La realizzazione di sistemi efficienti e sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di calore è possibile attraverso lo sfruttamento di risorse rinnovabili termiche (solare termico, biomasse, geotermia, calore di scarto di produzioni industriali). In questo panorama è importante porre l’attenzione anche sui piccoli impianti di teleriscaldamento.
Un ruolo determinante può essere svolto dalle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili), ossia sistemi cooperativi i cui membri collaborano con l’obiettivo di produrre e distribuire energia attraverso uno o più impianti a fonti rinnovabili, ottimizzando e promuovendo l’autoconsumo, come previsto dalla Direttiva RED II.
Tuttavia, a livello normativo, le rinnovabili termiche non vengono considerate dalla maggior parte delle norme e regolamenti sulle CER. Infatti, le principali esperienze di CER in Europa, e anche in Italia, si sono sviluppate considerando le sole rinnovabili elettriche. Per questo motivo, il progetto RES-DHC si muove in continuità con l’obiettivo di aggiornare la normativa: esistono già diverse esperienze in corso sulla fornitura di calore da rinnovabili tramite reti di teleriscaldamento con un coinvolgimento diretto delle comunità locali.
Inoltre, l’integrazione di impianti a fonti rinnovabili in reti di teleriscaldamento esistenti o nuove richiede investimenti. Ma questi progetti sono al momento ancora limitati numericamente, quindi per la bancabilità resta la barriera dell’insufficiente conoscenza del tema da parte di chi dovrebbe concedere il finanziamento, ossia gli istituti di credito. Dato il ruolo centrale assegnato anche dall’Unione Europea al teleriscaldamento per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, è plausibile che presto si verifichi l’esigenza per le banche di conoscere in dettaglio le prestazioni e l’affidabilità di questa soluzione tecnologica. Un passo in più verso proposte innovative nel segno della sostenibilità.