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Che cosa sono i reati contro l'ambiente e perché è importante riconoscerli

23 gennaio 2023

Gli ecoreati sono reati contro l’ambiente e di conseguenza anche contro l’uomo. Si tratta di azioni dannose che colpiscono un bene comune come la Terra che, invece, deve essere protetto e tutelato: chi danneggia l’ambiente inquinando e avvelenando il territorio ferisce anche la salute delle persone.

 

La legge n.68 del 2015 ha introdotto nuovi delitti a salvaguardia dell'ambiente nel codice penale, modificando il quadro normativo previgente che affidava in modo esclusivo la tutela dell'ambiente a contravvenzioni e sanzioni amministrative, previste dal Codice dell'ambiente (d.lgs. 152 del 2006). Con l’aggiunta nel codice penale dei delitti contro l’ambiente si recepisce la Direttiva 2008/99/CE sulla tutela ambientale e si consente in questo modo un deciso contrasto dei crimini ambientali, insieme a un significativo rafforzamento delle azioni di prevenzione. La normativa prevede l’inserimento di nuovi delitti, l’inasprimento delle sanzioni e il raddoppio dei termini di prescrizione.

Come riconoscere gli ecoreati

La normativa sugli ecoreati permette soprattutto di riconoscerli attraverso l’elaborazione di una precisa classificazione. La lista degli ecoreati riconosciuti dalla legge comprende:

 

  • disastro ambientale: l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, l’offesa all’incolumità pubblica determinata con riferimento sia alla rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione ambientale o dei suoi effetti lesivi, sia al numero delle persone offese o esposte al pericolo. Il disastro ambientale è aggravato se commesso in area protetta o sottoposta a vincolo, o in danno di specie protette;
  • inquinamento ambientale: comporta la compromissione o il deterioramento significativi e misurabili dello stato preesistente delle acque o dell’aria o di porzioni estese del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità anche agraria, della flora o della fauna;

  • traffico o abbandono di materiali ad alta radioattività: chiunque “cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta radioattività ovvero, detenendo tale materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente”;
  • impedimento del controllo ambientale: chiunque impedisca, intralci o eluda l’attività di vigilanza e controllo ambientale e di sicurezza e igiene del lavoro, impedendone l’accesso o mutando artificiosamente il loro stato;

  • omessa bonifica: viene punito chiunque, pur essendovi obbligato, non provvede alla bonifica, al ripristino e al recupero dello stato dei luoghi.

 

Che cos’è il dumping ambientale

Dal report Ecomafia 2022 di Legambiente emerge che i reati contro l’ambiente non scendono sotto i 30mila illeciti (accertati 30.590), registrando una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora. Confrontandolo con gli anni precedenti questo dato continua a restare alto, nonostante la leggera flessione rispetto al 2020. Crescono, invece, gli arresti toccando quota 368, +11,9% rispetto al 2020.

 

Tra gli ecoreati individuati emerge il dumping ambientale: la parola dumping deriva dall’inglese “dump” che significa letteralmente “scaricare”. Si tratta di una pratica per cui le grandi imprese introducono nel mercato dei prodotti a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato. Questo prezzo concorrenziale è dovuto alla sovrapproduzione di un determinato prodotto da parte delle aziende che vendono all’estero tali beni in eccedenza.
 

Il dumping ambientale prevede lo spostamento di un prodotto, in questo caso rifiuti, da un paese ad un altro, dove le norme ambientali sono meno severe e i costi ridotti: si tratta di una forma di concorrenza sleale poiché i prodotti vengono venduti a un prezzo che non rispecchia il costo di produzione.

 

In Ecomafia 2022 un focus dell’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli si focalizza in particolare su questo aspetto: solo nei primi nove mesi del 2021, i quantitativi sequestrati di rifiuti risultano essere doppi rispetto ai sequestri effettuati nell’intero 2019. Nel 2020 i maggiori quantitativi riguardavano materiale plastico e Raee (pari quasi al 75%), nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno prevalso i rifiuti metallici e plastici. 

Come implementare la gestione virtuosa dei rifiuti

Sempre secondo Ecomafia 2022 le tipologie di rifiuti sequestrati sono per la gran parte rifiuti industriali contaminati da metalli pesanti e fanghi di depurazione (civile e industriale), che insieme rappresentano più del 74% del totale. A seguire ci sono i rifiuti da costruzione e demolizione, compost fuori legge, scarti in plastica e pneumatici fuori uso. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l’equivalente di 94.537 tir.

La gestione virtuosa dei rifiuti consente di arginare il fenomeno degli ecoreati e permette di costruire un paradigma di sviluppo sostenibile e basato sull’applicazione concreta dei principi di economia circolare.

 

Con l’impianto I.Blu, ad esempio, Iren è diventata la società leader nel trattamento della plastica: nella struttura di San Giorgio di Nogaro le plastiche che non si possono riciclare vengono convertite nel polimero Bluair®, una materia prima seconda circolare brevettata che può essere utilizzata in sostituzione del carbone nel settore siderurgico.

 

In Valdarno, grazie alla volontà di Iren e del Comune di Terranuova Bracciolini, è nato il primo distretto di economia circolare. A Vercelli, invece, sarà presto in funzione un nuovo impianto Iren che produrrà pallet da scarti del legno. Investimenti virtuosi che si muovono in direzione della tutela ambientale e nell’interesse dei territori e delle comunità.

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