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Idroelettrico +30% in Italia nel 2024: perché è un'energia strategica e come valorizzarne la produzione

9 novembre 2025
  • L’idroelettrico resta una delle colonne portanti del sistema energetico italiano, garantendo stabilità, programmabilità e sicurezza della rete.
 
  • Secondo Terna, a maggio 2024 la produzione idroelettrica è cresciuta del 34,7% rispetto all’anno precedente, grazie a condizioni idrologiche favorevoli e innovazioni tecniche.
 
  • Lo studio TEHA–Enel conferma che nel 2024 questa fonte ha coperto circa il 15% della produzione elettrica nazionale e rappresenta un asset strategico per la resilienza del Paese.
 
  • Con 29 impianti e oltre 600 MW di potenza installata tra Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna, Iren contribuisce in modo determinante alla generazione di energia pulita.
 
  • La tecnologia, i sistemi di telecontrollo, la gestione sostenibile delle risorse idriche e la cura del territorio rendono l’idroelettrico un elemento chiave della transizione ecologica italiana.

Tra le fonti rinnovabili, l’idroelettrico è quella che più di ogni altra accompagna la storia energetica dell’Italia. È la tecnologia che ha consentito al Paese di elettrificarsi nel Novecento, quella che ha sostenuto la crescita industriale e che ancora oggi rappresenta un pilastro irrinunciabile per la sicurezza del sistema elettrico. In un settore dominato da scenari in rapida trasformazione e dall’aumento della domanda energetica, l’idroelettrico continua a offrire concreti vantaggi: stabilità, programmabilità e capacità di bilanciare la variabilità del sistema.

Il 2024 ha confermato questa centralità. Secondo Terna, solo nel mese di maggio la produzione idroelettrica è cresciuta del 34,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, un dato che testimonia non solo condizioni idrologiche favorevoli, ma anche la capacità degli impianti italiani di rispondere prontamente al fabbisogno nazionale in un momento di forte alternanza climatica.

La crescita si inserisce in un quadro più ampio: lo studio realizzato da TEHA Group ed Enel, dedicato al ruolo strategico dell’idroelettrico, conferma che questa fonte ha coperto circa il 15% della produzione elettrica nazionale nel 2024, risultando essenziale per la stabilità della rete e per la sicurezza energetica del Paese.

L’idroelettrico come leva di sicurezza e sviluppo

La programmabilità dell’idroelettrico rappresenta una caratteristica unica nel panorama delle rinnovabili. Mentre solare ed eolico dipendono dalle condizioni atmosferiche, l’acqua permette di modulare la produzione, aumentarla nei picchi di domanda o ridurla quando la rete richiede equilibrio. È questo il motivo per cui l’idroelettrico resta una delle infrastrutture più strategiche per la resilienza del sistema energetico nazionale.

La filiera idroelettrica italiana, inoltre, non è soltanto un insieme di impianti di produzione: è un ecosistema industriale complesso, fatto di competenze, tecnologie e innovazioni che generano valore economico, posti di lavoro e capacità esportativa: questa filiera, se supportata da un quadro normativo più stabile e da investimenti costanti, può continuare a contribuire in modo determinante allo sviluppo del Paese.

diga iren

Perché maggio 2024 ha registrato un aumento così significativo

Il +34,7% registrato da Terna nel mese di maggio è il risultato di un insieme di fattori. L’inverno e la primavera 2024 hanno portato maggiori precipitazioni rispetto all’anno precedente, garantendo un volume d’acqua più elevato nei bacini italiani. Allo stesso tempo, l’efficienza degli impianti è cresciuta grazie a interventi tecnologici mirati, all’utilizzo di turbine più performanti e alla crescente diffusione di sistemi di telecontrollo e modellazione dei flussi.

Questi elementi, combinati, hanno permesso un uso più accurato delle risorse idriche disponibili e una maggiore integrazione della produzione idroelettrica nella rete nazionale.

Il dato di maggio non è quindi un episodio isolato, ma la dimostrazione di come la capacità di risposta degli impianti sia direttamente influenzata da investimenti, innovazione e corretta gestione della risorsa acqua.

