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Legambiente al depuratore Iren di Mancasale, l'impianto Iren che recupera le acque reflue

24 aprile 2023

Condividere le competenze e lavorare in sinergia nel segno di obiettivi comuni, come quello di fronteggiare l’emergenza siccità attraverso la gestione sostenibile dell’acqua: con questo obiettivo una delegazione di Legambiente Reggio Emilia ha visitato il Parco Acqua Depurate (PAD) di Mancasale.

 

Circa trenta attivisti, accompagnati dal responsabile provinciale Bokar Diop, hanno osservato da vicino il funzionamento dell’impianto di depurazione reggiano: il confronto dei partecipanti di Legambiente con i colleghi di Ireti -  che insieme a Eduiren hanno organizzato la visita -  ha permesso di approfondire molti temi legati al ciclo integrato dell’acqua e a presentare l’impianto come un esempio concreto di economia circolare.

 

L’impianto di depurazione di Mancasale, infatti, fornisce acqua depurata alle coltivazioni della zona e ogni anno tratta circa 19 milioni di m3 di acque di cui 5,5 milioni di m3 sono recuperati e destinati all’agricoltura durante il periodo estivo in cui vi è una richiesta irrigua. Si tratta di un polo strategico, particolarmente importante in questo periodo di crisi idrica, poiché non solo migliora la qualità delle acque superficiali ma permette anche il recupero e il riutilizzo delle acque reflue a beneficio dell’ambiente e delle aziende agricole limitrofe.

 

dipendenti Iren a lavoro negli impianti

Impianto di Mancasale, progetto apripista nel riutilizzo delle acque reflue

Quella di Iren è una visione industriale che ragiona sul lungo termine focalizzandosi sull’uso consapevole e responsabile delle risorse: l’impianto di Mancasale costituisce un primato nell’ambito della gestione dell’acqua poiché è il primo impianto di riuso delle acque in Emilia Romagna.

 

Il progetto è frutto di un accordo del 2015, poi rinnovato nel 2019, tra Regione Emilia Romagna, Ireti, Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e Atersir. 

Al depuratore Iren di Mancasale vengono convogliate le acque fognarie di una parte della città di Reggio Emilia e di altri centri della zona per essere depurate. Il suo funzionamento si distingue particolarmente nel settore idrico poiché, a un trattamento biologico tradizionale delle acque reflue, si aggiungono altre tre fasi di trattamento: la filtrazione a sabbia, il dosaggio dell'acqua ossigenata e la disinfezione con raggi ultravioletti. L’impianto tratta 1600 metri cubi all'ora e, durante la campagna irrigua da marzo a fine settembre, eroga 7 milioni di metri cubi di acqua.

 

Una quantità indirizzata verso l’incremento: come stabilito nel Piano industriale @2030, il Gruppo prevede di raddoppiare lo stabilimento e la quantità di acqua erogata ai campi della provincia reggiana con un investimento di 4 milioni di euro. Da 7 milioni di metri cubi di acqua all'anno si passerà dunque a 14 milioni direttamente utilizzabili in agricoltura durante la stagione irrigua.

 

Iren e Legambiente, lavorare in sinergia per la gestione sostenibile dell’acqua

La crisi climatica e la siccità vanno affrontate subito e in maniera realmente efficace. Non servono slogan e soluzioni estemporanee ma interventi integrati che vadano oltre l’emergenza mettendo in campo una politica idrica che favorisca l’adattamento ai cambiamenti climatici”. Questo è l’appello che lanciano Legambiente e altre associazioni per far fronte alla crisi idrica.

 

In linea con quanto indicato da Legambiente, quindi, la strategia più funzionale per fronteggiare la crisi idrica non sono “piani straordinari” concepiti nel momento di emergenza ma implementare la progettualità in piani ordinari che favoriscano l’adattamento al cambiamento climatico.

 

Una visione in linea con l’impegno quotidiano di Iren e i prossimi obiettivi: il piano d’investimenti di Iren al 2030 prevede oltre 2,4 miliardi destinati al servizio idrico integrato, per il potenziamento e l’incremento della resilienza della rete e lo sviluppo degli impianti di depurazione. L’obiettivo è quello di passare dal 33% al 20% di perdite nette di rete al 2030 e consolidare una filiera dell’acqua efficiente e sostenibile.

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