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A che punto è la consapevolezza degli italiani sulla transizione ecologica?
I risultati del Rapporto Ipsos-Asvis 2022

20 ottobre 2022

Quanto ne sanno gli italiani in merito a sostenibilità e transizione ecologica? È questa la domanda di ricerca che ha indirizzato l’analisi di Ipsos-ASviS, nata con l’obiettivo di approfondire la consapevolezza del Paese sui punti fondamentali dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile.

L’analisi è stata condotta su un campione eterogeneo: dai 16 ai 65 anni, da Nord a Sud, in centro e in periferia, da chi possiede o meno un titolo di studio, da chi vive solo o in famiglia. In generale sono state intervistate 1200 persone (per circa 15 minuti) nel periodo 27 aprile – 11 maggio 2022 rispettando la parità di genere: 50% donne e 50% uomini.
 

Il 95% delle persone ha sentito parlare di sviluppo sostenibile, ma la percentuale scende al 42% se si fa riferimento all’Agenda 2030. Ecco, nel dettaglio, cosa è emerso.

I risultati del Rapporto Ipsos-ASviS 2022

Gli italiani sono chiamati a essere parte attiva dello sviluppo sostenibile, come cittadini europei e del mondo. Tuttavia, come dimostra il rapporto Ipsos-ASviS illustrato durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile, non sono molto consapevoli dei temi della transizione ecologica: i 17 goals dell’Agenda Onu, come il logo della stessa, sono noti solo a un terzo degli italiani, assolti in parte da una scarsa informazione in merito, lacunosa anche a scuola, dove scarseggia un’autentica educazione ambientale e alla sostenibilità.
 

Dai dati emerge che, sebbene gran parte degli intervistati riconosca il termine “sviluppo sostenibile”, le difficoltà nel comprenderne le argomentazioni e i concetti sono ancora molte: circa l’85% del campione associa la sostenibilità a misure a favore dell’ambiente. Il 34% definisce lo sviluppo sostenibile come l’azione che coniuga sistema economico e ambiente, mentre nel 18% dei casi il termine è associato al concetto di ecologia a basso impatto ambientale. Il 13%, invece, ritiene faccia riferimento alla conservazione delle risorse naturali. Solo un’esigua parte, intorno al 10%, si riferisce a concetti di etica e responsabilità sociali. Il quadro che l’indagine dipinge è quello di una generale focalizzazione settoriale sul problema ambientale, estrapolato dal contesto socio-economico e senza alcun cenno all’idea di una cooperazione tra individui e alla tutela dei diritti umani.

Sebbene gran parte degli intervistati riconosca il termine “sviluppo sostenibile”, le difficoltà nel comprenderne le argomentazioni e i concetti sono ancora molte: circa l’85% del campione associa la sostenibilità a misure a favore dell’ambiente.

Studenti, i più preparati sull’Agenda 2030

Per quanto nelle istituzioni scolastiche italiane non sia garantita un’ufficiale formazione in merito allo sviluppo sostenibile e alle sue implicazioni (solo il 15% ha sentito parlare a scuola di Agenda 2030), gli studenti mostrano una maggiore conoscenza dell’argomento e più familiarità con l’Agenda Onu. Un veicolo di informazione centrale in merito viene riconosciuto ai social media e al web, solo dopo vengono i media tradizionali e gli eventi dedicati al tema.

In particolare, accede a un’informazione via social chi sembra avere una conoscenza più superficiale del tema: circa il 34%. Ne risulta la necessità di una formazione capillare sull’Agenda 2030, così da rendere i cittadini italiani consapevoli e parte attiva del progetto di sviluppo.
 

Oltre ai mezzi prediletti per informarsi sui temi della sostenibilità, ai partecipanti è stato chiesto di individuare un obiettivo in particolare - tra i 17 punti – su cui focalizzare un’azione prioritaria. È emerso che gran parte degli italiani (circa il 30%) è principalmente preoccupato dal cambiamento climatico e vorrebbe concentrare l’attenzione sul tema. Seguono, in ordine prioritario, investimenti su energie rinnovabili e salvaguardia della biodiversità.
 

Ancora una volta gli studenti – pari a 20% -  sembrano essere più consapevoli della centralità degli altri obiettivi non menzionati in relazione all’ambiente, come l’emergenza povertà, la garanzia della pace e della giustizia, il raggiungimento della parità di genere,

In merito alle responsabilità e individuali e collettive, invece, una buona percentuale (55%) riconosce le azioni di governo come le più determinanti per il raggiungimento degli obiettivi entro il 2030, seguite da quelle aziendali e con una buona incidenza riconosciuta anche alle responsabilità individuali (47%): un dato interessante perché sembra essere diffusa la consapevolezza che un impegno unanime, a partire dalle piccole azioni del singolo, possa portare al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Educazione ambientale: il ruolo strategico delle scuole con Eduiren

Come emerge dal report Ipsos-ASviS, le scuole giocano un ruolo fondamentale nella divulgazione dei temi ambientali e nella sensibilizzazione degli studenti. Eduiren, il settore educational del Gruppo Iren, lavora in sinergia con le istituzioni scolastiche con l’obiettivo di integrare l’educazione ambientale nei programmi didattici.
 

Laboratori didattici, corsi di formazione, webinar, contest nazionali e risorse formative: gli strumenti messi a disposizione da Eduiren rispondono a esigenze diverse e raccontano la sostenibilità in modo creativo e coinvolgente.
 

Le attività, accessibili gratuitamente, si rivolgono a tutti gli studenti della scuola dell’infanzia, primarie e secondarie e puntano ad avvicinare le giovani menti al mondo della sostenibilità. I tour presso gli impianti Iren, ad esempio, consentono a docenti e alunni di conoscere da vicino le attività del Gruppo, sperimentando in prima persona la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia. Imparare facendo, con fantasia e curiosità: così il domani sostenibile arriva tra i banchi di scuola.

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