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Nel 2030 le energie rinnovabili rappresenteranno l’80% della nuova energia installata: il report di IEA

31 dicembre 2023

L’Agenzia internazionale dell’energia (International Energy Agency  - IEA) ha pubblicato il World Energy Outlook 2023  - la versione aggiornata del più autorevole rapporto internazionale sull’evoluzione del mercato energetico -  descrivendo un mondo che tra soli sette anni sarà molto diverso da quello attuale.

 

Il report si focalizza su dei trend molto significativi: entro il 2030 il numero di auto elettriche in circolazione sarà quasi 10 volte superiore a oggi, le energie rinnovabili si avvicineranno alla metà del mix energetico globale, la domanda di carbone, petrolio e gas raggiungerà il picco. Ma per garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi - e limitare al di sotto di 2°C, puntando a un aumento massimo pari a 1,5 gradi - servono politiche molto più incisive di quelle attuali.

 

In un contesto di tensioni geopolitiche e di fragilità dei mercati energetici, il rapporto di quest'anno esplora come i cambiamenti strutturali nelle economie e nell'uso dell'energia stiano modificando il modo in cui il mondo soddisfa la crescente domanda di energia: “La transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile. I governi, le aziende e gli investitori devono sostenere la transizione verso l’energia pulita invece di ostacolarla. I vantaggi offerti sono immensi: nuove opportunità industriali e di lavoro, maggiore sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all’energia e un clima più sicuro per tutti”, ha affermato Fatih Birol, il direttore esecutivo dell’IEA.

legge

La crescita inarrestabile delle rinnovabili

 

Come evidenziato dal rapporto, nel 2023 la nuova capacità rinnovabile installata a livello internazionale raggiunge cifre che si aggirano intorno a 500 GW. Ed è solo l’inizio. Anche se la domanda di combustibili fossili è stata elevata negli ultimi anni, vi sono segnali di un cambio di direzione. Insieme allo sviluppo di nuove alternative a basse emissioni si registra una diminuzione nella vendita di autovetture e di veicoli con motori a combustione interna (rispetto ai livelli precedenti la pandemia di Covid-19.) Le vendite di caldaie a gas residenziali hanno registrato una tendenza al ribasso e sono adesso superate dalle vendite di pompe di calore in molti paesi in Europa e negli Stati Uniti.

 

In questo scenario la quota di combustibili fossili nell’approvvigionamento energetico globale, che è rimasta bloccata per decenni intorno all’80%, scenderà al 73% entro il 2030. Ma è ancora poco per limitare il riscaldamento globale entro la soglia di sicurezza dei +1,5°C rispetto all’era pre-industriale.

 

Il report analizza anche il potenziale di crescita del solare fotovoltaico in questo decennio. Secondo le attuali politiche, le fonti rinnovabili dovrebbero contribuire all’80% della nuova capacità di produzione di energia elettrica fino al 2030, con il fotovoltaico che da solo coprirà oltre la metà di questa crescita.

 

Secondo l’analisi, entro la fine del decennio, a livello globale la capacità di produzione dovrebbe superare i 1.200 gigawatt (GW) di pannelli solari all’anno, ma si prevede che nel 2030 verranno effettivamente installati 500 GW. L'utilizzazione del 70% della capacità di produzione del solare fotovoltaico prevista porterebbe lo sviluppo ai livelli previsti nello scenario emissioni zero; inoltre integrata in modo efficace, ridurrebbe ulteriormente l'uso di combustibili fossili – in primo luogo il carbone.

 

Se il mondo dovesse raggiungere una capacità di 800 GW di nuovo solare fotovoltaico entro la fine del decennio, nel 2030 la produzione di energia elettrica da carbone in Cina si ridurrebbe di un ulteriore 20% rispetto a uno scenario basato sulle attuali politiche. La produzione di elettricità da carbone e gas naturale in America Latina, Africa, Sud-Est asiatico e Medio Oriente sarebbe inferiore di un quarto.

 

La strada da seguire in 5 passi

IEA ha prodotto una dettagliata roadmap, in cinque azioni, per mostrare qual è il percorso da seguire per arrivare alle emissioni nette zero al più tardi nel 2050:

 

  1. triplicare la capacità rinnovabile globale;
  2. raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica;
  3. ridurre del 75% le emissioni di metano prodotte dalle attività dei combustibili fossili;
  4. introdurre meccanismi di finanziamento innovativi per triplicare gli investimenti nelle energie pulite nelle economie emergenti e in via di sviluppo;
  5. definire misure per garantire la diminuzione progressiva dell’uso dei combustibili fossili, compresa la fine delle nuove autorizzazioni per le centrali elettriche a carbone.

 

In questo modo, secondo il rapporto, rispettare l’obiettivo di 1,5°C è ancora possibile: rimane comunque fondamentale e prioritario attuare politiche concrete di intervento perché, per accelerare la transizione verso l’energia pulita, è necessaria la cooperazione internazionale.



L'impegno del Gruppo Iren per la crescita delle rinnovabili

Con oltre 2,8 miliardi di € investiti per lo sviluppo delle rinnovabili nel Piano Industriale Iren @2030, il Gruppo si candida a guidare la transizione ecologica dei territori in cui opera. 

Il piano va a integrare il precedente progetto di decarbonizzazione e prevede il raggiungimento di 3 GW di nuova capacità: allo sviluppo di 2,2 GW di capacità fotovoltaica ed eolica onshore già previsto si aggiungono 0,4 GW di capacità eolica offshore in co-sviluppo e 0,4 GW di comunità energetiche. Inoltre, è previsto il rinnovo delle concessioni idroelettriche, lo sviluppo dello storage coerente con la crescita delle fonti rinnovabili, il completamento degli interventi di flessibilizzazione degli impianti cogenerativi e lo sviluppo del teleriscaldamento nel medio lungo termine. Infine, viene confermata la dismissione di asset di generazione termoelettrica non funzionali al teleriscaldamento dopo il 2026. Un impegno concreto per un domani sempre più sostenibile da vivere insieme.

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