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Nel 2023 record di produzione elettrica da rinnovabili in Europa: il rapporto

26 maggio 2024

Due notizie principali hanno segnato il 2023 in Europa in fatto di clima: siamo il continente che si sta riscaldando più rapidamente, con temperature che sono circa il doppio di quelle della media globale. Ma, la buona notizia, è che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha segnato un record assoluto. L’energia prodotta da fonti rinnovabili in Europa nel 2023 è pari al 43%: non si era mai arrivati a una percentuale così alta. 

diga

Record rinnovabili nel 2023, un segnale positivo

A comunicare le informazioni è il rapporto sullo Stato europeo del clima 2023, redatto dal Copernicus Climate Change Service e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale: è il secondo anno consecutivo che in Europa l’energia prodotta da fonti rinnovabili supera quella derivante dallo sfruttamento dei combustibili fossili. Una buona notizia che va evidenziata nel quadro generale.  “Informazioni ambientali solide stanno rivelando cambiamenti significativi in tutto il nostro pianeta – ha spiegato Marco Facchin, esperto della Direzione generale per l’industria della difesa e lo spazio (Dg Defis) afferente alla Commissione europea -  I dati presentati nello Stato europeo del clima sono allarmanti, ma questa ricerca è anche uno strumento fondamentale per il nostro obiettivo di transizione verso l’energia sostenibile, ridurre le emissioni nette di gas serra e diventare il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050”. 

Cambiamento climatico, gli impatti analizzati dal report

Secondo l’analisi condotta dal rapporto, l’aumento dell’attività temporalesca tra ottobre e dicembre ha determinato un potenziale di energia eolica superiore alla media. Lo stesso è accaduto per il potenziale di energia idroelettrica fluviale, “superiore alla media in gran parte d’Europa per l’intero anno, grazie alle precipitazioni e alla portata dei fiumi superiori alla media”. Anche sul fronte dell’energia solare fotovoltaica lo scenario è incoraggiante: pur essendo diminuito nell’Europa nord-occidentale e centrale, è aumentato nell’Europa sud-occidentale e meridionale. 

 

Lo Stato europeo del clima 2023, che fornisce descrizioni e analisi sulle condizioni delle variazioni climatiche, aiuta a comprendere anche gli impatti che gli eventi ambientali hanno avuto sull’ecosistema.

 

Il rapporto chiarisce infatti che l’estate 2023 ha registrato contrasti di temperatura e precipitazioni, causando ondate di calore, incendi, siccità e inondazioni. A luglio il 41% dell’Europa del sud è stato colpito da “forte stress da caldo”. Mentre, sul fronte acqua, nel 2023 un terzo della rete fluviale ha registrato flussi superiori alla soglia di “alluvione elevata” e il 16% alla soglia di “alluvione grave”. Le inondazioni, invece, hanno causato l’81% delle perdite economiche dell’anno dovute agli impatti climatici. 

Il record del 2023: mai così tanta energia prodotta da fonti rinnovabili

Come sostiene Celeste Saulo, Segretaria generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, “La crisi climatica è la sfida più grande della nostra generazione. Il costo della climate action può sembrare alto, ma il costo dell’inazione è molto più alto. Come dimostra questo rapporto, dobbiamo sfruttare la scienza per fornire soluzioni per il bene della società”.

 

Al bene della società pertiene anche la salute delle persone. Quest’ultima è messa a forte rischio, come sottolinea il rapporto, dallo stress da calore: ovvero la misura con cui il corpo umano risponde all’impatto delle alte temperature, combinate con altri fattori come l’umidità e la velocità del vento. Lo stress da calore può portare a un esaurimento da calore, o ancora, al colpo di calore. La mortalità legata al caldo, infatti è aumentata del 30% in Europa, così come i decessi legati al caldo.

 

Per questo, sottolinea l’analisi, la scienza diventa essenziale nello studio di nuove tecnologie che conducano verso una transizione ecologica capace di attutire gli effetti del cambiamento climatico. Fondamentale, secondo il rapporto, è il lavoro di ricerca e monitoraggio sui venti, sulla radiazione solare, sulle variabili idrologiche, anche in vista dell’attuazione delle politiche climatiche in Europa.

 

Comprendere le variazioni regionali, infatti, permette di tararsi anche sui cambiamenti da mettere in atto. Un primo grande risultato è proprio quel 43% di energia prodotta da fonti rinnovabili, in forte aumento rispetto all’anno precedente, in cui era il 36%. Un dato che anche Iren segue: la concretizzazione della strategia del Gruppo Iren per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, come opzione sostenibile nel medio-lungo periodo, ha fatto registrare nel 2023 una crescita della produzione “green” di oltre il 30% rispetto all'anno precedente. Dati che dimostra che la rotta da seguire è quella che prevede due sviluppi contemporanei, da mandare avanti nel segno della sostenibilità: quello rispetto alla tutela dell’ambiente e quello economico globale.

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