Il primo progetto selezionato dal bando AmbientAzioni di Reggio Emilia è “Tecnologia DACCS e carbon printing per un futuro net-zero”: presentato dall’Istituto Europeo di Studi Superiori (IESS), unisce due ambiti di intervento proposti dal bando quali la riduzione della produzione di CO2, e il miglioramento di performance ambientali ed energetiche all’interno di piccole comunità. In che modo? Coniugando aspetti di innovazione, educazione delle nuove generazioni e circolarità.
In particolare, il problema a cui il progetto vuole dare risposta, è l’impatto del riscaldamento globale sulla vita dell’uomo intervenendo sulla rimozione di CO2 in eccesso generata da attività umane negli ambienti interni (uffici, scuole, spazi al chiuso): un aspetto importante per evitare i rischi della scarsa ventilazione e insalubrità dell’aria in ambienti chiusi (come ad esempio la trasmissione di SARS-CoV-2) e garantire una permanenza sicura e rispettosa degli standard di aerazione degli edifici.
L’obiettivo dell’iniziativa è creare all’interno dell’edificio scolastico emiliano un piccolo laboratorio ecologico attivo e operativo nel monitoraggio ambientale e nella mitigazione climatica. L’hub ecologico sperimentale alloggerà una stazione di rilevamento ambientale, un impianto di cattura diretta di CO2 atmosferica controllabile tramite sensori ambientali, un dispositivo di generazione di estrusi e un utilizzatore finale che modelli in 3D il prodotto ottenuto.
Il sistema può essere replicato in diversi ambienti interni a forte afflusso di personale e, l’accessibilità delle attrezzature, rende il sistema agevole da gestire: i meccanismi di controllo e i protocolli richiedono competenze trasversali implementabili attraverso attività disciplinari curricolari o progettuali facilmente integrabili. I vantaggi derivanti dalla realizzazione del progetto sono collettivi: la condivisione dei risultati su ampia scala, infatti, può indurre la comunità locale ad intraprendere iniziative di applicazione in maniera sempre più diffusa.