Gruppo Iren: una rete di impianti che unisce energia, tecnologia e territorio

In questo scenario di rilancio dell’idroelettrico, il ruolo del Gruppo Iren è centrale. L’azienda gestisce i suoi impianti idroelettrici in diversi territori, rispettandone le caratteristiche e gli equilibri: dal Piemonte -  nelle Valli Orco e in Val di Susa -  alla Campania, dove è presente il nucleo di Tusciano, per una potenza installata complessiva di oltre 600 MW.

Gli impianti a serbatoio e ad acqua fluente del Gruppo rappresentano un equilibrio virtuoso tra innovazione tecnica e integrazione ambientale. La gestione idroelettrica di Iren si distingue per l’utilizzo esteso del telecontrollo, che permette di monitorare in tempo reale l’intero sistema idrico-energetico, e per l’adozione di turbine ad alta efficienza che massimizzano la produzione riducendo sprechi e perdite.

L’attenzione alla tutela ambientale e al territorio è un altro elemento caratterizzante. La gestione dei deflussi minimi vitali, la manutenzione degli invasi, il monitoraggio continuo delle condizioni idrogeologiche e il coordinamento con le comunità locali contribuiscono a rendere l’idroelettrico Iren non solo una fonte rinnovabile, ma anche un presidio territoriale.

Il nodo normativo: un ostacolo da risolvere rapidamente

Nonostante il grande potenziale, l’idroelettrico italiano deve fare i conti con un elemento che ne condiziona lo sviluppo: l’incertezza normativa sulle concessioni. Lo studio TEHA–Enel lo definisce uno dei principali ostacoli alla crescita del settore. La mancanza di regole chiare, la difficoltà nel riavviare le gare e i tempi lunghi delle procedure rischiano di rallentare gli investimenti per anni, bloccando modernizzazioni e repowering necessari per aumentare la resa degli impianti.

 

Una cornice normativa più stabile sarebbe essenziale per sbloccare interventi fondamentali e permettere al settore di continuare a contribuire alla sicurezza energetica del Paese.

 

In attesa di nuove indicazioni normative, il Gruppo Iren ha presentato due proposte di Project Financing alla Regione Piemonte, relative agli impianti idroelettrici con concessioni scadute sull’asta del torrente Orco e del fiume Po. Con questa iniziativa Iren si attesta come la prima società del Paese a presentare una proposta di project financing applicato alle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche italiane. Le proposte progettuali, del valore complessivo di 300 milioni di euro, includono interventi funzionali al potenziamento e all’efficientamento dei 300 MW attualmente installati, ottimizzando l’utilizzo delle risorse idriche disponibili, minimizzando l’impatto ambientale degli impianti e integrando opere a valenza paesaggistica e compensativa, con ricadute positive sul territorio.

Un’energia che non appartiene al passato, ma al futuro

L’idroelettrico non è una reliquia del passato industriale italiano. È, al contrario, una delle energie più strategiche per il futuro. La sua stabilità, la sua capacità di integrare le altre rinnovabili e la sua efficienza fanno di questa fonte un alleato indispensabile in un momento in cui la transizione energetica richiede soluzioni affidabili e scalabili.

Il risultato registrato a maggio 2024 dimostra che, quando condizioni idriche e innovazione tecnologica si incontrano, l’idroelettrico può dare un contributo determinante al sistema nazionale. Il ruolo di operatori come Iren, capaci di combinare infrastrutture storiche, tecnologie avanzate e rispetto per il territorio, conferma che questa fonte non solo resta rilevante, ma può diventare una leva di accelerazione per la sostenibilità italiana.

L’Italia possiede una tradizione idroelettrica unica in Europa — una tradizione che, con investimenti mirati, innovazione continua e un quadro regolatorio più chiaro, può tradursi in un vantaggio competitivo decisivo. Perché l’energia del futuro, per essere davvero sicura, sostenibile e programmabile, potrebbe arrivare proprio dall’acqua.

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