Green

"Europa sempre più calda": perché contrastare il cambiamento climatico è una priorità

30 giugno 2024

Nel 2023 le temperature in Europa sono state superiori alla media per undici mesi. Questo è uno dei dati riportati dal nuovo rapporto “European State of the Climate 2023” del Servizio europeo Copernicus e dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che ha analizzato il clima europeo del 2023.

 

È ormai un anno che la Terra è sopra l’ultima soglia dichiarata sicura dalla comunità scientifica con il report Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) del 2018, il limite di 1,5° C di riscaldamento globale. Il termometro degli ultimi dodici mesi segna già 1,63°C sopra le temperature dell’era preindustriale.

 

Il 2023 è stato per l’Europa l’anno più caldo mai registrato, insieme al 2020. L'autunno è stato il secondo più caldo mai registrato per la regione; se settembre è stato eccezionalmente caldo in gran parte dell'Europa continentale, nel mese di novembre le temperature sono state fino a 6°C sopra la media nella zona orientale della regione e nell'Artico europeo.

temperatura

Il quadro è preoccupante e non riguarda solo le alte temperature

L’analisi di Copernicus e Omm riporta che le temperature sono in crescita anche per mari e oceani. Anche in questo caso, nel 2023, la temperatura media della superficie marina è stata la più alta mai registrata. Questo fenomeno, oltre ad avere un impatto sulla biodiversità marina, ha ripercussioni anche sullo sviluppo di altri fenomeni atmosferici violenti e distruttivi come siccità, alluvioni e inondazioni.

Il problema delle alte temperature è solo uno degli indicatori del cambiamento climatico, infatti si innescano a catena vari problemi. Come viene spiegato nell’“European State of the Climate 2023”, nel 2023 si è registrato in Europa un aumento delle precipitazioni del 7% rispetto alla media. Inoltre, un terzo dei fiumi ha registrato flussi superiori alla soglia di alluvione “elevata” e il 16% ha superato la soglia di alluvione “grave”. Un altro campanello d’allarme, secondo il rapporto, è la perdita della massa glaciale europea. Nel 2023 le Alpi hanno registrato un’eccezionale perdita di ghiaccio nei ghiacciai, legata all'accumulo di neve invernale inferiore alla media e alla forte fusione estiva dovuta alle ondate di calore.

Record di giorni con “stress da caldo estremo”

Un altro dato presente nel rapporto evidenzia che negli ultimi vent'anni si è registrato il 30% in più di morti legate al caldo eccessivo. La salute è influenzata inevitabilmente dall’ambiente in cui si vive e quindi le temperature estreme hanno un impatto rilevante.

Vengono calcolati degli indici che stimano il “comfort termico” o lo “stress termico” e che rappresentano l'effetto dell'ambiente sul corpo umano. L'Indice Universale di Clima Termico (Universal Thermal Climate Index) prende in considerazione la temperatura, l'umidità, la velocità del vento, l'irraggiamento solare e il calore emesso dall'ambiente circostante, e il modo in cui il corpo umano risponde ai diversi ambienti termici.

 

In tutta Europa, il numero di giorni in cui si registra uno stress da caldo è in aumento, mentre il numero di giorni in cui si registra uno stress da freddo è in diminuzione. Nel 2023 si è registrato un numero record di giorni con “stress da caldo estremo”, che equivale a una temperatura pari a 46°C.

Impatti sulla salute, politiche e azioni per il clima

È innegabile che gli eventi climatici e meteorologici estremi hanno degli impatti negativi sulla salute umana. Nel luglio 2023, per la prima volta nella storia, la crisi climatica e gli eventi meteorologici estremi a essa connessi sono stati dichiarati un'emergenza di salute pubblica dall'ufficio regionale europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

 

I cambiamenti climatici hanno un impatto sulla salute in vari modi: possono esacerbare i problemi esistenti, come le malattie e i decessi causati da ondate di calore, incendi, tempeste e inondazioni e possono contribuire anche alla diffusione di disturbi mentali o di malattie che hanno a che fare con l’inquinamento dell'aria e con la sicurezza alimentare e idrica.

 

Accanto ai dati sugli impatti climatici crescenti, il rapporto Copernicus non trascura anche alcuni segnali cha fanno ben sperare. Per esempio è in crescita il tasso di impianti di energia rinnovabile per la produzione elettrica: nel 2023 si è raggiunta una percentuale record di produzione effettiva di energia elettrica in Europa ottenuta da fonti rinnovabili, pari al 43%, rispetto al 36% del 2022.

Una progressione importante ma ancora troppo lenta per realizzare a pieno gli obiettivi di neutralità climatica che l'Europa si è posta.


Servono soluzioni efficaci: bisogna aumentare l’efficienza energetica e ristrutturare la rete elettrica, elettrificare i sistemi di riscaldamento, ridurre i consumi energetici. Oltre a lavorare e investire sulla mitigazione è fondamentale guardare alle possibilità di adattamento, ma sono ancora pochi i Paesi che nelle loro strategie mettono in relazione cambiamenti climatici e salute.

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