Green

Economia circolare, 10 milioni di euro per "riconvertire" le imprese produttrici di plastica monouso

30 aprile 2024

Affrontare la crisi ambientale derivante dall'uso eccessivo di plastica monouso. Con questo obiettivo l'Unione Europea ha annunciato un investimento significativo: ben 10 milioni di euro saranno destinati a "riconvertire" le imprese produttrici di plastica monouso, promuovendo così una transizione verso un'economia più sostenibile e responsabile.

 

Questa azione rappresenta un passo avanti nella lotta contro l'inquinamento da plastica, che continua a minacciare gli ecosistemi marini, la fauna selvatica e la salute umana. 

plastica

Cosa prevede il decreto 

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Fratin ha firmato il decreto volto a incentivare le imprese produttrici di prodotti in plastica monouso verso la produzione di prodotti alternativi. Sono 10 i milioni di euro stanziati per ciascuna delle annualità 2022, 2023 e 2024. Le imprese avranno la possibilità di beneficiare di un contributo economico che può giungere fino all’80% delle spese sostenute per l’acquisto di macchine e similari. “L’obiettivo è ridurre l’incidenza della plastica sull’ambiente e sulla salute umana, riducendone la dispersione, e promuovere un’economia circolare reale, sostenendo l’economia ed accompagnando le imprese” ha dichiarato in una nota il viceministro Vannia Gava.

La mission principale di questo investimento, infatti, è quella di incentivare le imprese ad adottare pratiche di produzione più sostenibili e a trasformare i loro processi per ridurre l'uso di plastica vergine, favorendo invece l'utilizzo di materiali riciclati e compostabili. Questo non solo ridurrà la dipendenza dalla plastica, ma contribuirà anche a ridurre l'impatto ambientale complessivo della produzione di materiali.

 

Inoltre, questo finanziamento potrebbe essere utilizzato per supportare la ricerca e lo sviluppo di alternative alla plastica monouso, incoraggiando l'innovazione nel settore e la creazione di nuove soluzioni che riducano la necessità di utilizzare la plastica.

 

Un aspetto fondamentale di questo programma è il sostegno alle imprese durante la transizione. Riconvertire le operazioni produttive richiede spesso investimenti significativi in nuove tecnologie, formazione del personale e modifiche infrastrutturali. Il finanziamento dell'Unione Europea mira a facilitare questo processo, offrendo alle imprese risorse finanziarie per coprire i costi iniziali e facilitare la transizione.

 

È importante sottolineare che questo investimento non solo avrà un impatto positivo sull'ambiente, ma anche sull'economia in generale. La transizione verso un'economia circolare riduce i costi a lungo termine legati alla gestione dei rifiuti, ma anche stimolerà l'innovazione e la competitività delle imprese europee nel mercato globale delle soluzioni sostenibili.

L’importanza del riciclo e la necessità di leggi efficaci

L’inquinamento da plastica monouso può essere limitato incentivando la ricerca di soluzioni alternative. Solo nel 2021, stando al Plastic Waste Makers Index, sono state generate 139 milioni tonnellate di rifiuti in plastica usa e getta, sei milioni di tonnellate in più rispetto al 2019. Questo tipo di inquinamento interessa i mari, ma anche i fiumi: l’85 per cento dei rifiuti dispersi nei corsi d’acqua italiani è costituito da plastica, il 35 per cento della quale monouso.

 

Tra sfide da affrontare lungo il percorso verso un'economia circolare funzionante c’è la raccolta differenziata, il riciclo efficiente e la sensibilizzazione delle persone che sono solo alcune delle questioni su cui si deve investire di più.

 

Inoltre, è importante che questo investimento venga accompagnato da politiche e regolamentazioni efficaci che favoriscano un'economia circolare, oltre che da processi tecnologici dedicati: la produzione del polimero Bluair a partire dal riciclo delle plastiche miste, nell’impianto I.Blu del Gruppo Iren a San Giorgio di Nogaro, ne è un esempio. Allo stesso modo è un caso virtuoso anche l’impianto Circular Plastic di Iren capace di  trattare rifiuti sfusi derivati dalla raccolta differenziata della plastica e mono/multimateriale, conferiti dal sistema di raccolta oppure derivanti dalle operazioni di preselezione effettuate in altri impianti.

 

Con le strutture adeguate e il coinvolgimento di tutte le parti interessate - comprese le imprese, i governi e la società civile -  è possibile garantire un futuro più sostenibile e plastic free per le generazioni future.

Ridurre il consumo di plastica entro il 2026

 

Il decreto del ministero attua una parte del decreto legislativo del 2022 che recepisce la direttiva europea 2019/904, con l’obiettivo generale di ridurre il consumo di plastica entro il 2026. La direttiva obbliga gli stati membri ad adottare le misure necessarie per conseguire una riduzione ambiziosa e duratura del consumo dei prodotti di plastica monouso, ma lascia ai governi la scelta delle misure. 

 

La direttiva vieta la vendita di posate, piatti, cannucce e altri prodotti in plastica anche “oxo-degradabile” (materiale in grado di decomporsi in presenza di ossigeno). Sono inclusi nell’elenco anche i bastoncini cotonati (cotton fioc), gli agitatori per bevande, le aste dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti e tutti quelli per bevande in polistirene espanso.

Sono previsti, inoltre, nuovi requisiti di etichettatura per informare i consumatori sulle plastiche contenute nei prodotti, le corrette/scorrette pratiche di smaltimento e i danni che possono arrecare se gettati nell’ambiente e stabilisce sanzioni per chi non rispetta le regole. L’Italia non è l’ultima a recepire la direttiva sulla plastica monouso, ma è la prima ad inserire delle deroghe.

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