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Green Book 2023: cosa dice il rapporto annuale di Utilitalia sui rifiuti urbani in Italia

 

11 giugno 2023

La crisi pandemica ed economica ha determinato un aumento della produzione di rifiuti urbani in Italia che nel 2021 ha raggiunto i 502 kg per abitante, con un incremento del 3% rispetto al 2020: è questo uno dei dati che emerge dal Green Book, la monografia dedicata settore dei rifiuti urbani in Italia presentata a Roma lo scorso 5 giugno.

 

Il rapporto, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, è giunto quest’anno alla decima edizione.

 

L’edizione 2023 del rapporto ha dedicato un focus su specifiche filiere dell’economia circolare: materie critiche, la frazione organica dei rifiuti e i rifiuti tessili. Ecco cosa è emerso

 

Gestione dei rifiuti urbani in Italia: cosa emerge dal rapporto Green Book

Secondo quanto emerge dal rapporto Green Book 2023, nel 2021 il fatturato di settore (considerando un campione di 534 aziende) ha raggiunto circa 13,5 miliardi di euro, pari a circa lo 0,8% del PIL nazionale, occupando circa 100 mila addetti diretti che costituiscono lo 0,4% del totale degli occupati in Italia e circa l’1,7% degli occupati del settore industriale.

 

In merito al quadro normativo e regolamentare europeo, in materia di rifiuti si è di fronte a una costante evoluzione: nell’ultimo anno sono stati sviluppati vari percorsi legislativi per la definizione o la revisione di importanti regolamenti che riguardano imballaggi e rifiuti di imballaggio, batterie e relativi rifiuti, esportazioni in altri stati. Nel nostro paese, in particolare, si è giunti alla definizione della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, un documento programmatico che individua le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare.

 

I dati del Green Book confermano questa priorità ed evidenziano la necessità di imprimere un’accelerazione al miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti urbani, soprattutto al Centro Sud. Il Sud Italia continua infatti a presentare un significativo deficit impiantistico che non consente la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti e contribuisce al differenziale di spesa per il servizio di igiene urbana, a causa del maggiore costo sostenuto per il trasporto dei rifiuti verso impianti fuori regione.

 

Da migliorare anche la percentuale di preparazione per riutilizzo e riciclaggio - ovvero le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti vengono avviati al riciclo e riutilizzo - ferma al 48% dal 2019. Lo smaltimento in discarica interessa ancora il 19% dei rifiuti urbani: per questo è necessario migliorare la qualità della raccolta differenziata e investire su nuovi impianti.

 

Sul bisogno di trovare nuove soluzioni nel ciclo dei rifiuti è intervenuto Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren e vicepresidente Utilitalia: “Bisogna accelerare sul riciclo per tenere il passo di altri paesi europei che stanno investendo concretamente in impianti all’avanguardia, in grado di trattare anche i prodotti tecnologici più avanzati, con effetti positivi occupazionali ed economici”.

 

Il ruolo del PNRR nel settore ambientale

Con 2,1 miliardi di risorse stanziate il PNRR ha l’obiettivo di dare un grande impulso agli investimenti nel

settore ambientale in particolare nel Sud Italia (circa il 60% dei fondi sono destinati a quest’area). Si tenta di offrire, in questo modo, una spinta a colmare il service divide che caratterizza il Paese. La risposta da parte delle imprese è stata significativa con un volume di progetti candidati pari a circa 7 miliardi di euro.

 

Il Gruppo Iren, consapevole del fatto che il PNRR rappresenti un importante acceleratore per la realizzazione di nuovi impianti ed infrastrutture  si è aggiudicato oltre 150 milioni di euro di contributi su diverse linee di intervento in ambito economia circolare (86 milioni), ciclo idrico (30 milioni), reti elettriche (33 milioni), teleriscaldamento (4 milioni) e innovazione (0,6 milioni).

 

Per l’economia circolare, Iren ha presentato proposte e ricevuto finanziamenti per progettualità in ambito meccanizzazione della raccolta, impianti di trattamento e riciclo su frazioni di rifiuto differenziate (FORSU, plastiche, carta) e fanghi di depurazione. Sono stati inoltre aggiudicati finanziamenti per circa 2 milioni di euro in ambito trattamento RAEE (selezione plastiche e riciclo PV). Il Gruppo ha già avviato gran parte di queste progettualità a dimostrazione che è possibile agire velocemente e in coordinamento con le amministrazioni pubbliche locali.

riciclo raee

Riciclo di RAEE, rifiuti organici e tessili: le risorse da valorizzare

Crisi pandemica e geopolitica hanno enfatizzato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento delle materie prime strategiche fondamentali per la transizione energetica ed ecologica. Il piano di approvvigionamento sostenibile delle materie prime, come suggerisce anche il rapporto di Utilitalia, deve prevedere una soluzione che integri estrazione primaria con il riciclo di materie prime. Da questo punto di vista, il corretto riciclo dei RAEE - Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresenta un'opportunità per ridurre la dipendenza da paesi terzi. Per raggiungere questo obiettivo è necessario implementare le infrastrutture, adeguare la disciplina di raccolta dei prodotti tecnologici e snellire le procedure autorizzative per realizzare gli impianti.

 

 

Iren, tenendo presenti gli obiettivi del suo Piano Strategico 2030, ha in programma un piano investimenti per oltre 10 milioni di euro per il trattamento e recupero dei RAEE.

 

Già oggi il Gruppo è attivo nel settore attraverso la controllata AMIAT, tramite cui gestisce un impianto specifico dedicato al trattamento dei RAEE, con sede nel comune di Volpiano (TO).

 

Inoltre entro la fine del 2023 è previsto l’avvio della costruzione in Toscana, in provincia di

Arezzo, di un impianto per l’estrazione di metalli preziosi da schede elettroniche estratte da rifiuti RAEE.  Altro impianto di riciclo in programma entro la fine del 2023, è quello dedicato ai pannelli fotovoltaici giunti a fine vita che sorgerà in provincia di Siena.

 

Interventi necessari alla luce dei dati emersi che guardano a potenzialità da valorizzare ulteriormente, come la frazione organica che costituisce circa il 40% dei rifiuti urbani prodotti e che il Gruppo Iren tratta in impianti dedicati al recupero della materiaA livello nazionale complessivamente sono circa 1,3 milioni le tonnellate che sono trattate in impianti di regioni diverse da quelle di produzione e questa quantità rappresenta circa il 18% dell'organico da raccolta differenziata. La stima del fabbisogno impiantistico al 2035, con il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare per il trattamento di questa frazione, mette in rilievo l'autosufficienza di alcune zone del paese (Nord e Sardegna), mentre Centro, Sud peninsulare e Sicilia dovrebbero presentare ancora un importante deficit. Come per l’organico, anche i rifiuti tessili possono diventare risorse: l'obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti tessili comporterà un incremento di questa frazione, in parte proveniente dall'industria del fast fashion, che dovrà essere adeguatamente gestita. Azioni sinergiche che, accompagnate dai necessari investimenti in nuove tecnologie di selezione e riciclo, potranno garantire il raggiungimento degli obiettivi di circolarità.

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