Acqua

Resilienza idrica, il Parlamento europeo chiede un'azione più incisiva: ecco come

26 maggio 2025
  • Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita la Commissione e gli Stati membri a definire una strategia ambiziosa per la resilienza idrica, chiedendo una gestione sostenibile, integrata e digitale delle risorse.

  • Tra le priorità: promozione del riuso delle acque reflue, riduzione dell’inquinamento da sostanze chimiche, sviluppo di sistemi intelligenti di irrigazione e allerta, e investimenti mirati nelle aree più vulnerabili.

  • Il Gruppo Iren è citato come modello virtuoso grazie alla strategia “Circular Water”, che punta sul riutilizzo delle acque reflue, la digitalizzazione delle reti e la riduzione delle perdite idriche entro il 2030.

L’inquinamento, il degrado degli habitat, gli effetti dei cambiamenti climatici e lo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche stanno mettendo sotto pressione laghi, fiumi, acque costiere e sotterranee in Europa. Lo stress idrico colpisce il 20% del territorio europeo e il 30% della popolazione ogni anno. In questo contesto le strategie per la tutela della risorsa idrica sono fondamentali.

 

Con 470 voti favorevoli, 81 contrari e 92 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non legislativa che punta i riflettori sull’urgenza di una gestione più efficiente e sostenibile dell’acqua e una risposta efficace alle sfide legate alle risorse idriche. I deputati sollecitano la Commissione europea e gli Stati membri a mettere in campo una strategia ambiziosa che rafforzi la resilienza idrica dell’Unione, in risposta a una crisi che non è più futura, ma già in atto.

Acqua come risorsa vitale per persone, economia e clima

Nel testo approvato dal Parlamento europeo si ribadisce con forza che l’acqua è una risorsa essenziale e insostituibile, non solo per la salute e il benessere delle persone, ma anche per il funzionamento dell’economia, la competitività industriale e la resilienza climatica del continente. Senza acqua non c’è vita, ma non c’è nemmeno agricoltura, industria, produzione energetica o tutela della biodiversità. Eppure, la sua disponibilità e qualità sono sempre più minacciate da fattori interconnessi: cambiamenti climatici, consumo eccessivo, inquinamento, degrado degli ecosistemi, urbanizzazione incontrollata.

 

Il Parlamento evidenzia come le risorse idriche europee siano già oggi sottoposte a pressioni crescenti, con aree in cui la scarsità d’acqua è diventata una condizione cronica. In molte regioni dell’UE, si stanno registrando periodi di siccità più lunghi e frequenti, accompagnati da precipitazioni irregolari e da un progressivo abbassamento del livello delle falde acquifere. Questo scenario ha conseguenze dirette sulla sicurezza alimentare, sulla produzione agricola e sulla disponibilità idrica per usi civili e industriali, compromettendo anche la coesione territoriale e aumentando le disuguaglianze territoriali e sociali.

 

Proprio per questi motivi, il Parlamento chiede che l’acqua venga riconosciuta come una priorità politica strategica, ponendola al centro delle politiche ambientali, economiche e sociali dell’Unione. Il suo valore – ambientale, sociale ed economico – deve essere pienamente integrato nei processi decisionali e nella pianificazione a lungo termine, superando una visione settoriale e promuovendo una gestione integrata e partecipata. I deputati chiedono un quadro normativo rafforzato che favorisca il riuso delle acque reflue trattate, incentiva tecnologie di risparmio idrico e promuova investimenti per infrastrutture resilienti e interconnesse, soprattutto nelle aree più vulnerabili. Entro l’estate questa risoluzione non legislativa dovrà essere seguita dall’adozione della Strategia europea per la resilienza idrica da parte della Commissione. L’acqua non è una risorsa infinita: serve una governance forte e coordinata per tutelarla e garantirne l’accesso equo e sostenibile per tutte e tutti.

Dettaglio dall'alto di una diga, con getto d'acqua in uscita e persona che cammina sul bordo della struttura, accanto al lago.

Verso un’economia circolare dell’acqua, cosa prevede la strategia dell’UE

Un punto chiave della risoluzione riguarda l’approccio circolare alla gestione idrica. L’Europarlamento invita a sostenere soluzioni innovative che permettano di ridurre gli sprechi, ottimizzare i consumi e recuperare risorse. I deputati esortano la Commissione a stabilire obiettivi settoriali da raggiungere in materia di efficienza idrica ed estrazione di acqua da fonti superficiali o sotterranee, basati su valutazioni aggiornate dei rischi climatici.

 

Si chiede inoltre all'UE di fare di più per ridurre l'inquinamento idrico causato da prodotti farmaceutici, pesticidi chimici e fertilizzanti, batteri resistenti agli antibiotici, microplastiche e sostanze chimiche, e per eliminare gradualmente le cosiddette "sostanze chimiche permanenti" (PFAS).

