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Giornata mondiale del suolo, in Italia se ne consuma troppo: l'allerta del nuovo rapporto ISPRA

30 novembre 2023

 

Il 5 dicembre è il giorno in cui, su iniziativa delle Nazioni Unite e della FAO (Food and Agriculture Organization), viene celebrata la Giornata mondiale del Suolo con lo scopo di aumentare la consapevolezza sull’importanza del suolo per la vita umana.

 

Ogni anno, la giornata ha un tema specifico che riflette le sfide attuali che il suolo affronta. L’obiettivo di questa ricorrenza è incoraggiare azioni concrete per la gestione sostenibile del suolo. I suoli, infatti, sono essenziali per la vita sulla Terra ma sono minacciati da molteplici forme di degrado. Ecco qual è la situazione attuale.

 

Perché il suolo è così importante

Il suolo svolge una serie di funzioni vitali per la vita sulla Terra, tra cui:

 

  • produzione alimentare: il 95% degli alimenti proviene dal suolo. Senza un suolo sano e fertile, non saremmo in grado di coltivare;
  • regolazione del clima: il suolo agisce come un serbatoio assorbendo e immagazzinando grandi quantità di carbonio. Tuttavia, il degrado del suolo può portare alla liberazione di questo carbonio nell’atmosfera, contribuendo al cambiamento climatico;
  • conservazione della biodiversità: il suolo è uno degli habitat più variegati e ricchi del nostro pianeta. Migliaia di specie di animali e piante dipendono dal suolo per la loro sopravvivenza;

 

Nonostante la sua importanza , il nostro pianeta sta perdendo suolo a un ritmo allarmante. Nel 2022, come riportano i dati ISPRA, il consumo di suolo ha raggiunto una velocità di 2,4 metri quadrati al secondo, oltre il 10 per cento in più rispetto al 2021. Questo fenomeno è causato da una serie di fattori diversi come l’erosione determinata dalla perdita di vegetazione e dallo scarico di acque piovane; lo sfruttamento eccessivo del suolo dovuto all’agricoltura intensiva e all’uso di pesticidi e fertilizzanti; l’urbanizzazione causata dalla costruzione incontrollata di strade ed edifici; i cambiamenti climatici che implicano condizioni meteorologiche estreme, come alluvioni e siccità.

 

dati ispra

La mappatura annuale del consumo di suolo in Italia: i dati ISPRA

L’edizione 2023 del Rapporto ISPRAConsumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” è la decima dedicata a questi temi e fornisce il quadro aggiornato dei processi che continuano a causare la perdita di questa risorsa fondamentale, con le sue funzioni e i relativi servizi ecosistemici.

Come spiegano i dati, è anche il consumo di suolo a rendere le città sempre più calde: nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature. Ma il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico: in un solo anno sono oltre 900 gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media. Ciò provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole. Il Rapporto analizza l’evoluzione del consumo di suolo in un territorio come quello italiano che presenta delle grandissime differenze a livello regionale.

 

A livello nazionale, la copertura artificiale del suolo è stimata in oltre 21.500 km2 a cui devono essere aggiunti altri 646 km2 di aree soggette ad altre forme di alterazione diretta associate alla copertura artificiale del terreno e non considerate come causa di consumo, come, ad esempio, le serre non pavimentate e i ponti. Il suolo consumato copre il 7,14% del territorio (7,25% al netto della superficie dei corpi idrici permanenti) con valori in crescita.

 

I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati nella pianura Padana, con maggiore intensità nella parte lombarda e veneta (in particolare lungo l’asse Milano-Venezia) e lungo la direttrice della via Emilia. Il fenomeno viene rilevato anche lungo tutta la costa adriatica, dal Veneto alla Puglia e con elevate densità di trasformazione in tratti del litorale romagnolo, marchigiano e in Puglia. Il Salento, in particolare, conferma la tendenza degli ultimi anni con una fortissima

presenza di cambiamenti.

 

Tre regioni detengono il podio del consumo percentuale maggiore rispetto alle superfici totali: Lombardia (12,16%), Veneto (11,88%) e Campania (10,52%), seguite da Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Liguria, con valori sopra la media nazionale e compresi tra il 7 e il 9%. Tra le aree metropolitane più colpite compaiono Roma e Napoli. Inoltre, la maggior densità del consumo di suolo si registra lungo la fascia costiera entro un chilometro dal mare, nelle aree di pianura, nelle città e nelle zone urbane e periurbane.

L’assenza di leggi genera un’ulteriore perdita di suolo

Non esiste una normativa specifica per la tutela del suolo, per questo nel 2021 l’Unione Europea ha approntato una strategia tematica dal titolo “Suoli sani a vantaggio delle persone, degli alimenti, della natura e del clima” COM(2021) 699 con l’obiettivo di garantire un alto livello di protezione dell’ambiente e della salute.

 

Obiettivo primario della strategia è approvare una normativa a stretto giro, contribuendo così a raggiungere la neutralità in termini di degrado del suolo entro il 2030 e azzerare il consumo di suolo netto per il 2050. Agire ora per tutelare il domani sostenibile, a partire dal suolo.

 

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