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Quanto inquina la nostra vita digitale e come ridurne le emissioni inquinanti

20 febbraio 2023

Inviare una mail, fare una ricerca su Google, navigare sui social network: anche la vita digitale, al pari di quella analogica, comporta la diffusione di anidride carbonica nell’atmosfera.

 

Tutto quello che facciamo online ha delle conseguenze ambientali: lo ha evidenziato lo studio sulla Sostenibilità di IAB Italia e YouGov.

 

Ogni persona che usa i prodotti ed i servizi online produce oltre 400 kg di anidride carbonica all’anno per un totale stimato di 1, 6 miliardi di tonnellate di gas serra immessi nell’atmosfera. Pertanto, per avere un’impronta meno incisiva sull’ambiente, è necessario prendere in considerazione anche la vita digitale.

 

Web e digital industry sono responsabili del 4% delle emissioni di CO2 mondiali. Un tasso minimo per il momento ma destinato ad aumentare in pochi anni. Si conta, infatti, che già entro il 2025 le emissioni nocive, esito dei comportamenti della vita digitale, raddoppieranno arrivando al 20% entro il 2050. 

 

L’Impatto ambientale dei data center

I principali responsabili delle emissioni nocive nell’ambiente digitale sono i data center, ovvero le piattaforme attraverso cui vengono immagazzinati ed elaborati i dati. Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, sono responsabili dell'1% del fabbisogno mondiale di energia: un dato da considerare al rialzo vista la rapida crescita dell'economia digitale e delle richieste degli utenti.

 

Per ridimensionare l’impatto ambientale de datai center i principali operatori dei servizi cloud stanno investendo per migliorare efficienza e sostenibilità con le fonti di energia rinnovabili

 

Microsoft ha annunciato un piano per passare al 100% di rinnovabili nei suoi data center entro il 2025. Amazon ha investito di recente 6,5 gigawatt nell’eolico e nel solare. Google ha programmato per il 2030 di liberarsi completamente dell’energia da fonti combustibili.

 

Ma non solo: all’impatto ambientale dei data center si aggiunge anche la produzione e il conseguente smaltimento dei dispositivi necessari al loro funzionamento. Server e dischi rigidi, ad esempio, vanno cambiati ogni 3-5 anni. Occorre dunque pensare a un cambio di paradigma che consideri tutte le dimensioni del processo digitale: una soluzione ecologica, ad esempio, sarebbe quella di aumentare la durata dei dispositivi necessari.

icona mail su foglio bianco con sfondo naturalistico

Come ridurre le emissioni della vita digitale

Oltre ai data center, anche le azioni individuali fanno la differenza. L’invio di un’e-mail produce circa 4g di CO2 e, guardando all’Italia, si contano circa 35 milioni di utenti che quotidianamente inviano e-mail. Ciò nonostante per gli italiani l’interrelazione tra digitale e impatto ambientale è percepita limitatamente al ricambio dei dispositivi elettronici: oltre il 53% degli intervistati nello studio dichiara di sostituire il proprio smartphone o tablet con uno nuovo anche se l’attuale è perfettamente funzionante.

Come è possibile invertire la rotta? Cambiando le abitudini e gli approcci della quotidianità. Ad esempio puntando a un impiego più consapevole e duraturo dei dispositivi elettronici: da un lato acquistare solo se necessario, dall’altro fare in modo che questi durino il più a lungo possibile provvedendo a fine vita a un corretto smaltimento.

 

Anche operare online richiede maggiore attenzione, privilegiando comportamenti virtuosi ed ecologici. Non c’è bisogno di grandi sacrifici ma solo di un cambio di abitudini rispetto ad azioni che si svolgono quotidianamente. Dalla pulizia delle mailing list alla rimozione degli allegati alle mail a cui si risponde; dall’ottimizzazione delle dimensioni dei file che si inviano - prediligendo versioni compresse e a bassa definizione - all’uso di siti di registrazione dati temporanea fino ad un’archiviazione locale solo per quello che è veramente necessario. Ogni tipo di archiviazione, infatti, richiede il lavoro ininterrotto dei server, tra i sistemi informatici che richiedono la maggiore quantità di energia insieme allo streaming. A riguardo, un piccolo gesto può fare la differenza: scegliere di guardare una serie in streaming con definizione standard, anziché in hd, fa scendere l’impronta ecologica dell’86%. Semplici azioni che possono essere determinanti per accelerare lo sviluppo sostenibile a partire dalla vita quotidiana.

 

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