Il Parlamento ribadisce la necessità di integrare l’adattamento ai cambiamenti climatici nei piani settoriali che incidono sull'uso dell'acqua e del suolo. Occorrono inoltre misure forti per le regioni che affrontano criticità specifiche, come quelle prossime al Mediterraneo, le aree insulari e le regioni periferiche. Risulta evidente e viene ribadito che i meccanismi di preparazione e risposta alle crisi per la scarsità d'acqua, la siccità e le inondazioni vanno significativamente migliorati.

 

Nella risoluzione, inoltre, i deputati chiedono alla Commissione di destinare finanziamenti mirati per la resilienza idrica, al fine di modernizzare le infrastrutture, promuovere una gestione sostenibile delle risorse, e creare soluzioni basate su tecnologie innovative.

 

È necessario anche un investimento in soluzioni basate sull'intelligenza artificiale (IA) per il rilevamento delle perdite, la creazione di sistemi di irrigazione intelligente. Da sottolineare anche l’importanza di strumenti digitali per la raccolta dei dati, il monitoraggio e per i sistemi di allerta precoce, nonché per il miglioramento della cybersicurezza delle infrastrutture idriche.

Vista aerea di una diga curvilinea che trattiene le acque di un lago color turchese, circondata da vegetazione e strutture tecniche.

Il modello Iren, innovazione e circolarità per tutelare l’acqua

L’acqua è un bene prezioso per la vita di ogni ecosistema e in quanto tale deve essere tutelato, garantendo lo sviluppo di modelli virtuosi. Il Gruppo Iren si impegna ogni giorno per garantire una gestione integrata della risorsa idrica, per limitare le perdite idriche e costruire una filiera dell’acqua efficiente e sostenibile per il futuro di ogni territorio. Il piano d’investimenti al 2030 del Gruppo prevede oltre 2,4 miliardi destinati al potenziamento e all’incremento della resilienza della rete acquedottistica e lo sviluppo della filiera di depurazione

L’obiettivo di Iren è quello di passare dal 33% al 20% di perdite nette medie di rete al 2030 sull’intero territorio gestito attraverso il passaggio dal 56% al 90% di copertura della rete: una priorità per consolidare la gestione integrata della risorsa idrica.

 

Un esempio virtuoso di gestione idrica resiliente è rappresentato dal modello “Circular water” sviluppato da Iren. La strategia Circular Water si fonda sulla salvaguardia della risorsa idrica attraverso il recupero delle acque meteoriche, evitando il prelievo di nuova acqua. Nello stesso tempo, punta a rimettere in circolo l’acqua depurata attraverso le attività economiche, come ad esempio la valorizzazione dei fanghi di depurazione.

 

Tra le azioni messe in campo ci sono il recupero delle acque reflue per usi agricoli e industriali, l’ottimizzazione delle reti per ridurre le perdite, e l’implementazione di sistemi digitali per monitorare i consumi in tempo reale.

 

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2025, partecipando attivamente a diverse attività sui territori, Iren ha anche rilanciato il proprio impegno attraverso il potenziamento di soluzioni tecnologiche avanzate per la depurazione e il riutilizzo. L’obiettivo è rispondere all’emergenza siccità e proteggere la risorsa in una logica di lungo periodo. Un modello che si inserisce pienamente nella visione promossa dal Parlamento europeo, e che potrebbe ispirare altre realtà territoriali nel percorso verso una maggiore resilienza idrica.

Gestione integrata della risorsa idrica, l’impianto virtuoso di Mancasale

Per Iren è fondamentale assumere una parte attiva anche in rapporto ai cambiamenti climatici, per raggiungere obiettivi sostenibili legati a una migliore gestione delle risorse idriche ed elaborare soluzioni strutturali all’emergenza siccità. Ed è proprio da questi valori che passa la tutela della risorsa idrica. Il recupero e il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, è un obiettivo che il Gruppo Iren persegue da sempre. Ne è un esempio l’impianto di Mancasale: utilizzato a pieno regime come primo impianto di riuso delle acque in Emilia Romagna. L’impianto intercetta le acque di scarico del depuratore e le affina a scopo irriguo, a beneficio dell'ambiente e delle aziende agricole limitrofe: una risposta concreta all’emergenza in corso.

 

Ogni anno l’impianto consente infatti di distribuire circa 6 miliardi di litri d’acqua evitando o riducendo significativamente il prelievo dal fiume Po durante la stagione estiva. I benefici di questo sistema non riguardano solo l'ambiente, ma anche le aziende agricole limitrofe. Un polo strategico per il territorio che migliora la qualità delle acque superficiali e permette il recupero e il riutilizzo delle acque reflue. 


La risoluzione europea non ha valore vincolante, ma rappresenta un importante segnale politico: per garantire sicurezza idrica ai cittadini europei e al pianeta, serve una risposta integrata che coinvolga istituzioni, imprese e società civile. Solo attraverso un approccio sistemico, basato su innovazione, governance partecipata e rispetto degli ecosistemi, sarà possibile affrontare in modo efficace le sfide idriche del presente e del futuro.

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