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Circular Economy Act, la Commissione europea apre una consultazione per ampliare il mercato dei prodotti circolari: cosa prevede

24 settembre 2025
  • La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul Circular Economy Act, con l’obiettivo di creare un mercato unico delle materie prime seconde e potenziare l’uso di materiali riciclati di qualità in tutta l’UE.

  • Il nuovo atto legislativo punta a fissare standard comuni, promuovere la tracciabilità e la sicurezza delle materie riciclate, e ridurre la dipendenza da forniture estere, rafforzando resilienza e autonomia strategica europea.

  • Il Circular Economy Act è parte del Green Deal europeo e potrà generare benefici ambientali, economici e occupazionali, trasformando il riciclo in leva strategica per la decarbonizzazione e la competitività dell’industria europea. 

La Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica in vista della presentazione del Circular Economy Act. L’iniziativa punta a costruire un mercato unico per le materie prime seconde, comprese quelle critiche, favorendo la circolazione e l’utilizzo di materiali riciclati di qualità. Il Circular Economy Act, che dovrebbe essere adottato entro la fine del 2026, mira ad accelerare la transizione verde verso un’economia più circolare, aumentando la sicurezza economica, la resilienza, la competitività e la decarbonizzazione dell’Unione Europea.

 

Promuovere ulteriormente l’uso di materiali riciclati in sostituzione delle materie prime vergini può dare un contributo importante alla riduzione dell’impronta materiale dell’UE. Gli sviluppi legislativi recenti hanno già fatto passi in questa direzione, tra cui il Critical Raw Materials Act, il Regolamento sull’ecodesign per prodotti sostenibili e diverse nuove normative e modifiche in materia di rifiuti e prodotti.

 

Guardando avanti, la preparazione del nuovo Circular Economy Act offre un’opportunità chiave per accelerare ulteriormente i progressi sull’uso dei materiali riciclati e per sostenere mercati solidi per il loro impiego.

Quattro mani compongono insieme un puzzle raffigurante il pianeta Terra su sfondo erboso, simbolo di collaborazione per la sostenibilità ambientale.

Obiettivi del Circular Economy Act

Il Circular Economy Act si inserisce nel quadro delle politiche europee per il Green Deal e per la riduzione della dipendenza da materie prime seconde, spesso importate da Paesi terzi e connotati da forte instabilità geopolitica. In questo contesto il Circular Economy Act si pone come obiettivo principale quello di creare un mercato unico per le materie prime seconde (comprese quelle critiche) e di aumentare offerta e domanda di materiali riciclati di qualità. La transizione all’economia circolare, infatti, non ha fatto passi significativi negli ultimi anni. Un mercato che ancora penalizza le materie prime seconde: se è pur vero, infatti, che in alcuni casi la loro qualità non è ancora equiparabile a quella delle materie prime vergini, i costi più alti non considerano il risparmio sulle esternalità negative (minori impatti per estrazione, lavorazione, raffinazione). C’è da considerare inoltre l’impatto di flussi di rifiuti illegali non tracciati che portano all’esportazione o peggio ancora alla perdita di materie prime che finiscono erroneamente incenerite o in discarica.

Il Circular Economy Act definisce due pilastri principali: in primo luogo misure relative alla raccolta e al riciclo dei RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, ovvero i rifiuti che fanno registrare il più alto tasso di crescita. La Commissione non esclude di rivedere le norme esistenti per renderle più semplici e adeguate allo scopo. Ovvero ad aumentare i livelli di raccolta e a stimolare il mercato delle materie prime critiche che contengono. In secondo luogo, una serie di interventi per promuovere il mercato unico dei rifiuti, delle materie prime seconde e del loro utilizzo nei prodotti. 

 

In generale, gli obiettivi principali sono:

 

  • Creare un mercato unico dei prodotti circolari, eliminando frammentazioni normative tra Stati membri.

  • Garantire standard comuni per qualità, sicurezza e tracciabilità delle materie prime seconde.

  • Aumentare l’offerta di materiali riciclati e stimolare la domanda da parte di imprese e settori industriali.

  • Ridurre la pressione sulle risorse naturali, migliorando la resilienza delle filiere produttive europee.

La consultazione pubblica

Il 1° agosto 2025 la Commissione europea ha avviato la consultazione pubblica sul Circular Economy Act. Cittadini, associazioni, imprese e autorità pubbliche, possono raccogliere contributi e valutazioni sulle misure da includere nell’atto legislativo. Il periodo di feedback è aperto fino al 6 novembre 2025.

