Nel mondo, quasi la metà dei bambini è esposta a gravi minacce climatiche. In Italia, sette giovani su dieci si dichiarano molto preoccupati per la crisi ambientale. Il disagio si chiama ecoansia: un fenomeno in crescita, che parla di paura ma anche di consapevolezza. Ogni anno, la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile) invita alla riflessione sullo stato del pianeta. Ma per milioni di bambini e adolescenti, la crisi climatica non è una riflessione: è una realtà tangibile.
Secondo il Children’s Climate Risk Index (CCRI) pubblicato da UNICEF, 1,1 miliardi di minori vivono in aree del mondo ad alto rischio climatico, e quasi la metà dei 2,4 miliardi di bambini e adolescenti nel mondo è esposta a una combinazione pericolosa di shock climatici e ambientali.
Parliamo di eventi sempre più frequenti e devastanti: ondate di calore, inondazioni, siccità, cicloni tropicali, scarsità d’acqua e inquinamento atmosferico. Per i bambini che vivono in questi contesti – soprattutto nei Paesi a basso reddito – la crisi climatica non compromette solo l’ambiente, ma la salute, l’educazione, la sicurezza e il diritto stesso a un futuro.