La possibilità di accedere in modo trasparente a informazioni dettagliate sui prodotti che i consumatori acquistano, oltre ad aumentare la fiducia e l'informazione, contribuisce a calcolare l’impatto dei prodotti stessi.
In questo modo le aziende sono incentivate a seguire pratiche sostenibili sapendo che i dati saranno visibili ai consumatori, promuovendo un comportamento più responsabile. Questo innesca anche dei meccanismi collegati che permettono anche ai lavoratori delle varie filiere di essere più tutelati.
Tuttavia, allo stato attuale, le informazioni disponibili sono carenti. Per i progettisti, conoscere l’utilizzo effettivo dell’oggetto consentirebbe, infatti, di ottimizzare sia le componenti utilizzate sia il loro funzionamento. Inoltre, i feedback da parte dei consumatori potrebbero essere un punto di svolta nel miglioramento delle prestazioni dei prodotti. Un altro punto su cui occorre lavorare è la standardizzazione: affinché i passaporti possano essere efficaci, è necessaria una standardizzazione a livello comunitario nelle dichiarazioni di sostenibilità e di tracciabilità da parte dei produttori per poter condividere informazioni verificate e verificabili in modo semplice.
I passaporti digitali saranno introdotti probabilmente a partire dal 2026 ed entreranno in vigore in maniera progressiva a seconda della categoria di prodotti.
Superare i limiti alla loro implementazione è particolarmente importante poiché i passaporti digitali di prodotto rappresenterebbero una svolta significativa verso un'economia più trasparente, responsabile e sostenibile. Questa innovazione, infatti, non solo facilita un rapporto più informato tra produttori e consumatori, ma contribuisce anche a proteggere l'ambiente e a promuovere pratiche aziendali etiche. Con l'adozione crescente di questa tecnologia, possiamo aspettarci un futuro in cui ogni prodotto racconta la sua storia, garantendo trasparenza e fiducia in ogni acquisto.