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 Italian Energy summit, Dal Fabbro: “Idroelettrico bene nazionale”

28 settembre 2023

Qual è il ruolo dei principali attori del settore energetico per rilanciare l'economia del Paese? Quali, invece, le strategie messe in atto dai Paesi dell'Ue per accelerare la transizione energetica, valutando l’impatto del PNRR nel rendere il nostro sistema energetico più sicuro e sostenibile?

Queste sono solo alcune delle domande di cui si è discusso durante l'Italian Energy Summit, organizzato lo scorso 27-28 settembre da 24 ORE Eventi in collaborazione con Il Sole 24 Ore, nella doppia formula in presenza presso la Borsa Italiana a Milano e in diretta streaming.

Tra i protagonisti dell’evento anche il Presidente del Gruppo Iren Luca Dal Fabbro che, insieme ai maggiori rappresentanti del comparto energetico, ha analizzato lo scenario della transizione energetica verso l'obiettivo “emissioni nette zero” nel 2050 con un focus particolare sul settore idrico.

 

“Idroelettrico bene nazionale”: Luca Dal Fabbro, Presidente Iren, all’Italian Energy Summit

Non trascurare alcuna opportunità e gestirle nel modo più virtuoso possibile: nel comune obiettivo di agevolare la transizione ecologica, “una grande opportunità proviene dall’acqua” ha affermato Dal Fabbro.

“Ci sono 12,5 di terawattora che ci aspettano e una ricaduta potenziale di 25 miliardi di euro. Tutto dipende da noi - ha specificato il presidente del Gruppo Iren - Credo che quando si parla di idroelettrico il governo deve pensare che sia un bene nazionale e che non deve essere lasciato a fondi stranieri ma gestito da soggetti industriali. L’idroelettrico deve rimanere gestito in modo industriale e non finanziario”.

 

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Secondo Dal Fabbro “l’acqua sarà la nuova emergenza: ce ne stiamo già accorgendo. La scarsità di acqua è un tema ma c’è anche quello della qualità dell’acqua. Un terzo nodo è che noi disperdiamo troppa acqua nelle nostre tubazioni. Per questo bisogna fare investimenti. Come Iren siamo impegnati in un piano di oltre 300 milioni sulle reti. Vogliamo crescere non solo nei nostri territori ma anche in altre parti d’Italia. Vogliamo diventare uno dei primi tre operatori dell’acqua in Italia”.

 

L’impegno e gli investimenti di Iren nel settore idrico

La valorizzazione della risorsa idrica, insieme al recupero e al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, è un obiettivo che il Gruppo Iren persegue attraverso servizi concreti e investimenti. Gli impianti idroelettrici del Gruppo Iren – collocati in diverse zone d’Italia - rispettano le caratteristiche del territorio e si innestano nelle località dove sorgono rispettandone gli equilibri. Oltre alla produzione di energia rinnovabile con l’idroelettrico, Iren lavora al recupero dell’acqua in tutte le sue potenzialità: ne è un esempio l’impianto pilota di Mancasale che, dopo sei anni di sperimentazione, è utilizzato a pieno regime come primo impianto di riuso delle acque in Emilia Romagna. Ogni anno l’impianto consente di distribuire circa 6 miliardi di litri d’acqua evitando o riducendo significativamente il prelievo dal fiume Po durante la stagione estiva. Oltre ai progetti già realizzati, Iren guarda al domani con lo stesso impegno. Il piano d’investimenti di Iren al 2030 prevede oltre 2,4 miliardi di investimenti destinati al servizio idrico integrato, per il potenziamento e l’incremento della resilienza della rete, lo sviluppo degli impianti di depurazione, la crescita inorganica tramite il consolidamento delle partecipazioni di minoranza e la partecipazione a gare idriche in ATO sinergici. In parallelo, Iren sta realizzando importanti investimenti nella cosiddetta “distrettualizzazione” delle reti con l’obiettivo di passare dal 33% al 20% di perdite nette di rete al 2030: una priorità per consolidare la gestione integrata della risorsa idrica e, come spiegato dal Presidente Dal Fabbro, “costruire una filiera dell’acqua efficiente e sostenibile, indispensabile per il futuro di ogni territorio”.

Come visitare ReCaP, l’impianto high-tech di Parma che tratta carta e plastica

È l’impianto high-tech più grande d’Italia per volumi di carta e plastica trattati: ReCaP fa parte del Polo ambientale integrato di Parma e si occupa di selezionare i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata producendo calore ed energia elettrica grazie al loro trattamento. L’obiettivo finale dell’impianto è chiudere l’intero sistema di raccolta e valorizzazione dei flussi di carta, cartone e plastica sulle tre province emiliane di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, dalle quali confluiscono i materiali raccolti tramite il circuito della differenziata.

 

Visitare la struttura permette di comprendere da vicino le operazioni di trattamento e selezione della plastica -  oltre alla separazione di alluminio e della carta -  prima che tali materiali possano essere o riciclati o avviati alla valorizzazione in energia e calore. Come è possibile farlo? Grazie visite guidate organizzate da Eduiren – il settore educational del Gruppo Iren – e dedicate alle scuole: dal vivo o in modo virtuale, si tratta di un vero e proprio viaggio all’interno dei principali impianti tecnologici per comprendere tutte le tappe del processo di gestione delle risorse sul territorio. E ReCaP è tra questi.

 

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