L’IEA esamina quattro dimensioni chiave su cui lavorare riguardo le materie prime critiche: rischi di approvvigionamento, rischi geopolitici, ostacoli alla risposta alle interruzioni dell’approvvigionamento ed esposizione a fattori ambientali, rischi sociali e di governance (ESG) e rischi climatici.
Il litio e il rame – sottolinea il rapporto - sono i più vulnerabili ai rischi legati all’offerta e ai volumi, mentre la grafite, il cobalto, le terre rare e il nichel si trovano ad affrontare rischi geopolitici più sostanziali relativi alla necessità di avere fonti di approvvigionamento diversificate. “I bassi prezzi dei materiali hanno contribuito a riportare i costi delle tecnologie energetiche pulite su una traiettoria discendente, questa rappresenta una sfida per gli sforzi di diversificazione dell'offerta”, si legge sul rapporto Global Critical Minerals Outlook 2024 dell’IEA.
Alla difficoltà di diversificare l’offerta si aggiungono anche la concentrazione di queste materie prime critiche in determinate zone geografiche e gli ostacoli allo sviluppo di nuovi progetti in differenti regioni. Inoltre, il rapporto dell’IEA rileva che l’industria sta facendo progressi in termini di sicurezza dei lavoratori, equilibrio di genere, investimenti nella comunità e utilizzo di energie rinnovabili per la produzione mineraria. Tuttavia, lo stesso non si può dire per la riduzione della produzione di rifiuti, delle emissioni di gas serra e del consumo di acqua.
Bisogna ricordare che la maggior parte dei minerali sono esposti a elevati rischi ambientali. In tal senso, come sottolineato dal report Iren-Ambrosetti, intensificare gli sforzi per riciclare, innovare e incoraggiare il cambiamento di comportamenti e abitudini è fondamentale.
L’economia circolare rappresenta una leva ad alto potenziale e, come mostra la ricerca Iren-Ambrosetti, per raggiungere tassi di riciclo significativi e potenziare l’autonomia strategica italiana sarà necessario un incremento della dotazione impiantistica. Secondo le stime, in Italia saranno necessari 7 impianti per riciclare correttamente il quantitativo crescente di rifiuti da qui al 2040, per un investimento complessivo stimato in 336 milioni di euro.