Innovazione

Percorsi verso la plastica circolare, la proposta dell’Agenzia Europea dell’Ambiente

17 marzo 2023

Neve dimezzata sulle Alpi, laghi e fiumi in forte sofferenza, corsi d'acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica "media" nel distretto idrografico del Fiume Po, dell’Appennino settentrionale e centrale: la siccità continua a costituire un problema per la penisola italiana e l’associazione ambientalista Legambiente propone di trovare una strategia nazionale per far fronte al fenomeno.

 

I dati mostrano in modo chiaro il problema: si registra il -61% di acqua nel bacino del Po e -53% di neve caduta sulle Alpi. Attualmente il consumo di acqua è limitato all’uso di acqua potabile, ma ben presto con l’aumento delle temperature sarà necessaria più acqua per uso agricolo e industriale. Per questo è necessario diminuire la dispersione e gli sprechi e favorire l'accumulo ad uso irriguo. La transizione ecologica passa anche attraverso il comparto idrico e l’approccio “circular water” di Iren nella gestione dell’acqua ne è testimonianza: come sostenuto anche da Legambiente, è necessaria una strategia che intervenga valorizzando i fattori che accelerano la tutela dell’acqua e favorendo l’affermarsi di modelli virtuosi. Ecco gli otto punti proposti dall’associazione ambientalista.

 

Gli 8 punti proposti da Legambiente

“Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi e livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. L’obiettivo è favorire da una parte l'adattamento ai cambiamenti climatici e dall'altra i ridurre da subito i prelievi di acqua evitando anche gli sprechi. Legambiente ha pensato a una strategia in otto punti che prevede interventi di breve, medio e lungo periodo:

 

1.     favorire la ricarica controllata della falda, facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare;

2.      prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini;

3.     attuare interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione;

4.     implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie;

5.     riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;

6.     utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi;

7.     favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti;

8.     introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.

 

Le proposte di Utilitalia per le reti idriche

 

Anche Utilitalia, Federazione delle imprese dei servizi pubblici, ha lanciato "otto proposte concrete per favorire l'adattamento infrastrutturale delle reti idriche al cambiamento climatico".

 

Le associate di Utilitalia forniscono i servizi idrici all'80% della popolazione italiana e per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sono pronte a mettere in campo investimenti per circa 11 miliardi di euro nei prossimi 3 anni.

 

I punti individuati prevedono la riduzione delle perdite e incentivazione di comportamenti virtuosi; nuovi invasi e interconnessioni; il riutilizzo delle acque depurate a fini agricoli o industriali; il contrasto al cuneo salino; l’aumento della produzione di acqua potabile attraverso la dissalazione; il rafforzamento dei distretti idrografici e la semplificazione delle procedure per la realizzazione degli investimenti.

 

Per favorire l'adattamento infrastrutturale delle reti idriche, le azioni sono suddivise in base al tempo previsto per l’attuazione: ci sono quelle sul breve periodo (entro 3 mesi) e classificate in base alla maggiore velocità di esecuzione, quelle di medio (entro 6 mesi) e, infine, le azioni di lungo periodo (oltre 6 mesi), che segnalano una serie di possibili interventi normativi in risposta alla crisi idrica.

bottiglie di plastica

Le conseguenze della siccità sull’agricoltura e il ruolo strategico delle acque reflue

Secondo Coldiretti, per tornare alla normalità e garantire le produzioni agricole primaverili ed estive sarebbe necessario oltre un intero mese di pioggia. A causa della mancanza d’acqua si stima che verranno coltivati quasi 8mila ettari di riso in meno con un impatto rilevante sulla produzione di un alimento di cui l’Italia è leader europeo con la metà dei raccolti. 

Il recupero delle acque reflue rappresenta un’opportunità per l’agricoltura: l'impianto Iren di Mancasale (Reggio Emilia), ad esempio, è dedicato proprio alla depurazione dell'acqua e rappresenta il primo impianto in Emilia Romagna per trattamento terziario avanzato delle le acque reflue destinate al riuso a beneficio dell’agricoltura.

 

Intercettando le acque di scarico del depuratore, l’impianto di Mancasale le affina a scopo irriguo e a beneficiarne non è solo l'ambiente ma anche le aziende agricole limitrofe: una risposta pratica all’emergenza siccità che, come testimoniano i dati, sta diventando strutturale.

 

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