Acqua

Iren e le imprese dell'industria idrica italiana firmano un “Patto per l’acqua”, ecco cosa prevede

23 novembre 2023

Cambiamenti climatici, eventi meteorologici estremi, ondate di calore a cui si susseguono periodi di siccità: ormai non si possono più ignorare questi problemi e i loro effetti. Così anche i principali gestori idrici italiani hanno deciso di mettere insieme le forze per affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del futuro. Il Gruppo Iren insieme alle altre aziende del comparto ha siglato un accordo per sostenere le politiche di tutela della risorsa idrica con l’obiettivo di garantire sistemi di approvvigionamento efficienti attraverso l’efficientamento della rete. Un’attività che Iren porta avanti nei suoi territori attraverso servizi dedicati e mirati alla gestione sostenibile della risorsa idrica, nel rispetto dell’ambiente e del territorio.

Patto per l’Acqua, gli operatori idrici lavorano in sinergia

Il Patto per l’Acqua è stato siglato dalle principali aziende del settore, consorziate in Utilitalia (associazione che rappresenta i gestori che forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione). L’iniziativa permette la creazione di una rete di aziende che fanno squadra per mettere al servizio del Paese le proprie competenze e capacità industriali.

 

Le prime imprese ad aver siglato il “Patto per l’Acqua” sono Gruppo Iren, A2A, Acinque, Acqua Novara VCO, Acque di Caltanissetta, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese, Amap, Ascopiave, Gruppo Cap, CVA, Hera, MM, Nuove Acque, Publiacqua, Romagna Acque, Savl, Sicilia Acque, Smat, Suez, Gruppo Tea, Talete SpA e Viveracqua. A queste si sono presto aggiunte Nuove Acque di Arezzo e la calabrese Sorical.

 

“Mettere a disposizione del Paese, anche attraverso forme di partenariato, una grande capacità gestionale, di finanziamento e di realizzazione degli interventi per dotare il sistema idrico italiano delle infrastrutture necessarie a vincere la sfida dei cambiamenti climatici: questo è il cuore del Patto che vede impegnati alcuni tra i principali operatori italiani del settore idrico”, spiega il Presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini.

cisterne acqua

Quattro azioni di riforma necessarie secondo Utilitalia

Dal 2012 ad oggi gli investimenti nel settore idrico sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 56 euro medi per abitante. Ma il gap con la media europea di 82 euro annui per abitante (che sale fino a 100 euro nel Paesi più virtuosi) resta ampio, soprattutto nei territori nei quali non operano soggetti industriali: nelle gestioni comunali in economia, che interessano ancora 1.519 Comuni e 8 milioni di cittadini, si continuano a investire mediamente solo 8 euro l’anno.

In questo quadro, Utilitalia e le aziende firmatarie evidenziano che, per poter attuare con efficacia il Patto, oltre all’impegno delle imprese vanno affiancate 4 azioni di riforma tese alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e verso un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua.

 

1) Superare le gestioni in economia

Completare l’immediato trasferimento delle funzioni alle Regioni e garantire il mantenimento delle stesse per tutta la durata dell’affidamento. Le imprese si impegnano a intervenire a supporto dei territori ancora non gestiti a livello industriale.

 

2) Rafforzare le capacità gestionali

Introdurre un chiaro processo di verifica periodica della qualità e dell’efficienza della gestione e della capacità di finanziamento e di realizzazione degli interventi, sulla base dei parametri dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). Le imprese si impegnano a mettere le proprie competenze a disposizione di enti e gestori per garantire ai cittadini servizi di qualità.

 

3) Favorire le aggregazioni

 Facilitare i processi di aggregazione tra aziende mettendo al centro la gestione ottimale della risorsa idrica. Le imprese si impegnano a consolidare le capacità industriali e gestionali per elevare il complessivo livello di investimenti e di qualità del servizio.

 

4) Sostenere un approccio integrato

 Abilitare la gestione industriale delle imprese del Sistema Idrico Integrato (SII), in coordinamento con gli altri settori, fino alle infrastrutture a servizio dei diversi usi della risorsa, da quello agricolo a quello dell’industria. Le imprese si impegnano a realizzare e rafforzare le infrastrutture necessarie al riuso delle acque, alla gestione sostenibile delle acque meteoriche, al recupero di energia e di materia, al drenaggio urbano e agli invasi a uso plurimo.

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“Dopo il gas, la prossima crisi sarà l'acqua”: Iren lavora sulla prevenzione

Da sempre impegnato alla migliore gestione delle risorse idriche, anche il Gruppo Iren ha scelto di aderire al Patto per l’Acqua in quanto iniziativa atta  a compiere ogni azione utile a sostegno di politiche nazionali di tutela ambientale e della risorsa per garantire ai cittadini universalità e qualità dei servizi offerti e gestioni all’altezza delle future sfide.

“Servono investimenti importanti, lo stress idrico italiano è il peggiore d'Europa: piove di meno, i ghiacciai progressivamente si sciolgono e manca l'acqua. L'industria legata all'acqua rappresenta il 18% del Pil nazionale, oltre 320 miliardi di euro. I 4,3 miliardi legati al PNRR non bastano da qui al 2026 per colmare il gap rispetto ai principali partner europei”, afferma Luca Dal Fabbro, vicepresidente di Utilitalia e Presidente del Gruppo Iren. “Dopo il gas la prossima crisi sarà l'acqua, dunque dobbiamo attrezzarci in anticipo, aumentando le capacità di invaso, che dagli attuali 11,8 miliardi di metri cubi possono arrivare a 13,7 miliardi”, continua Dal Fabbro.

 

Per il Presidente Iren altro nodo fondamentale sono le acque reflue: in Italia il riuso della risorsa idrica a fini agricoli o industriali vale soltanto il 4% quando potrebbe arrivare al 23%.

“Vanno messe in discussione norme e priorità del settore idrico per rilanciare gli investimenti in tutto il Paese, a livello infrastrutturale e tecnologico”, conclude Dal Fabbro.

 

Attraverso queste azioni, in linea con il Patto, la sinergia tra le aziende idriche potrà fare la differenza e diventare effettiva nella sua mission: mettere al servizio del Paese competenze e capacità industriali così da affrontare le sfide dei cambiamenti climatici.

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