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Comunità energetiche, 5 GW di potenza incentivabile entro il 2027: a che punto siamo

15 luglio 2023

Cittadini, attività commerciali e imprese, enti territoriali e autorità locali possono unirsi per produrre e condividere la propria energia elettrica da fonti pulite: a partire dalla loro sinergia e collaborazione si costituiscono le Comunità energetiche rinnovabili (Cer).

 

Le Cer sono forme di autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e in Italia sono in continua crescita sia grazie al risparmio dei costi che possono portare nel consumo di energia, sia per quanto riguarda la riduzione dell’inquinamento e delle emissioni. Come ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin l’obiettivo In Italia è puntare “alla nascita di 15mila comunità energetiche”: ecco a che punto siamo.

Comunità energetiche: qual è la situazione in Italia

 

Secondo il rapporto “Le comunità energetiche contro la crisi”- redatto da Symbola, Tea e Ipsos - le comunità energetiche rappresentano un fenomeno in crescita nel nostro Paese, sia a livello di conoscenza diffusa sul territorio che di investimenti e progetti. Il documento evidenzia che tre imprese su quattro (75%) e una persona su sei (15%) hanno sentito parlare di Comunità energetiche: tuttavia, è solo il 13% dei cittadini e delle cittadine a conoscere bene il concetto di Cer.

 

 

Inoltre, prendendo in considerazione l’ultimo rapporto trimestrale Energia e clima in Italia del Gse (Gestore servizi energetici), pubblicato a maggio, alla fine del 2022 risultavano quarantasei configurazioni di autoconsumo collettivo e ventuno comunità energetiche rinnovabili, per una potenza di 1,4 MW. Numeri ancora piccoli rispetto agli obiettivi dichiarati anche dal Governo, ma ci si aspetta una crescita decisa una volta che le autorità europee avranno finito di valutare il decreto presentato dal governo nei mesi scorsi: il testo non prevede solo sostegni economici – con tariffe premianti per impianti con potenza non superiore a 1 MW -  ma fornisce alle comunità energetiche una definizione normativa più chiara e completa.

Anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si rivolge allo sviluppo delle Cer, stanziando 2,2 miliardi di euro per finanziare con contributi a fondo perduto la promozione delle comunità energetiche nei comuni con meno di cinquemila abitanti. L’obiettivo è arrivare al giugno 2026 con almeno 2000 MW di capacità rinnovabile installata e una produzione di 2500 GWh.

 

Come riporta il decreto ministeriale stilato dal MASE (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica) per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione, chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi 5 GW, con un limite temporale fissato a fine 2027.

 

Anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si rivolge allo sviluppo delle Cer, stanziando 2,2 miliardi di euro per finanziare con contributi a fondo perduto la promozione delle comunità energetiche nei comuni con meno di cinquemila abitanti. L’obiettivo è arrivare al giugno 2026 con almeno 2000 MW di capacità rinnovabile installata e una produzione di 2500 GWh.

 

Come riporta il decreto ministeriale stilato dal MASE (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica) per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione, chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi 5 GW, con un limite temporale fissato a fine 2027.

pannelli solari

Benefici ambientali, economici e sociali: i vantaggi delle Cer

Le comunità energetiche rappresentano una forma energetica collaborativa, incentrata su un sistema di scambio locale capace di agevolare lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale.

 

Il loro funzionamento si basa sul coinvolgimento di una serie di soggetti privati e/o pubblici (i cosiddetti prosumer in quanto allo stesso tempo producono e consumano energia), i quali costituiscono un ente legale per produrre energia elettrica attraverso fonti rinnovabili.

 

La costituzione delle Cer determina diversi benefici: i vantaggi ambientali sono legati all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e alla limitazione dello spreco di energia che avviene attraverso perdite di rete durante il trasporto; quelli economici derivano dalla vendita dell’energia e dai meccanismi di incentivazione previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica; quelli sociali, invece, sono collegati alla riduzione della povertà energetica, al miglioramento dell’ambiente in cui le stesse comunità vivono, alla promozione di una maggiore coesione tra gli individui.

 

Se le comunità energetiche continueranno a diffondersi in modo capillare in tutta Italia, lo scenario base previsto da The European House Ambrosetti indica una riduzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate: un obiettivo ambizioso, in cui i cittadini prosumer – produttori e consumatori – sono protagonisti.

 

L’impegno di Iren per la transizione energetica passa anche attraverso la costituzione di nuove Cer. Il Gruppo, perseguendo i suoi obiettivi verso la decarbonizzazione, mette a disposizione un’offerta completa per supportare il cliente a partire dal set up della comunità energetica fino alla gestione e mantenimento per tutta la vita utile, facendosi carico dell’investimento e dei costi amministrativi.

 

Le Comunità Energetiche sono sistemi dinamici, che cambiano nel tempo. Per accelerare la nascita di nuove Cer, Iren realizza e finanzia il primo impianto di una nuova Comunità energetica, a cui nel tempo potranno aggiungersi altri impianti per aumentare le dimensioni della comunità, anche appartenenti a soggetti diversi: dalla Pubblica Amministrazione, alle PMI, finanziati con fondi pubblici (come il PNRR) o privati.

 

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