, geopolitico e della sicurezza e offre agli investitori e alle imprese la prevedibilità e la stabilità di cui hanno bisogno nella transizione dell'UE all’energia pulita. Mantenendo la rotta della decarbonizzazione, l’Ue stimolerà gli investimenti nell'innovazione, creerà più posti di lavoro, genererà crescita, aumenterà la nostra resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici e diventerà più indipendente dal punto di vista energetico.

“Aver concordato sull’obiettivo climatico del 90% ci fornisce un chiaro punto di riferimento per orientare le nostre azioni future”, ha affermato la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Teresa Ribera, già ministra per la Transizione climatica spagnola.

 

“Stiamo rispondendo agli europei che rimangono fermamente favorevoli all’azione per il clima. Per questo motivo abbiamo deciso di proseguire con le nostre politiche climatiche, poiché sono fondamentali per il raggiungimento di altri obiettivi di politica sociale ed economica, come la sicurezza e la prosperità dei nostri cittadini e delle nostre imprese”, ha affermato Ribera. “Non stiamo scegliendo tra l’economia e l’agenda green, ma entrambe. L’Europa ribadisce il suo impegno per una transizione verde equa, ambiziosa e competitiva”, ha aggiunto Ribera.

 

Pragmatismo e flessibilità sono due pilastri chiave di questo nuovo obiettivo climatico: “Poiché i cittadini europei sentono sempre più l’impatto dei cambiamenti climatici, si aspettano che l’Europa agisca. L’industria e gli investitori guardano a noi per impostare una direzione prevedibile di viaggio”, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Oggi dimostriamo di sostenere fermamente il nostro impegno a decarbonizzare l’economia europea entro il 2050”.

 

Nonostante sia evidente il cambiamento climatico, la Commissione ha dovuto prendere consapevolezza e considerare anche le crescenti preoccupazioni e resistenze in alcuni settori. Per questo sono stati previsti strumenti di flessibilità per accompagnare la transizione e adattarla alle diverse realtà degli Stati membri.

Quali sono i meccanismi di flessibilità per raggiungere gli obiettivi

È bene precisare che la proposta introduce tre forme di flessibilità riguardo alle modalità di raggiungimento degli obiettivi nazionali che ogni Stato membro dovrà conseguire per contribuire al 90% complessivo. Questi strumenti di flessibilità permettono agli Stati membri di raggiungere l’obiettivo in modo più graduale o adattato alle proprie specificità economiche, tecnologiche e territoriali. Ecco i meccanismi di flessibilità:



  1. Uso dei crediti di carbonio: ossia la possibilità, a partire dal 2036, di prendere per gli Stati i cosiddetti “crediti internazionali di carbonio”, delle riduzioni delle emissioni per compensare un eventuale divario (fino al 3%) rispetto al traguardo fissato per lo Stato membro interessato al 2040. Questa strategia “sarà soggetta a una valutazione d’impatto dettagliata e approfondita e all’elaborazione di norme Ue che stabiliscano quando e come tali crediti possano essere integrati nella legislazione climatica dell’Ue esistente o futura”, ha spiegato la Commissione. Queste norme “includeranno criteri e standard solidi e di elevata integrità, nonché condizioni sull’origine, la tempistica e l’utilizzo di tali crediti”.
  2. Contabilità netta delle emissioni: il target del -90% è calcolato come riduzione netta, ovvero tenendo conto anche della rimozione del carbonio tramite tecnologie di cattura e stoccaggio della CO₂. Questo dà spazio a strategie diversificate, che combinano decarbonizzazione con investimenti nella capacità di assorbimento.
  3. Compensazioni intersettoriali: se un paese supera il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni in un settore (per esempio, nell'edilizia, o nei trasporti), e non riesce invece a raggiungere l'obiettivo fissato in un altro settore (per esempio in quello agricolo e forestale), potrà compensare con il buon risultato del primo caso le riduzioni di emissioni insufficienti nel secondo.
Bilancia della giustizia sovrapposta a un paesaggio naturale, simbolo di diritto ambientale e giustizia climatica a livello internazionale.

Alla ricerca dell’equilibrio, tra ambizione climatica e consenso politico

La proposta della Commissione giunge in un momento di forti divisioni a livello politico sull’efficacia del Green Deal e del percorso avviato nella prima Commissione von der Leyen a favore della transizione green. La Commissione ha cercato con questo pacchetto - e aggiungendo delle nuove flessibilità - di conciliare la pressione climatica con la necessità di costruire un consenso politico, in un momento di forte polarizzazione. L’obiettivo del -90% è anche una risposta alla crescente richiesta da parte della società civile e dei giovani attivisti per un’azione più incisiva, ma tiene conto anche delle preoccupazioni di alcune imprese e Stati membri su competitività, occupazione e costi della transizione.

Nonostante l’ambizioso obiettivo del -90% di emissioni nette al 2040 venga presentato dalla Commissione come una svolta pragmatica e realistica, non mancano le critiche da parte di esperti, associazioni ambientaliste e alcuni Stati membri.

 

Le principali perplessità riguardano l’ampio margine concesso ai cosiddetti “meccanismi di flessibilità”, che pur promettendo una maggiore adattabilità rischiano di trasformarsi in scappatoie per evitare interventi strutturali. In particolare, desta preoccupazione l’enfasi sulle tecnologie di rimozione del carbonio: la possibilità di compensare le emissioni invece di tagliarle alla fonte rischia di ritardare la reale decarbonizzazione di settori ad alta intensità fossile. Le compensazioni, inoltre, spesso mancano di trasparenza, e il mercato dei crediti di carbonio volontari è stato più volte criticato per la scarsa affidabilità dei progetti certificati. Anche sul piano geopolitico e sociale emergono alcuni nodi irrisolti: obiettivi troppo ambiziosi possono accentuare le disuguaglianze all’interno dell’Ue

 

Se approvato, il nuovo obiettivo darà maggiore certezza normativa a investitori, imprese e amministrazioni pubbliche, incentivando lo sviluppo di tecnologie pulite, rinnovabili e sistemi di rimozione del carbonio. Ma la partita si giocherà anche sul fronte della giustizia climatica: sarà fondamentale garantire che la transizione sia equa.

 

Con il -90% al 2040, l’Europa si propone ancora una volta come guida globale nella lotta al cambiamento climatico. La sfida, dunque, non sarà solo raggiungere il target numerico del -90%, ma farlo in modo giusto, trasparente e trasformativo.

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