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Materie prime strategiche: dall’economia circolare un terzo del fabbisogno annuo dell’Italia al 2040

8 giugno 2023

Assumere sempre più consapevolezza del ruolo fondamentale svolto dall’economia circolare per la fornitura di materie prime critiche (CRM, Critical Raw Materials): è quanto emerge dallo studio di The European House - Ambrosetti, in collaborazione con il Gruppo Iren.

 

Il riciclo potrà soddisfare nel 2040 dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuo di materie prime strategiche per il digitale e la green economy. In questo modo il target del 15% fissato dalla Commissione europea potrà essere raggiunto già nel 2030.

 

Materie prime critiche: una scarsità che crea dipendenza

Lo studio di The European House - Ambrosetti fa emergere con chiarezza la crescente importanza delle materie prime critiche: la Commissione Europea ne identificava 14 nel 2011 e il numero salito a 34 nell’ultimo censimento del 2023. Le materie prime critiche, oltre a essere fondamentali per numerose attività industriali, sono anche un prerequisito essenziale per lo sviluppo di settori innovativi e ad alto potenziale quale la transizione energetica, in quanto utilizzate nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie.

 

Nello specifico, nel nostro Paese ben 26 materie su 34 sono indispensabili per l’industria aerospaziale (87% del totale), 24 per quella ad alta intensità energetica (80%), 21 per l’elettronica e l'automotive (70%) e 18 per le energie rinnovabili (60%).

 

Questo fabbisogno così alto di materie prime critiche non è soltanto una priorità italiana: l’intera Unione Europea si trova in una condizione di dipendenza da Paesi terzi. A capeggiare è la Cina, primo fornitore di queste materie in Europa (44% del totale) e principale esportatore dell’UE di terre rare (98% del totale).

 

La dipendenza da terre rare, unita all’attuale instabilità del contesto geopolitico e alla concentrazione di materie prime critiche in Paesi terzi, rende sempre più urgente un investimento nella loro produzione domestica.

 

Diventa quindi strategico migliorare il riciclo dei rifiuti tecnologici in Europa (maggior produttore di rifiuti elettronici, con una quantità pro capite pari a 16,2 kg), ma soprattutto in Italia considerando che nel 2021 solo il 39,4% è stato riciclato correttamente, a fronte di un target europeo da raggiungere del 65%. Lo stesso vale per pile e accumulatori, per cui il nostro Paese è tra gli ultimi classificati in Europa con il 43,9%.

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L’economia circolare è la risposta alla carenza di materie prime critiche

L’economia circolare rappresenta una leva ad alto potenziale per la fornitura di materie prime critiche, soprattutto a fronte dei volumi crescenti di tecnologie low-carbon che raggiungeranno il fine vita: lo stock di prodotti riciclabili da qui al 2040 è previsto crescere di 13 volte (passando dagli attuali 0,1 a 1,8 milioni di unità di prodotti riciclabili nel settore eolico, fotovoltaico e batterie). Inoltre, con 55,5 milioni di tonnellate prodotte a livello globale nel 2020 e una previsione di crescita al 2030 pari a 75 milioni di tonnellate, i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) da cui si possono ricavare materie prime critiche rappresentano un’importante fonte alternativa di approvvigionamento.

 

 

Per raggiungere tassi di riciclo significativi e potenziare l’autonomia strategica italiana è necessario un incremento della dotazione impiantistica.

 

Diventa quindi fondamentale il ruolo delle multiutility come Iren, caratterizzato dal forte presidio territoriale, l’elevata capacità di investimento e la presenza radicata in tutta la filiera energetica e dei rifiuti.

 

Il Gruppo fornirà un contributo sostanziale al raggiungimento dei target richiesti dal Critical Raw Materials Act secondo cui entro il 2030 l’estrazione, la raffinazione e il riciclo dovranno soddisfare, rispettivamente, almeno il 10%, 40% e 15% del fabbisogno europeo di materie prime critiche. La Commissione Europea ha inoltre stabilito che al massimo il 65% delle materie prime critiche consumate potranno essere importate da un singolo Paese.

 

Raggiungere gli obiettivi del Critical Raw Materials Act sarà possibile grazie alla gestione diretta di circa 60 impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, fra i quali sono previste innovative linee di trattamento dei RAEE per il recupero delle materie prime critiche contenute.

 

Nel Piano industriale Iren al 2030 – che mette in campo circa 10,5 miliardi di investimenti, l’80% dei quali dedicati alla crescita sostenibile -  è previsto un ulteriore sviluppo impiantistico, fra cui la realizzazione del primo impianto italiano dedicato esclusivamente al recupero dei materiali preziosi e materie prime critiche, la cui costruzione partirà entro il 2023 in Valdarno. Progetti concreti per raggiungere obiettivi comunitari. 

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