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Batterie sostituibili e ricaricabili, il nuovo regolamento europeo rafforza l'economia circolare

10 settembre 2023

Batterie sostituibili e ricaricabili, per integrare l’approccio circolare nei processi produttivi a partire dalla progettazione dei singoli prodotti: il Consiglio europeo ha adottato un nuovo regolamento che rafforza le norme di sostenibilità per le batterie e i rifiuti di batterie.

 

La norma disciplinerà l'intero ciclo di vita delle batterie - dalla produzione al riutilizzo e al riciclaggio - e garantirà che siano sicure, sostenibili e competitive. Ecco cosa prevede la nuova norma.

 

Che cosa prevede il nuovo regolamento europeo sulle batterie

Per dire addio all’obsolescenza programmata entro il 2027 tutte le batterie degli apparecchi elettronici dovranno essere rimovibili e sostituibili dall’utilizzatore finale: dalle batterie per gli smartphone a quelle dei tablet fino a quelle per i veicoli elettrici e macchinari industriali e dei mezzi di trasporto leggeri (biciclette elettriche, ciclomotori elettrici, monopattini elettrici). È quanto stabilito dal Consiglio europeo con le nuove regole approvate che puntano a promuovere l’economia circolare regolando le batterie durante tutto il loro ciclo di vita e stabilendo i requisiti di fine vita, insieme agli obiettivi e agli obblighi di raccolta.

 

Il regolamento, infatti, fissa obiettivi di raccolta dei rifiuti di batterie portatili per i produttori (63% entro la fine del 2027 e 73% entro la fine del 2030) e introduce un obiettivo specifico per la raccolta dei rifiuti di batterie per mezzi di trasporto leggeri (51% entro la fine del 2028 e 61% entro la fine del 2031). Inoltre, la nuova norma indica anche uno specifico traguardo per il recupero del litio dai rifiuti di batterie del 50% entro la fine del 2027 e dell'80% entro la fine del 2031.

 

batterie

Livelli minimi obbligatori di contenuto riciclato sono previsti anche per le batterie industriali, le batterie per autoveicoli e le batterie per veicoli elettrici, rispettivamente fissati al 16% per il cobalto, all'85% per il piombo, al 6% per il litio e al 6% per il nichel. In particolare, l'obiettivo di efficienza del riciclaggio per le batterie al nichel-cadmio è fissato all'80% entro la fine del 2025 e per gli altri rifiuti di batterie al 50% entro la fine del 2025: una road map precisa per rendere i traguardi misurabili e trasparenti.

 

 

Passaporto della batteria, cos’è e a cosa serve

L’adozione del regolamento sulle batterie riveste grande importanza soprattutto se si prendono in considerazione le stime del rapporto GEVO 2023 dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) che sottolineano come l’adozione dei veicoli elettrici sta accelerando in tutto il mondo. L’obiettivo cardine è ridurre l'impatto ambientale nell'intero ciclo di vita della batteria e, a tal fine, il regolamento stabilisce norme rigorose in materia di dovere di diligenza per gli operatori che devono verificare da dove provengono le materie prime utilizzate per le batterie immesse sul mercato.

 

A tal proposito la norma europea, oltre a introdurre requisiti di etichettatura e informazione anche sui componenti della batteria e sul contenuto riciclato, prevede un “passaporto della batteria” elettronico e un codice QR che possano consentire agli operatori economici di raccogliere e riutilizzare in modo efficiente i dati relativi alle singole batterie immesse sul mercato e di compiere scelte più consapevoli nelle attività di pianificazione.

 

Per dare agli Stati membri e agli attori economici sul mercato tempo sufficiente per prepararsi, i requisiti di etichettatura si applicheranno entro il 2026 e il codice QR entro il 2027. Il voto del Consiglio chiude la procedura di adozione: il regolamento sarà ora firmato dal Consiglio e dal Parlamento europeo ed entrerà in vigore venti giorni dopo.

 Il ruolo delle materie prime critiche nella produzione delle batterie

L’obiettivo del nuovo regolamento è limitare la produzione di nuovi dispositivi e favorire il recupero delle batterie. In questa direzione il Consiglio europeo conferisce sempre più importanza all’economia circolare, fondamentale anche per reperire modo autonomo  le materie prime critiche, ovvero quei materiali di strategica importanza economica per l’Europa  e caratterizzati da alto rischio di fornitura.

 

Per i loro svariati impieghi l’approvvigionamento di materie prima critiche  - tra cui rientrano le cosiddette Terre rare  - risulta essere particolarmente strategico: come sottolineato dal position paper Iren-Ambrosetti - “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare” -  si tratta di materiali di strategica importanza economica perché impiegati nello sviluppo di tecnologie e applicazioni industriali.  In questo terreno la Cina gioca un ruolo chiave: detiene il primato nella fornitura (per il 56%) delle materie prime critiche importate dall’Unione Europea e, se interrompesse la fornitura di terre rare all’Europa, da qui al 2030 sarebbero a rischio 241 GW di eolico e 33,8 milioni di veicoli elettrici.  

 

Non solo: nel 2020 Il fabbisogno italiano di materie prime strategiche per la produzione delle tecnologie chiave si attestava a circa 2.782 tonnellate. Secondo le stime di The European House - Ambrosetti, per il 2040 questo fabbisogno crescerà tra le 5 e le 11 volte. A fronte dell’incremento dei fabbisogni di materie prime strategiche, l’economia circolare rappresenta una leva ad alto potenziale: per il 2040 il riciclo potrà soddisfare dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuale di materie prime strategiche, con il target del 15% fissato dalla Commissione europea che può essere raggiunto già nel 2030. Lo scenario più ottimistico stima che al 2040 potrà essere soddisfatto dal riciclo il 32% del fabbisogno italiano di materie prime strategiche. Una stima che, se dovesse verificarsi, potrebbe portare benefici non solo nell’ambito della produzione di batterie ma all’intera filiera industriale.

 

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