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Q come Qualità dell'aria: come si misura e quali sono i parametri di riferimento

28 novembre 2024

La qualità dell’aria che respiriamo è un indicatore cruciale per la salute umana e ambientale. Una buona qualità dell’aria non solo favorisce il benessere delle persone, ma contribuisce anche alla sostenibilità economica e sociale di un territorio. La lotta allo smog e la decarbonizzazione sono obiettivi centrali dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ma i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono ancora lontani dall’essere raggiunti.

 

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), l’indice di qualità dell’aria, introdotto nel 2017, fornisce un monitoraggio continuo dei livelli di inquinanti tramite una mappa interattiva che utilizza una scala cromatica dal blu (aria pulita) al rosso (aria molto inquinata). I principali inquinanti monitorati sono le polveri sottili PM10 e PM2,5, l’ozono troposferico (O3), il diossido di azoto (NO2) e il diossido di zolfo (SO2). Questi elementi, spesso invisibili, hanno gravi effetti sulla salute e sull’ambiente, aumentando i costi medici, riducendo la produttività e danneggiando il suolo, le acque e le coltivazioni. A causa di queste problematiche, molte aziende e istituzioni hanno iniziato a investire in tecnologie sostenibili per ridurre l’impatto dell’inquinamento.

foto di un uomo con vestiario protettivo in giallo che apre un'arnia

Le api come sentinelle ambientali: l’impegno di Iren

Tra le iniziative innovative per monitorare e migliorare la qualità dell’aria, spicca l’esempio di Iren: il Gruppo ha adottato un approccio unico per studiare la qualità dell’aria attraverso l’installazione di alveari. Due di questi si trovano nel Polo Ambientale Integrato di Parma, mentre altri due sono stati collocati presso il Termovalorizzatore di Torino.

 

Le api, straordinari impollinatori, svolgono un ruolo fondamentale non solo per gli ecosistemi, ma anche per il monitoraggio ambientale.

Volando di fiore in fiore per raccogliere nettare, polline e acqua, le api possono individuare eventuali sostanze inquinanti presenti nell’ambiente: un territorio in cui le api prosperano è un posto sano in cui anche le persone possono vivere bene. 

 

Durante i loro voli, infatti, le api catturano particelle inquinanti come le PM10 e le PM2,5, fornendo dati indiretti ma preziosi sulla salubrità dell’aria. A Torino, ad esempio, 120mila api hanno confermato, attraverso la qualità del miele prodotto, la bontà dell’aria circostante.

 

Le analisi effettuate sulle 120mila api collocate negli alveari posizionati nei pressi del TRM di Torino hanno consentito di stabilire la salubrità degli insetti, confermando di conseguenza la qualità dell’aria e dell’area nel suo insieme.

 

Questo esperimento non solo promuove la tutela degli impollinatori, ma contribuisce anche a sensibilizzare la comunità sull’importanza di proteggere l’ambiente.

Gli impianti Iren e il loro contributo alla qualità dell’aria

La tutela della qualità dell’aria richiede soluzioni integrate che combinino innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. In questo ambito, gli impianti del Gruppo Iren rappresentano una eccezionale best practice. Oltre agli alveari utilizzati per monitorare indirettamente la qualità dell’aria, Iren gestisce una rete di infrastrutture avanzate che contribuiscono a ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici. Gli impianti di cogenerazione, ad esempio, sono un esempio virtuoso di produzione energetica combinata: generano simultaneamente energia elettrica e calore con un’efficienza superiore rispetto ai metodi tradizionali, abbattendo le emissioni di polveri sottili (PM10 e PM2,5) e ossidi di azoto, due dei principali responsabili dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane.

 

Un altro elemento chiave sono i termovalorizzatori, come quello di Torino, che convertono i rifiuti in energia elettrica e calore per la rete di teleriscaldamento, riducendo al contempo il volume di rifiuti destinati alle discariche, una fonte significativa di emissioni di gas serra e composti organici volatili. Questi impianti utilizzano tecnologie di trattamento dei fumi all’avanguardia, come filtri e scrubber, per garantire che le emissioni rispettino standard ambientali stringenti, contribuendo così a migliorare la qualità dell’aria.

Sul fronte delle energie rinnovabili, Iren ha pianificato investimenti strategici significativi per guidare la transizione energetica verso un futuro più sostenibile grazie alla riduzione delle emissioni di CO₂ e una produzione energetica sempre più pulita, migliorando così anche la qualità dell’aria e promuovendo la transizione ecologica.Nel Piano Industriale 2024-2030, il Gruppo ha stanziato un totale di 8,2 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi dedicati a progetti in ambito energetico. Di questi, il 60% è destinato all’ampliamento della capacità rinnovabile, con un focus su solare, eolico e idroelettrico. L’obiettivo ambizioso è raggiungere una capacità rinnovabile installata superiore a 2 GW entro il 2030.

 

Anche gli impianti di trattamento delle acque reflue, gestiti da Iren, hanno un ruolo indiretto ma cruciale per migliorare la qualità dell’aria: prevenire la dispersione nell’atmosfera di sostanze volatili e gas derivanti dalla decomposizione di materiali organici presenti nelle acque reflue. Questi impianti, oltre a tutelare le risorse idriche, evitano il rilascio di odori e inquinanti che potrebbero aggravare la qualità dell’aria nelle aree circostanti.

 

Attraverso un approccio integrato che comprende il trattamento dei rifiuti, la gestione delle acque e la produzione energetica efficiente, Iren non solo riduce l’impatto ambientale delle sue attività, ma contribuisce concretamente alla costruzione di un futuro più pulito e sano per le comunità in cui opera.

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