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Utilitalia 2035: idee e innovazione per costruire il futuro dei servizi pubblici

14 luglio 2025
  • Utilitalia 2035 celebra i dieci anni della Federazione con una visione condivisa sul futuro dei servizi pubblici locali, puntando su innovazione tecnologica, sostenibilità e digitalizzazione per affrontare le sfide ambientali e sociali del prossimo decennio. 

  • Dal 2015 al 2025 il valore della produzione delle utility italiane è cresciuto del 79% e l’occupazione del 15%, confermando il ruolo strategico del settore nell’economia nazionale e nei territori.

  • Acqua, energia e rifiuti sono le leve principali su cui investire: servono politiche industriali forti, più risorse per l’idrico, miglioramento delle performance nel riciclo, e una transizione energetica basata su rinnovabili, reti e mobilità sostenibile. 

  • Luca Dal Fabbro, nuovo presidente di Utilitalia, delinea tre assi strategici per il futuro: regolazione evolutiva, governance industriale efficiente e competenze orientate al cambiamento, con l’obiettivo di fare delle utility infrastrutture sociali per il benessere collettivo.

In un’epoca di trasformazioni epocali, segnata dalla transizione ecologica, dalla rivoluzione digitale e dalle crescenti sfide climatiche, il decennale di Utilitalia (Federazione delle imprese dei servizi di acqua, ambiente ed energia) si configura come un appuntamento cruciale per il futuro dei servizi pubblici locali. Utilitalia 2035 è un momento strategico di confronto e visione condivisa che riunisce utility, enti locali, autorità di regolazione, università e centri di ricerca per tracciare insieme la traiettoria dei prossimi dieci anni.

 

Al centro della riflessione, la necessità di costruire modelli di gestione sempre più intelligenti, sostenibili e resilienti. In questo quadro, le utility italiane hanno un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi climatici europei e nel garantire servizi di qualità a cittadini e territori.

 

Dall’Assemblea generale di Utilitalia “Costruiamo insieme i prossimi dieci anni di futuro”, organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione sorta nel 2015 dopo la fusione tra Federutility e Federambiente, emergono dati chiari : dal 2015 al 2025 il valore della produzione delle utilities italiane è aumentato del 79%, arrivando a 68 miliardi. Anche gli occupati sono aumentati del 15%, passando dai 90.000 del 2015 ai 104.000 attuali. A testimonianza del valore generato dalle utilities sui territori nei quali operano, mediamente ogni euro di fatturato di queste aziende genera un livello di produzione di 2,6 euro e, al contempo, per ogni milione di euro di fatturato si impiegano tra i 16 e i 34 occupati.

Acqua, rifiuti, energia: le leve strategiche per il futuro

Il futuro dei servizi pubblici passa inevitabilmente per l’innovazione tecnologica. Le tecnologie stanno cambiando il settore: le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata alla manutenzione predittiva, l’uso dei digital twin per simulare e ottimizzare il funzionamento delle reti, lo sviluppo delle smart grid per una gestione più dinamica dell’energia.

 

L’integrazione delle fonti rinnovabili, supportata da sistemi di accumulo e da impianti sempre più flessibili, si affianca all’urgenza di innovare anche i servizi idrici e ambientali.

 

L’acqua, in particolare, è al centro di una nuova consapevolezza: un bene da proteggere e gestire in modo efficiente, alla luce dei fenomeni estremi sempre più frequenti e della crescente pressione sugli ecosistemi.

 

Per quanto riguarda il settore idrico, gli investimenti pro-capite sono passati dai 38 euro annui del 2015 agli 80 euro stimati nel 2025, con una crescita del 110%. Tra i nodi da sciogliere figurano gli investimenti relativi alle gestioni “in economia”, dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico. Negli ultimi anni il PNRR ha destinato al settore circa 1,1 miliardi annui: serviranno dunque risorse aggiuntive pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno fino al 2026, e pari ad almeno 2 miliardi di euro l’anno dopo la chiusura del PNRR, per innalzare l’indice di investimento complessivo. “Dovremo cominciare a ragionare su una politica di investimenti sull’acqua che va su tre direttrici: ridurre le perdite, politica di invasi di raccolta, ma anche sul recupero delle acque reflue. Bisognerà parlare di schemi incentivanti per implementare il recupero delle acque reflue”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro, neo presidente di Utilitalia e del Gruppo Iren.

