Energia

Verso la fine dell'emergenza energetica: a che punto siamo e quali sono le prospettive

31 luglio 2023

L’Unione europea già con il Green deal aveva aperto la strada: le rinnovabili sono la strada da percorrere verso l’indipendenza energetica e lo sviluppo sostenibile. La sicurezza dell’approvvigionamento -   come dimostrato dalla guerra in Ucraina che ha fatto vacillare la stabilità energetica di diversi Paesi - richiede un piano strategico chiaro e di lungo termine

 

Proprio in questa direzione continuano a muoversi le istituzioni europee: Parlamento, Consiglio e Commissione hanno approvato diverse misure di emergenza per ridurre la domanda di gas e di elettricità e per accelerare la diffusione delle fonti di energia rinnovabili rendendo la produzione di energia della UE più autonoma. Tra queste il piano REPowerEU, nato con l’obiettivo di diversificare le fonti di produzione energetica in un’ottica di miglioramento verso la transizione energetica. Tra le misure previste dal programma, infatti, spicca la semplificazione delle procedure amministrative che ostacolano gli investimenti nell’energia da fonti rinnovabili e le attese relative alla realizzazione delle infrastrutture.

 

A che punto siamo e l’obiettivo al 2025: stop a centrali a carbone

Le direttive europee sono state recepite dal governo italiano anche per mitigare l’emergenza energetica dettata dalla dipendenza dal gas russo. Adesso, dopo periodi di crisi e instabilità, la situazione sembra essere in miglioramento. A rassicurare su questo fronte è Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

 

Secondo il ministro, la situazione attuale garantisce sicurezze in più: il metano ha ritracciato al ribasso i prezzi rispetto allo scorso anno, gli stoccaggi sono pieni. L’obiettivo rimane quello di ridurre al minimo la produzione di energia delle centrali a carbone e mantenere, invece la creazione di energia da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide.

 

“Le politiche di diversificazione messe in atto dal Governo ci hanno consentito di raggiungere in anticipo l'obiettivo di risparmiare 700 milioni di metri cubi di gas entro il 30 settembre del 2023”, ha affermato il ministro Gilberto Pichetto Fratin.

 

Nonostante l’incremento temporaneo della produzione di energia elettrica dalle sei centrali a carbone in Italia (Fusina, Brindisi, Civitavecchia, Portovesme, Monfalcone, Fiume Santo) e dall’unica centrale a olio combustibile (San Filippo del Mela), una decisione sembra rimanga chiara: la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2025.

 

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Il Piano industriale @2030 di Iren in linea con i target europei

 

Anche il Gruppo Iren nel suo Piano industriale @2030 si pone in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione, sviluppo delle rinnovabili, economia circolare e  salvaguardia delle risorse naturali.

 

Con un ammontare complessivo di investimenti pari a 10,5 miliardi di euro nei prossimi 8 anni, quasi il 60% - pari a circa 6,1 miliardi di euro -  è composto da investimenti di sviluppo destinati a favorire la crescita dimensionale del Gruppo in relazione a crescita delle rinnovabili e degli impianti di recupero di materia, estensione delle reti di teleriscaldamento e incremento dei progetti dedicati alle comunità energetiche

 

In questo modo è possibile non solo agevolare la transizione ecologica, ma lavorare concretamente per garantire un domani sostenibile e con fonti di energia che rispondano alle esigenze del Pianeta, rispettandolo. 

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