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B come come bioplastiche: che cosa sono e come vengono riciclate

31 maggio 2024

E se qualcuno dicesse che le bioplastiche sono addirittura precedenti alle plastiche fossili? Sarebbe vero! Le bioplastiche, ovvero tipi di materie plastiche bio-based, sono anteriori alle plastiche ottenute da combustibili fossili. È infatti solo con la produzione industriale successiva agli anni ‘30 che le plastiche derivanti da materie prime rinnovabili vengono sostituite da quelle prodotte da materie prime fossili, come il gas naturale e il petrolio greggio.

 

Per questo è fondamentale ripensare la plastica come un prodotto rinnovabile. Oggi, anche per via della rinnovata consapevolezza sugli agenti inquinanti di materiali come le microplastiche, la politica mondiale si muove per sostituire la plastica con risorse che non impattano sull’ambiente e agevolano il passaggio a un’economia di tipo circolare. 

Che cosa sono le bioplastiche e come si distinguono

Le bioplastiche rappresentano un importante passo avanti per la riduzione della plastica inquinante. Non sono tutte uguali e si distinguono in base alle loro proprietà:

 

●      Bio-based: le plastiche bio-based sono ricavate da materie prime rinnovabili (come l’amido) ma non sono per forza biodegradabili

●      Biodegradabili: le plastiche biodegradabili hanno caratteristiche che permettono loro di degradarsi in tempi e condizioni definite dalla normativa EN 13432 (o ASTM D 6400. Questo a prescindere dalla loro composizione, che sia derivante da materie fossili o meno

●      Entrambe: quando la bioplastica si degrada nei tempi e nelle condizioni definiti dalla norma e non è generata con l’utilizzo di sostanze fossili.

 

Ciò che è chiaro è che possono esistere plastiche bio-based che però non si decompongono secondo normativa e quindi restano inquinanti. Allo stesso tempo, alcune plastiche biodegradabili possono aver avuto origine da materie fossili, e quindi avere un impatto ambientale dannoso.

 

bioplastiche

Come si riciclano le plastiche bio-based e biodegradabili

Il riciclo dei rifiuti è alla base della transizione ecologica a un mondo sostenibile: le bioplastiche possono essere recuperate, trasformate e riusate negli impianti di compostaggio. Quelle non biodegradabili possono venire riciclate e contribuire all’approvvigionamento energetico da fonti che sono comunque rinnovabili.

 

Il problema principale che resta in entrambi i casi è culturale: ovvero, il littering (quando i rifiuti restano per strada). Ogni tipo di plastica deve entrare nel ciclo dei rifiuti in modo da uscirne rinnovata e trasformata in un nuovo prodotto. Come accade grazie ai processi attivi nell’impianto Iren Circular Plastic attraverso cui la plastica viene stoccata e consegnata ai consorzi autorizzati, mentre gli scarti non plastici o le plastiche non valorizzabili vengono lavorate e preparate per il recupero energetico.

 

Le plastiche miste, ad esempio, sono più problematiche per il riciclo e generalmente sono escluse dai tradizionali circuiti di riciclo: un aspetto critico che tecnologia e innovazione possono trasformare in opportunità. È ciò che avviene nell’impianto I.Blu del Gruppo Iren a San Giorgio di Nogaro: le plastiche che non si possono riciclare vengono convertite nel polimero Bluair®, una materia prima seconda circolare brevettata che può essere utilizzata in sostituzione del carbone nel settore siderurgico. Un processo virtuoso che trasforma la plastica in opportunità.

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