 

Gli investimenti sono necessari anche nel settore dei rifiuti urbani, dove negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi in avanti sul fronte della raccolta differenziata (passata dal 47,5% del 2015 al 67% attuale) e del riciclaggio (salito dal 41,1 % del 2015 al 50,8% attuale). L’Unione europea ha posto obiettivi sfidanti al 2035 che riguardano l’effettivo riciclo per il 65% dei rifiuti urbani prodotti e uno smaltimento in discarica fino ad un massimo del 10%, mentre attualmente l’Italia si attesta al 16%, anche se molti passi avanti si sono fatti rispetto al dato del 2015.

 

Nel settore dell’energia è attesa una radicale trasformazione per far fronte agli obiettivi di decarbonizzazione e di contrasto ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è la neutralità climatica al 2050: l’analisi dei piani industriali delle maggiori utilities impegnate in campo energetico ha evidenziato un volume di investimenti programmati pari a circa 19 miliardi di euro nei prossimi 5 anni: fra questi, 7,6 sono destinati ad investimenti per le reti elettriche, del gas e del teleriscaldamento, 7,7 alla produzione di energia rinnovabile e non rinnovabile, mentre circa 1,5 miliardi sono destinati all’efficientamento energetico e alla mobilità sostenibile.

Utility, protagoniste nel “cavalcare una nuova forma di equilibrio”

Guardando al futuro, il comparto delle utilities si trova davanti a sfide cruciali che richiedono un impegno strategico su più fronti. “I prossimi dieci anni saranno diversi da questi, saranno più accelerati. Le utility avranno da cavalcare una nuova forma di equilibrio: tra sicurezza energetica, competitività e ambiente, dove le tre forme dovranno trovare un nuovo equilibrio”. ha evidenziato Dal Fabbro, aggiungendo: “le imprese dei servizi pubblici si candidano a essere attori essenziali nel nuovo equilibrio tra sicurezza energetica ed ambientale, innovazione e crescita economica e coesione territoriale. In questo quadro, l’industrializzazione del settore e il superamento delle gestioni in economia, dove ancora presenti, restano fondamentali per migliorare le performance e aumentare la capacità di investimento complessiva. La strategia futura si fonda su tre assi portanti: una regolazione evolutiva, una governance industriale efficiente e non meno importante una forza lavoro competente e orientata al cambiamento”.

 

Dal Fabbro ha sottolineato anche l’urgenza di costruire un’alleanza tra pubblico e privato, tra industria e territorio, per affrontare le trasformazioni in atto. “Siamo chiamati a rispondere a una nuova domanda di valore: quella di un servizio che sia sostenibile, digitale e resiliente. E che sia, allo stesso tempo, vicino alle comunità”. In questo contesto il ruolo delle utility è centrale come “infrastrutture sociali” capaci di produrre benessere collettivo, occupazione qualificata, innovazione: “L’efficienza da sola non basta: dobbiamo pensare in termini di impatto e rigenerazione”.

 

“Programmare, investire e scaricare a terra questi investimenti” sono le parole chiave che Dal Fabbro ha usato poi per riassumere e concludere il suo intervento e per ricordare l’importanza di una visione strategica a lungo termine.

Intervento pubblico del presidente Luca Dal Fabbro di Utilitalia durante l’assemblea generale.

Una nuova guida per Utilitalia, Luca Dal Fabbro è il nuovo presidente

Nei giorni successivi all’evento è stato ufficialmente comunicato che Luca Dal Fabbro è il nuovo presidente di Utilitalia, subentrando a Filippo Brandolini, presidente di Herambiente (Gruppo Hera) che ha guidato Utilitalia dal febbraio del 2023 e ne porterà a termine il mandato fino al 2027.

 

Dal Fabbro è presidente esecutivo di Iren e già vicepresidente vicario della Federazione, ha alle spalle una carriera manageriale e internazionale che lo ha visto protagonista in realtà come Snam, ENEL Energia, E.On Italia, Terna, Procter & Gamble e Renovit. 

È anche autore di pubblicazioni sulla transizione energetica e digitale, tra cui il recente libro “Proteggere il Futuro”.

 

La sua nomina segna l’avvio di una nuova fase per Utilitalia, orientata a rafforzare il ruolo strategico delle utility nel quadro delle politiche ambientali, energetiche e industriali del Paese. Con uno sguardo già rivolto al 2035, e con la consapevolezza che innovare i servizi pubblici locali significa innovare la società.

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