Green

Che cos'è la "Corporate Sustainability Reporting Directive" e perché guida lo sviluppo sostenibile in azienda

9 marzo 2024

 

Per promuovere la sostenibilità all’interno delle aziende e contrastare il cambiamento climatico, l'Unione Europea ha introdotto la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

 

La direttiva, entrata in vigore il 5 gennaio 2023, modernizza e rafforza le norme relative alle informazioni sociali e ambientali e di governance che le imprese devono fornire per la reportistica sulla sostenibilità aziendale. Ecco cosa prevede.

natura

Cosa prevede la direttiva

Le norme dell’Ue impongono alle grandi società e alle società quotate di pubblicare rapporti regolari sui rischi sociali e ambientali che devono affrontare e sull’impatto delle loro attività sulle persone e sull’ambiente.

 

La Direttiva CSRD riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità. La sua introduzione farà aumentare notevolmente il numero delle imprese che dovranno redigere in modo obbligatorio il Bilancio di sostenibilità, un documento che consente di comunicare ai clienti, ai produttori, agli investitori e ai dipendenti le scelte aziendali in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. 

 

L’obiettivo è quello di garantire alle diverse tipologie di stakeholder l’accesso alle informazioni di cui hanno bisogno per valutare l’impatto delle strategie e delle azioni d’impresa sulle persone e sull’ambiente. Allo stesso tempo la CSRD intende garantire agli investitori la possibilità di valutare i rischi e le opportunità di natura finanziaria derivanti dai cambiamenti climatici e da altre questioni di sostenibilità. Infine, con le nuove norme, si ridurranno i costi di rendicontazione per le imprese nel medio-lungo termine armonizzando le informazioni da fornire. In questo modo anche le organizzazioni della società civile, i consumatori e le altre parti interessate possono valutare le prestazioni di sostenibilità delle aziende, come parte del Green Deal europeo.

 

Le modalità di rendicontazione delle CSRD

Le imprese e gli enti di interesse pubblico, così come alcune medie imprese che dovranno applicare la CSRD si baseranno su alcuni principi e regole:

 

  • Principio della doppia materialità: le organizzazioni devono divulgare informazioni su come le attività del loro business influenzano il pianeta e le persone e su come gli obiettivi, le misure e i rischi di sostenibilità influiscono sulla salute finanziaria dell’azienda. Ad esempio, oltre a richiedere a un’organizzazione di rendicontare il proprio consumo e i costi dell'energia, la CSRD impone di comunicare le metriche delle emissioni che descrivono nel dettaglio l’impatto dell’utilizzo dell'energia sull’ambiente, gli obiettivi di riduzione di tale impatto e le informazioni su come il raggiungimento di tali obiettivi influirà sulle finanze dell'organizzazione.

 

  • Report di rendicontazione standardizzati: per migliorare la comparabilità e la coerenza, la direttiva CSRD promuove l’uso di formati di rendicontazione standardizzati ed elettronici, come l’European Single Electronic Format (ESEF) per i bilanci e l’European Reporting Template (ERT) per le informazioni non finanziarie.

 

Dopo l’entrata in vigore della direttiva, Mairead McGuinness - la commissaria europea per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'unione dei mercati dei capitali - ha dichiarato: “Questa decisione dimostra che ascoltiamo le preoccupazioni delle imprese e stiamo rispondendo. La rendicontazione della sostenibilità da parte delle imprese è fondamentale per la transizione verde e per la trasparenza nei confronti degli investitori. A medio e lungo termine, requisiti di rendicontazione standardizzati significano meno oneri per le imprese, non di più. Ma siamo consapevoli che il ritmo del cambiamento può essere impegnativo per molte aziende”.

 

Da quando si applicano le nuove regole

Le aziende dovranno applicare le nuove regole per la prima volta nell’anno finanziario 2024, per i report pubblicati nel 2025. Tutte le informazioni divulgate nell'ambito della CRSD devono essere rese disponibili al pubblico ed esaminate da terzi incaricati di verificarne l'accuratezza e la completezza.

 

In caso di inadempienza, la CSRD prevede che gli Stati membri dell'Ue dispongano di un ente investigativo che vigili e valuti la conformità e sanzioni i casi di violazione della direttiva commisurando una riposta che sia "efficace, proporzionata e dissuasiva" in base a diversi fattori. Tra questi la gravità e la durata della violazione, insieme alla capacità finanziaria dell'azienda: le sanzioni per la mancata conformità alla CSRD saranno determinate dai singoli Stati membri sulla base delle leggi statali pertinenti. Un approccio preciso per un obiettivo comune, rendere trasparente la sostenibilità in azienda e in tutti i Paesi Ue.

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