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L come littering: che cos'è e perché è importante contrastare l'abbandono dei rifiuti

9 giugno 2024

Meno rifiuti prodotti, più raccolta differenziata e riciclo. Sono queste le tre azioni chiave del ciclo integrato dei rifiuti, la cui gestione virtuosa è in grado di ridurre a monte i rifiuti e di conseguenza il bisogno di smaltire gli scarti e il relativo impatto sull’ambiente. Tuttavia, sino a che l’economia circolare non viene implementata in modo strutturale in ogni settore della vita quotidiana, è necessario fronteggiare le “storture” che possono verificarsi nella vita di tutti i giorni. Una di esse è il littering, ovvero l'abbandono improprio dei rifiuti nell'ambiente.

 

Si tratta di un fenomeno molto diffuso e, per osservarlo, non è necessario andare troppo lontano: basta pensare alla quantità di scarti di sigarette che si trovano per terra nelle città, o in ambienti specifici, come le spiagge o i parchi.  Una ricerca del 2017 condotta dal ministero dell’Ambiente, dall’Università degli studi di Torino e da diversi consorzi per gli imballaggi, sottolinea come su 100 fumatori più di 70 abbiano abbandonato il loro mozzicone nell’ambiente: una delle tante azioni improprie del littering.

Da dove nasce il littering

Il fenomeno del littering, è causato da una combinazione di fattori culturali, comportamentali e sistemici.

Tra le cause principali vi sono la mancanza di educazione ambientale e di consapevolezza sui danni provocati dall'inquinamento, nonché una carenza di infrastrutture adeguate per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Spesso, le persone abbandonano i rifiuti per comodità, ignoranza o disattenzione, non considerando le conseguenze a lungo termine.

Le conseguenze del littering sono gravi e diffuse: i rifiuti abbandonati possono contaminare il suolo e le acque, danneggiare gli ecosistemi e rappresentare una minaccia per la fauna selvatica, che può ingerire o rimanere intrappolata nei rifiuti. Inoltre, il littering contribuisce al degrado estetico dei paesaggi urbani e naturali, influenzando negativamente il turismo e la qualità della vita delle comunità locali. La presenza di rifiuti abbandonati può anche favorire la proliferazione di parassiti e malattie, creando rischi per la salute pubblica. Combattere il littering richiede quindi un approccio integrato, che comprenda campagne di sensibilizzazione, miglioramento delle infrastrutture di gestione dei rifiuti e politiche di regolamentazione e sanzione più efficaci.

raccolta rifiuti

Come contrastare il littering

Tramite una corretta informazione sulla raccolta differenziata si può andare verso un comportamento più virtuoso dei cittadini. Per esempio, ponendo l’attenzione sugli errori comuni: le lampadine e gli specchi non vanno nel vetro. Le prime, infatti, dovranno essere gettate negli appositi contenitori messi a disposizione dai rivenditori, mentre i secondi vanno nell’indifferenziata; così come gli oggetti in ceramica. O ancora, abituando a scomporre i contenitori dei medicinali e a gettare ogni parte nel bidone più adatto. L’app Iren Ambiente, ad esempio, è stata sviluppata proprio per mettere al centro i dubbi delle persone e aiutarle nella raccolta differenziata e nello smaltimento dei rifiuti. E lo stesso fa il Rifiutologo: disponibile in cinque lingue - si propone come una guida di facile consultazione: attraverso un’immediata lettura, è possibile conoscere come conferire correttamente le diverse tipologie di rifiuti.

Oltre al supporto pratico, il cambiamento culturale è fondamentale: la pratica educativa è l’obiettivo principale di EduIren che, tramite attività nelle scuole e partnership sui territori, vuole istruire anche i più piccoli alla riduzione degli sprechi e dei rifiuti. Una strategia, che insieme a realtà come gli ecosportelli – capaci di fornire tutte le informazioni sulla raccolta dei rifiuti – contribuiscono a ottenere ottimi risultati.

 

Il Bilancio di sostenibilità 2023 del Gruppo, infatti, parla chiaro: i dati sulla raccolta differenziata sono incoraggianti. Nel 2023 Iren ha raggiunto il 71,1% di raccolta differenziata nei territori storici (Emilia, Liguria e Piemonte), rispetto a una media nazionale del 65,2%, con un picco di circa l’82% di rifiuti differenziati nella provincia di Reggio Emilia e a Parma.

 

Sono numeri che mostrano che curando la sostenibilità del territorio e delle vite degli abitanti si conquistano vantaggi a favore di tutti.

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