 

Grazie a un form si mira a individuare le principali barriere che ostacolano oggi l’utilizzo dei materiali riciclati (es. costi, carenza di standard, difficoltà logistiche). Per farlo sono coinvolti tutti i Paesi membri affinché si possa incentivare il riciclo e il riuso in diverse aree dell’Ue. Basta dare un’occhiata ai commenti già inseriti, dai singoli cittadini alle associazioni per rendersi conto di quanto sia un argomento che coinvolge diversi Stati. A rispondere alla consultazione Spagna, Italia, Belgio, Austria, Germania, Estonia, Svizzera e altre per più di 88 commenti e osservazioni presentati a oggi.

 

La consultazione resterà aperta per alcune settimane. Al termine, i contributi raccolti saranno analizzati dalla Commissione e confluiranno nella proposta legislativa definitiva, che sarà presentata al Parlamento e al Consiglio europeo.

Le misure proposte

Per garantire che il Circular Economy Act contribuisca a sostenere un uso più ampio delle materie prime secondarie nell’Ue, il documento suggerisce che la Commissione europea consideri i seguenti aspetti durante la preparazione dell’atto:

 

  • Definire un obiettivo o più obiettivi per ridurre l’impronta dell’Ue.

 

  • Fissare obiettivi per l’uso di materiali secondari. Questo sarà possibile anche grazie a standard di qualità e sicurezza: come garantire che le materie prime seconde possano competere con quelle vergini in termini di prestazioni, affidabilità e sicurezza.

 

  • Indicare i fondi europei disponibili per sostenere lo sviluppo di infrastrutture e mercati per le materie prime secondarie.

 

  • Esplorare azioni legate alle esportazioni di materiali, ad esempio tasse all’esportazione, restrizioni o partenariati con Paesi terzi.

 

  • Introdurre misure di responsabilità estesa del produttore per massimizzare la raccolta e la rivalorizzazione di materiali preziosi (comprese le materie prime critiche), anche tramite la differenziazione o modulazione delle tariffe.

 

  • Definire regole per gli appalti pubblici verdi ben mirate e applicabili per stimolare la domanda e incentivare i mercati delle materie prime secondarie.

 

  • Esplorare opzioni fiscali come la riduzione delle tasse su prodotti di seconda mano, materie prime secondarie e acquisti circolari o anche sgravi fiscali, crediti d’imposta o criteri premianti negli appalti pubblici.

 

  • Chiarire e semplificare le definizioni di rifiuto e i criteri di “end-of-waste”.

 

  • Puntare su innovazione e ricerca per sviluppare le tecnologie di riciclo avanzato e le pratiche industriali innovative volte a migliorare la qualità dei materiali recuperati.

 

  • Chiarire il collegamento tra il Circular Economy Act e l’attuazione del Regolamento sull’ecodesign per prodotti sostenibili.
Una mano inserisce un'etichetta con la scritta "100% recyclable reusable" in una scatola contenente materiale da imballaggio ecologico, rappresentando il concetto di packaging sostenibile.

Le implicazioni per cittadini e imprese

Un mercato unico delle materie prime seconde potrebbe avere impatti tangibili nella vita quotidiana e nel tessuto economico. Per i consumatori significherebbe infatti accedere a prodotti riciclati di maggiore qualità e con un minor impatto ambientale, potendo contare su standard comuni di trasparenza e sicurezza.

Per le imprese si aprirebbero nuove opportunità di business legate al riciclo, alla rigenerazione di componenti e alla logistica del recupero. Settori come la moda sostenibile, l’elettronica e l’edilizia potrebbero beneficiare di una maggiore disponibilità di materiali certificati e competitivi. Per gli Stati membri la possibilità di ridurre la dipendenza da forniture estere rafforzerebbe l’autonomia strategica europea.

Un tassello del Green Deal europeo

Il Circular Economy Act non è un provvedimento isolato, ma parte integrante della strategia climatica dell’Unione. La riduzione dei rifiuti e l’aumento del riciclo sono infatti elementi cruciali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e gli obiettivi intermedi fissati per il 2030.

 

Oltre agli aspetti ambientali, la Commissione sottolinea anche la dimensione economica: il passaggio a un’economia più circolare potrebbe generare nuovi posti di lavoro qualificati e stimolare filiere produttive innovative.

 

Il Circular Economy Act rappresenta quindi una finestra di partecipazione concreta: cittadini, organizzazioni e imprese hanno l’occasione di incidere su un provvedimento che ridisegnerà le regole del mercato europeo e che potrà determinare la capacità dell’Unione di affrontare con successo le sfide ambientali, economiche e geopolitiche dei prossimi decenni.

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