Trasformare la tradizionale corsa da allenamento in un’attività green: l’essenza del plogging è già nella sua etimologia. Il termine nasce dalla fusione di due termini anglosassoni: plocka upp - che significa raccogliere - e il più famoso jogging, ovvero la corsa a ritmo lento.
Il plogging, infatti, consiste proprio nel raccogliere i rifiuti che si trovano per strada mentre si fa jogging: uno sport ecologico aperto a tutti, praticabile indossando semplicemente un abbigliamento comodo. Per metterlo in pratica bastano pratiche scarpe da running, insieme a guanti da lavoro e una borsa da portare con sé in cui deporre i rifiuti. Si tratta di un’azione semplice ma efficace che, in pochi anni, si è diffusa in tutto il mondo creando un vero e proprio movimento globale: nel tempo il plogging è diventata una disciplina articolata in campionati mondiali, svolti anche in Italia sulle Alpi torinesi.
I benefici del plogging sono individuali e collettivi: i piegamenti necessari per raccogliere i rifiuti, insieme alle lunghe passeggiate, possono essere assimilabili a veri e propri allenamenti. Allo stesso tempo, dedicando tempo allo sport, si tutela anche l’ambiente ripulendo le zone verdi dai rifiuti abbandonati. Tutto a costo zero e mettendo insieme l’aiuto di tutti: la natura ritrova il suo equilibrio, a beneficio delle persone che la vivono. Da non sottovalutare, l’impatto sociale del plogging: stare insieme, nel segno della sostenibilità e dell’attenzione per l’ambiente, è motivo di inclusione e permette di impegnarsi collettivamente per un obiettivo comune.