Rinnovabili

O come Offshore: cosa sono gli impianti eolici offshore e come funzionano 

23 luglio 2022

 

Pulite, provenienti direttamente dalla natura e a basso impatto ambientale: le fonti di energia rinnovabili sono protagoniste indiscusse nel percorso verso la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050 come stabilisce il Green deal europeo. Così il vento, insieme a sole e acqua, diventa alleato indispensabile su cui investire per la produzione di energia green e sostenibile: da una massa d'aria in movimento si ottiene l’energia eolica. Grazie ad un aerogeneratore, una versione moderna degli antichi mulini, è possibile catturare la forza del vento: quest’ultimo, quando soffia con sufficiente intensità, attiva le pale eoliche e il loro movimento innesca un rotore racchiuso all'interno di un telaio chiamato navicella. Gli impianti eolici possono sorgere non solo sulla terra ma anche in acqua: ecco di cosa si tratta.

 

 

Cosa sono e come funzionano gli impianti eolici offshore

 

Secondo i dati diffusi da Irena - Agenzia internazionale per le energie rinnovabili - entro il 2030 l’eolico sarà una delle fonti di energia principali in grado di soddisfare il 24% del fabbisogno energetico a livello globale. Le pale eoliche sono gli strumenti essenziali per far sì che la produzione di energia eolica avvenga e possono essere installate sia sulla terra ferma (on store) che in mare aperto. In questo caso, si parla di impianti eolici offshore. 

 

Così come quelli a terra, anche gli impianti eolici galleggianti sfruttano l’energia cinetica del vento per far muovere le pale eoliche: la forza che attivano viene usata per far girare un generatore e produrre elettricità. Questo processo è particolarmente valorizzato in mare perché è proprio a largo che la forza del vento raggiunge il suo apice soffiando molto più intensamente: non vi sono barriere architettoniche e quindi si genera più energia e senza intermittenze. Attraverso specifici elettrodotti e cavi sottomarini, gli impianti offshore conducono l’elettricità generata direttamente alla rete nazionale di distribuzione: un modello di successo che ha conosciuto una forte impennata negli ultimi 20 anni soprattutto in Cina, negli Stati Uniti e in Germania.

I vantaggi dell’offshore (e cosa c’è da migliorare)

Tra le potenzialità dell’energia eolica offshore emerge il limitato impatto ambientale e la capacità di sfruttare una fonte rinnovabile come il vento, producendo energia pulita senza emissioni di gas serra e senza inquinare. Inoltre, grazie alla maggiore stabilità del vento in mare, l’energia eolica offshore costituisce una fonte di energia più affidabile, non intermittente e con problemi minori connessi alla turbolenza delle turbine. 

 

Tra le potenzialità dell’energia eolica offshore emerge il limitato impatto ambientale e la capacità di sfruttare una fonte rinnovabile come il vento

Non essendo dipendenti dalla morfologia del territorio dove vengono installati, gli impianti eolici offshore possono essere costituiti da molte più turbine rispetto a quelli onshore: essendo situati in mare aperto, non hanno alcun impatto visivo o acustico e non compromettono il regolare svolgimento delle attività umane. Tra i nodi problematici, invece, la manutenzione e i costi di gestione potenzialmente elevati: l’azione delle onde e la forza maggiore dei venti oceanici richiedono operazioni di manutenzione più frequenti e, su questo aspetto, occorre indirizzare gli sforzi di ottimizzazione della tecnologia.

 

 

Offshore: a che punto siamo in Italia

 

L’Italia con i suoi 11.700 chilometri di coste si presta molto bene agli investimenti sulla tecnologia offshore: il Piano Nazionale Energia e Clima (Pniec) firmato dal Governo nel 2020 prevede di raggiungere a riguardo l’obiettivo di 900 MW entro il 2030. Su questa linea di indirizzo, lo scorso 21 aprile a Taranto è stato inaugurato il primo impianto offshore nel Mediterraneo, il Beleolico: collocato a largo della costa pugliese, possiede una potenza complessiva di 30 MW, riuscirà a produrre oltre 58 mila MWh ed è in grado di coprire il fabbisogno energetico annuo di circa 60 mila famiglie. Inoltre, affermano gli esperti, il parco consentirà di risparmiare 730 mila tonnellate di anidride carbonica in 25 anni: un fiore all’occhiello per la Puglia che, oltre al Baleolico, vanta il più grande parco fotovoltaico d’Italia gestito da Iren, capace di soddisfare i consumi energetici di 200mila abitanti. Sole e vento sono un binomio perfetto per il domani sostenibile e rinnovabile. Un esempio virtuoso, in questo senso, sono le tecnologie impiegate dalle fattorie solari in mare aperto: gli impianti solari offshore, infatti, introducono un metodo alternativo per produrre energia elettrica, incentrato sull’utilizzo più sostenibile ed efficiente delle risorse oceaniche.

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