Metodi innovativi per catturare la CO2 e mitigare i raggi del sole: sono queste le principali direzioni verso cui la geoingegneria si sta muovendo.
Le tecnologie di rimozione della CO2 (Carbon Dioxide Removal) cercano di eliminare o ridurre i cosiddetti gas climalteranti (anidride carbonica, metano e altri) che causano un eccessivo effetto serra.
Nonostante la strategia più efficace per ridurre la CO2 resti la diminuzione della deforestazione accompagnata da riforestazione e dalla gestione e uso efficace del territorio, da qualche tempo si discute sul ricorso a impianti industriali di cattura e sequestro della CO2. Con questo metodo la CO2 viene sottratta all’atmosfera e confinata nel sottosuolo in appositi depositi geologici.
Questo tipo di tecnologia però è ancora in fase sperimentale e l’elevato costo mette in dubbio il possibile impiego su larga scala.
Un altro approccio di geoingegneria si basa su tecnologie volte alla riduzione della radiazione solare (Solar Radiation Management): secondo questo sistema vengono introdotti degli interventi ingegneristici su vasta scala con l’obiettivo di riflettere o schermare parzialmente i raggi solari, in questo modo viene impedito che raggiungano la Terra e di conseguenza il pianeta si raffredda.
Tra le proposte avanzate per riflettere la luce del sole si passa da quelle che prevedono di colorare di bianco i tetti degli edifici a chi propone di spruzzare in cielo l’acqua nebulizzata degli oceani con una flotta di navi per aumentare la copertura nuvolosa e sfruttare il potere riflettente e oscurante delle nubi. Un altro metodo prevede il lancio di palloni sonda che immettono nell’atmosfera anidride solforosa, un gas dall’azione riflettente.
Il processo tenta di replicare artificialmente le conseguenze di un’eruzione vulcanica, nella quale viene per l’appunto rilasciata anidride solforosa; lo zolfo, quando raggiunge la bassa stratosfera, si converte in aerosol di solfati, che riflettono la luce solare.