Green

Transizione ecologica, Iren emette il sesto Green Bond per 500 milioni di euro: a cosa serve e perché è importante per le comunità

26 ottobre 2024

 

Strumenti finanziari dedicati a progetti sostenibili e dal forte impatto “green”: questo sono i Green Bond. A settembre il Gruppo Iren ha emesso il sesto Green Bond, per un valore complessivo di 500 milioni di euro e dalla durata di 9 anni.

 

Certificati da un ente indipendente, questi strumenti rappresentano un elemento in grado di dare ulteriore concretezza agli obiettivi di sostenibilità che caratterizzano Iren e la sua visione strategica, orientata verso l’economia circolare e la transizione ecologica.

 

Investimenti sostenibili, un ulteriore traguardo per il Gruppo Iren

I Green Bond evidenziano l'attenzione del Gruppo Iren nei confronti di un segmento crescente di investitori che includono i parametri ESG nella loro analisi come elemento tangibile della sostenibilità della scelta di investimento. Questo tipo di finanziamenti “green” consentono di ottimizzare il profilo finanziario dell’azienda, sfruttando condizioni di mercato favorevoli e supportando progetti caratterizzati da pratiche ambientali positive. L’obiettivo dei Green Bond emessi finora da Iren è, infatti, consolidare il finanziamento e rifinanziamento di progetti volti al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità definiti nel Piano Industriale @2030.

 

Il sesto Green Bond di Iren è già la seconda emissione obbligazionaria green del 2024. “I proventi ci consentiranno di procedere nel nostro percorso di rafforzamento delle reti di distribuzione, di incrementare la capacità di produzione rinnovabile e di sviluppare nuovi impianti di recupero di materia in un’ottica di economia circolare”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren. “Gli investimenti previsti a piano avranno forti ripercussioni nei territori serviti sia in termini di creazione di valore, sia di supporto alla transizione energetica ed ecologica delle nostre città”.

 

I Green Bond permettono di guardare al futuro non solo dal punto di vista della sostenibilità ambientale ma anche finanziaria. Infatti, si innesca un circolo virtuoso: “I fondi raccolti consentiranno, attraverso un ulteriore rafforzamento della struttura finanziaria, di mantenere una solida liquidità, di rifinanziare il bond in scadenza nel 2025 e di procedere celermente verso il raggiungimento degli impegni economico-finanziari presi”, ha sottolineato Giovanni Gazza, CFO del Gruppo Iren

frecce verdi che indicano l'andamento del mercato

Cosa sono e come funzionano i Green Bond

I Green Bond sono obbligazioni: strumenti di finanziamento a titolo di debito che dunque devono essere rimborsati. Possono essere emessi dalle imprese o qualsiasi altra organizzazione, anche lo Stato: l’idea è di ottenere risorse che possano essere investite in progetti sostenibili.

 

I Green Bond funzionano come qualsiasi altro tipo di obbligazione: un’entità emette dei Green Bond e li vende agli investitori, ottenendo così dei fondi da destinare al finanziamento di progetti sostenibili e ambientali. In cambio, gli investitori ricevono un tasso di interesse e l’impegno dell’entità a rimborsare il capitale prestato in una data determinata. 

Un’obbligazione verde, nello specifico, riguarda quei progetti che mettono in primo piano la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’uso sostenibile delle risorse o più in generale l’efficienza energetica, ma possono arrivare a riguardare il trattamento dei rifiuti o dell’acqua, il controllo o l’abbattimento dell’inquinamento, gli interventi “green” sui trasporti o sulle infrastrutture, la bioedilizia. Tutti interventi volti a migliorare la vita delle comunità locali e che hanno un forte impatto positivo non solo sull’ambiente, ma anche sulle persone e i loro stili di vita.


Non tutte le obbligazioni sono “green”, possono definirsi tali solo quando rispettano specifici paramenti. Per esempio devono essere esplicitati i progetti a cui vanno i fondi, quali sono i benefici per l’ambiente, le somme raccolte per i progetti verdi devono essere gestite dalle aziende in modo separato rispetto ad altri fondi, bisogna rendere disponibili e aggiornate le informazioni sull’utilizzo dei fondi. Questi sono alcuni degli step fondamentali per contrastare l’ambientalismo di facciata e agevolare chi concretamente si adopera per la costruzione del domani sostenibile.

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