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Alimentazione sostenibile, cos'è e come adottarla per ridurre l'impatto ambientale del cibo che scegliamo

12 ottobre 2022
  • L’alimentazione sostenibile riduce l’impatto ambientale del cibo, tutela biodiversità e risorse naturali.

  • La FAO la definisce come un modello che concilia salute, accessibilità economica e rispetto culturale.

  • Prediligere prodotti locali e di stagione abbatte i trasporti e sostiene le economie di prossimità

  • Pianificare la spesa, acquistare sfuso e limitare il sovraconsumo prevengono sprechi e rifiuti.

  • In Italia si sprecano oltre 8 milioni di tonnellate di cibo l’anno: Iren, durante la SERR 2024, ha promosso laboratori ed eventi per diffondere pratiche virtuose contro lo spreco, collegando educazione, comunità e transizione ecologica.

Il concetto di sostenibilità riguarda anche il cibo che portiamo in tavola: una scelta più consapevole degli alimenti, insieme all’uso ponderato delle risorse, può far la differenza in un’epoca caratterizzata dai grandi consumi. Non solo esistono alimenti sostenibili ma è possibile, con qualche indicazione e un piccolo sforzo, ridurre l’impatto che l’alimentazione globale ha sulla Terra.

 

Il nostro comportamento di consumo, infatti, causa in media 14 tonnellate di CO2 pro capite l'anno: il 16% è dovuto all’alimentazione. Basta pensare che l'agricoltura necessita di circa il 30% della superficie terrestre globale per pascoli e campi arabili, nonché del 75% dell'acqua consumata in tutto il mondo.

 

A peggiorare la situazione in termini di impatto ambientale, la sovrapproduzione di carne: rispetto ai prodotti vegetali, la produzione di carne richiede molta più terra ed energia. A livello mondiale, il 33% delle superfici arabili non è destinato a cibi per l’uomo, bensì alla produzione di mangimi. La produzione di un chilogrammo di carne bovina assorbe fino a 20 chilogrammi di mangime: gli animali si nutrono quindi di piante che potrebbero essere anche consumate direttamente dagli esseri umani.

 

Ecco perché, conoscere l’impatto che i cibi hanno sulla salute ambientale, permette di virare la rotta verso scelte più sostenibili e a partire dalle nostre tavole.

 

 

Che cos’è l’alimentazione sostenibile

La FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, definisce l'alimentazione sostenibile come un'alimentazione a ridotto impatto ambientale che soddisfa le linee guida nutrizionali dal punto di vista economico, dell'accessibilità e dell'accettabilità culturale.

 

Si tratta di una scelta sostenibile che permette di mangiare bene, stare meglio e gravare meno sul benessere del pianeta: scegliere cibi che tutelano le risorse ambientali permette di ridurre gli sprechi, minimizzare il consumo di acqua, suolo ed energia e prediligere la sicurezza nutrizionale rispettando la biodiversità.

 

Per far sì che la sostenibilità alimentare diventi parte della quotidianità, è importante che siano adottati alcuni comportamenti necessari a determinare la salubrità dell’ambiente: la responsabilità dei consumatori, in questo caso, è fondamentale. Ecco cosa fare.

 

spesa sostenibile

Come mangiare in modo sostenibile

Seguire un’alimentazione sostenibile, come indica la FAO, significa dare il proprio contributo per la sicurezza alimentare e migliorare la dieta individuale promuovendo l’agricoltura biologica e gli allevamenti a terra. Ma, nel concreto, per mangiare sostenibile e tutelare l’ambienta cosa occorre fare?
 

Molto semplicemente, seguire le indicazioni fondamentali su cui si basa la dieta mediterranea: consumare gli alimenti rispettando la stagionalità degli stessi. 

Questo si traduce in una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, così come dell'approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani.
 

Prediligere i prodotti del territorio, infatti, non solo aiuta a sostenere l’economia di prossimità ma anche ad abbassare in modo sensibile le emissioni inquinanti limitando il trasporto merci su grandi distanze. A questo importante beneficio si aggiunge la stagionalità, sinonimo di una buona e naturale coltivazione che preserva il benessere del territorio.  Valorizzare i frutti della terra permette così di fare a meno di pesca e allevamenti intensivi, estremamente dannosi per l’ambiente poiché richiedono un grande consumo di acqua.
 

Consumare meno e meglio: nonostante in una porzione importante del pianeta la denutrizione sia ancora una realtà, il sovraconsumo alimentare è molto diffuso nel mondo. Secondo le stime in Europa vengono sprecate circa 88 milioni di tonnellate di cibo, il 53% del quale è costituito da spreco domestico. Comprare il necessario, aiutandosi con una semplice ma utilissima lista della spesa, è un aspetto fondamentale per non buttare via nulla e dare il giusto valore ad ogni singolo alimento. I cibi sostenibili vengono dal vicino territorio, sono acquistati nella giusta misura, secondo stagionalità e freschezza: una caratteristica che, oltre all’ambiente, fa bene anche allo smaltimento dei rifiuti. Comprare sfuso, ad esempio, permette di ridurre le confezioni e ottimizzare il packaging da smaltire. Un circolo virtuoso che si muove verso la sostenibilità in ogni aspetto della vita. Dal cibo che mangiamo ai rifiuti che produciamo.

Alimentazione sostenibile e impatto dello spreco alimentare

Parlare di alimentazione sostenibile, quindi, non significa soltanto scegliere cosa mettere nel piatto, ma anche riflettere sul destino del cibo che acquistiamo. In Italia lo spreco alimentare ammonta a oltre 8 milioni di tonnellate di cibo l’anno, un fenomeno che genera un costo complessivo stimato in 14,1 miliardi di euro, di cui più della metà imputabile agli sprechi domestici. Ogni famiglia butta via in media 31 kg di alimenti all’anno, pari a circa 600 grammi a settimana per persona. Questi numeri non raccontano solo un problema economico, ma anche ambientale: produrre cibo che non verrà consumato significa sprecare acqua, energia e suolo, aumentando le emissioni di gas serra legate all’intera filiera agroalimentare. Non a caso, proprio lo spreco alimentare è stato scelto come tema della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2024 (SERR). In quell’occasione, Iren ha promosso campagne di sensibilizzazione e iniziative sui territori per spiegare come prevenire gli sprechi in cucina e favorire pratiche di riuso creativo, portando l’attenzione delle comunità locali su uno dei nodi cruciali della transizione ecologica.

Economia circolare e pratiche quotidiane per il futuro del cibo

Integrare lo spreco alimentare nel concetto di alimentazione sostenibile permette di ampliare la prospettiva, legandola direttamente all’economia circolare. Ridurre i rifiuti significa non solo consumare meno risorse, ma anche valorizzare quelle già disponibili. In questo senso, l’esperienza della SERR 2024 ha mostrato come la collaborazione tra cittadini, scuole e istituzioni possa diventare motore di cambiamento: Iren ha sostenuto laboratori didattici, attività divulgative e percorsi educativi per diffondere comportamenti virtuosi, come la pianificazione della spesa, il corretto utilizzo degli avanzi e il recupero creativo del cibo. Allo stesso modo, la scelta di prodotti locali e di stagione contribuisce a diminuire l’impatto ambientale delle nostre diete, perché riduce i trasporti e sostiene le economie del territorio. In questo senso, adottare un’alimentazione sostenibile significa costruire un modello culturale e sociale che guarda al futuro, capace di unire salute, rispetto dell’ambiente e giustizia sociale.

Due persone lavorano insieme al computer viste attraverso un vetro, in un ambiente luminoso con riflessi naturali.

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